di Salvo Intravia
I regolamenti che traducono la riforma non sono ancora stati pubblicati. Dura la Cgil
Non è chiaro come studieranno gli studenti, cosa e dove insegneranno i docenti
Scelta al buio per un milione e mezzo di studenti italiani. Le iscrizioni al primo e agli anni successivi delle scuole superiori targate Gelmini inizieranno il 26 febbraio, ma i Regolamenti che giustificano la riforma, definita "epocale" dallo stesso ministro dell’Istruzione, misteriosamente non sono ancora stati pubblicati. E senza Regolamenti, gli studenti non sapranno cosa e come studieranno, gli insegnanti non sapranno cosa e dove insegneranno, le scuole e gli enti locali (le province e le regioni) non potranno formulare i loro piani dell’offerta formativa. Si va avanti in questi giorni a forza di bozze non ufficiali, che possono cambiare da un momento all’altro, di voci provenienti dalla capitale e di indiscrezioni. Ma di certo c’è poco, solo una circolare sulle iscrizioni che la Flc Cgil definisce piena di "contraddizioni".
E dire che dalla definitiva approvazione della riforma da parte del Consiglio dei ministri, avvenuta lo scorso 4 febbraio, sono passati ben 15 giorni. I tre Regolamenti – che verranno pubblicati in gazzetta sottoforma di decreti del Presidente della repubblica, non avrebbero ancora ottenuto il benestare dei tecnici del ministero dell’Economia, particolarmente attenti ai tagli. Il numero di ore tagliate in ogni indirizzo, come si evince dalla relazione tecnica allegata al provvedimento, sarà sufficiente a garantire la cura dimagrante (27 mila cattedre in tre anni) per gli organici del personale docente che il governo si aspetta? E’ questo il quesito che si pongono gli esperti di via XX settembre.
Intanto, gli oltre 500 mila ragazzini che frequentano la terza media sono chiamati a scegliere come proseguire gli studi, ma i dubbi sono ancora parecchi. La Flc Cgil ne cita soltanto alcuni. "La circolare sulle iscrizioni – dicono da via Leopoldo Serra – evidenzia numerose contraddizioni legate alle possibili scelte degli indirizzi". Allo scientifico, per esempio, "manca la distinzione tra il liceo scientifico e l’opzione delle scienze applicate: quella senza il Latino". Quali scuole potranno attivarla? E in quale misura: una classe, due classi o tutte? Le scuole non lo sanno e di conseguenza non lo sapranno neppure le famiglie. Stesso discorso per le opzioni dei licei delle scienze umane e "per l’istituto professionale per i servizi socio sanitari, per i quali – continuano dalla Cgil – non si fa nessuna distinzione rispetto alle due ulteriori articolazione di Ottico e Odontotecnico". Ma non è tutto.
Anche i licei linguistici e quelli musicali e coreutici, di cui si sa pochissimo, viaggiano a vista. Dove saranno attivati? E con quanti posti disponibili? Il fatto è queste cose sono di competenza delle regioni e delle province, che dovrebbero predisporre i cosiddetti Piani dell’offerta formativa territoriali, ma in assenza dei Regolamenti tutto è fermo. "Risulta veramente paradossale – commenta i sindacato guidato da Mimmo Pantaleo – che l’informazione alle famiglie possa essere fornito attraverso un sistema automatico di confluenze, vedi punto 11 della circolare, in barba alle competenze delle Regioni e alle eventuali richieste delle scuole".
I dubbi diventano enormi passando agli istituti tecnici e professionali. Sono circa un milione gli studenti delle prime, seconde e terze classi che il prossimo anno (quando diventeranno seconde, terze e quarte classi) si vedranno ridotto l’orario delle lezioni. A 32 ore oppure a 34 per le seconde e 35 ore per le terze e quarte? Una bozza di regolamento prevede tagli alle ore soltanto nelle seconde e terze, un altro anche alle quarte. Qual è quello più attendibile? E quali materie verranno sforbiciate negli istituti tecnici, quelle con il maggiore numero di ore: cioè quelle tecniche? Potrebbe essere, ma non è ancora certo.
E ancora, quali materie potranno insegnare i docenti? Ma, soprattutto, in quali indirizzi. Solo a titolo di esempio, si veda la questione della Matematica al liceo scientifico. I docenti di sola Matematica potranno continuare ad insegnarla al biennio o saranno dirottati altrove? E chi insegnerà l’Informatica negli scientifici? E le lingue straniere, è vero che col tempo si farà una sola cattedra per Inglese e Francese? Al momento, e senza documenti ufficiali, l’unica cosa certa sembra proprio l’incertezza.
Le scuole, in più, non sono ancora in grado di definire i loro piani dell’offerta formativa, anche perché, si vocifera che gli eventuali docenti che dovessero rimanere senza cattedra, visto che lo stato li pagherà ugualmente, potrebbero essere richiesti dalle stesse scuole per ampliare l’offerta formativa. Ma sarà vero? E, in ogni caso, quando si saprà? Probabilmente ad agosto quando scatteranno i trasferimenti dei docenti. Ma, in questo caso, i genitori avranno già scelto da un pezzo e ritornare sui propri passi sarà impossibile.