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Gruppo di perugia
«Primo Marzo 2010, Sciopero degli Stranieri»
A questo movimento aderiscono persone di ogni provenienza, genere, fede, educazione e orientamento politico, Chi siamoimmigrati, discendenti di immigrati e autoctoni.
Siamo accomunati dalla consapevolezza di quanto sia importante, da un punto di vista sociale, culturale e economico, l’apporto dell’immigrazione per l’Italia.
Siamo indignati dalle campagne denigratorie che hanno investito gli stanieri in questo Paese, determinando un clima di barbaro razzismo e portando all’approvazione di leggi discriminatorie e lontane dal dettato e dallo spirito della nostra Costituzione.
Ricordiamo che il diritto a emigrare è riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e che la storia umana è storia di migrazioni: senza di esse non ci sarebbe stato nel nostro mondo alcun processo di civilizzazione e di costruzione delle culture.
Rifiutiamo gli stereotipi e le leggi e i provvedimenti razzisti, le campagne istituzionali anti-immigrati, l’uso di termini e di immagini discriminatorie e l’utilizzo stumentale del richiamo alle radici culturali nonché della religione cristiana per giustificare politiche, locali e nazionali, di rifiuto e non accoglienza.
Gli immigrati non sono una massa informe di parassiti e opportunisti. Non sono braccia meccaniche e forza lavoro a buon mercato. Sono persone che lavorano duramente e svolgono funzioni essenziali per la tenuta di una società complessa e articolata come la nostra, persone singolarmente portatrici di proposte, idee, forza emotiva, linguaggi, interessi, desideri.
Chiediamo che la fatica quotidiana degli immigrati impegnati a lavorare in Italia e per l’Italia, spesso in condizioni durissime e in violazione dei più elementari diritti umani, venga riconosciuta e apprezzata.
Chiediamo che finisca, qui e ora, la politica dei due pesi e delle due misure, nelle leggi e nell’agire delle persone.
Per questo abbiamo creato questo collettivo, che nasce già meticcio ed è orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, G2 (seconde generazioni) e chiunque ne voglia fare parte.
Per questo indiciamo la manifestazione "Primo Marzo 2010 Sciopero degli Stranieri".
Vogliamo far sentire la nostra voce in modi diversi: con l’astensione dal lavoro, oppure con lo sciopero degli acquisti, evitando di prendere i mezzi pubblici per un giorno o con una semplice presenza in piazza.
Siamo organizzati in comitati cittadini autorganizzati che sceglieranno autonomamente la protesta nelle forme e nei modi che riterranno più adatti alle singole realtà.
"Primo Marzo 2010 Sciopero degli Stranieri" si collega idealmente a iniziative simili che lo hanno preceduto:
20 settembre 1989, Villa Litterno, sciopero degli immigrati contro il caporalato e la camorra, dopo l’assassinio razzista di Jerry Essan Masio; 16 maggio 2002, Vicenza, sciopero degli immigrati contro la legge Bossi-Fini.
"Primo Marzo 2010 Sciopero degli Stranieri" si collega idealmente anche allo sciopero del 1 maggio 2006 negli Stati Uniti, quando milioni di persone si fermarono per protestare contro il reato di clandestinità e le politiche di esclusione.
"Primo Marzo 2010 Sciopero degli Stranieri" si collega e si ispira, infine, a La journée sans immigrés : 24h sans nous, il movimento che da qualche mese, in Francia, sta camminando verso lo sciopero degli immigrati per il 1 marzo 2010.
per info:
email primomarzo2010@gmail.com; primomarzo2010perugia@gmail.com
Facebook http://www.facebook.com/search/?q=primo+marzo&init=quick#/group.php?gid=208029527639&ref=search&sid=1328506729.469073668..1
blog http://primomarzo2010.blogspot.com/
Primo Marzo 2010: COSA POSSONO FARE GLI ITALIANI
1) diffondere il più possibile l’iniziativa, soprattutto tra gli immigrati che conoscono o con cui hanno dei contatti;
2) contribuire attivamente alla costituzione di comitati locali e partecipare alle attività del proprio gruppo;
3) indossare quel giorno un simbolo di riconoscimento (per il momento si è scelto il giallo che è stata usato per altre iniziative contro il razzismo);
4) suggerire forme di protesta alternative allo sciopero strictu sensu (non tutti possono astenersi dal lavoro, pensiamo ai precari, a chi fa lavoro domestico, a chi non ha un contratto regolare…);
5) facilitare l’adesione allo sciopero da parte degli immigrati: informarli rispetto ai loro diritti, indicare le strade da percorrere per farli valere e, se si è datori di lavoro, incoraggiare i propri dipendenti a esprimere il dissenso;
6) attivarsi per raccogliere fondi: siamo persone comuni, e per produrre il materiale informativo, i manifesti e portare avanti le attività dei comitati servono risorse;
7) mettere a disposizione il proprio know how: servono consulenze legali, abilità informatiche etc etc per portare avanti l’iniziativa;
8) SCIOPERARE: questo sciopero avrà più impatto se vedrà uniti autoctoni e immigrati, nella consapevolezza che la violazione dei diritti è un danno per l’intera collettività e non solo per chi singolarmente e direttamente la subisce.