da uniriot.org
Uno spazio narrativo per raccontare Vienna durante e dopo il vertice oltre la cronaca multimediale del corteo, oltre i documenti dei workshop e delle assemblèe, per raccontare l´esperienza di un movimento degli studenti di tutta Europa contro il Bologna Process.
14 marzo 2010: riflessioni sulla strada del ritorno.
Sulla strada del ritorno viene spontaneo fare un bilancio di cosa è stata Vienna,di cosa è stato il Bologna Burns. Bilancio più che positivo,alla luce delle emozioni e delle esperienze fatte in questi tre giorni importantissimi per tutti. Si parte mercoledì da Napoli per affrontare la prima parte del viaggio,la prima tappa di avvicinamento alla nostra prima esperienza internazionale. Tante le speranze che ci accompagnano,tanta la voglia di confronto e condivisione che ci spinge a prendere parte alla mobilitazione austriaca. Giungiamo a Roma nel pomeriggio arrivando alla Sapienza,dove si comincia a comporre il grande gruppo di Uniriot, la grande famiglia di Uniriot. Dopo un lungo viaggio in pullman,che vede la nostra delegazione completarsi con i compagni di Padova,Bologna,Venezia e di tutte le altre città italiane,arriviamo a Vienna,capitale austriaca e città di grande fascino e bellezza. Dopo esserci sistemati presso l’ Accademia Delle Belle Arti occupata e contrassegnata all’ entrata da un enorme striscione di 20 metri per 10(bellissima la scritta,"Reclaim our education,body and brain") cominciamo a preparaci per il corteo del pomeriggio,previsto per le 16.Dopo un minicorteo del nostro Network arriviamo a Westbanhof, punto di inizio della manifestazione,gremito di persone rappresentanti una miriade di realtà continentali. Esponiamo subito il nostro striscione principale e successivamente appendiamo in piazza anche un’altro striscione per riportare all’ attenzione di tutti il processo contro gli studenti dell’ Onda per il G8 dell’ università svoltosi a Torino.Già,il G8 University Summit, un’ altra tappa della nostra lotta,della lotta di un’ intera generazione di studenti che esprime il proprio dissenso rispetto ai tagli e al processo di privatizzazione dei sistemi di istruzione pubblica,alla mercificazione dei saperi e a tutto ciò che si è verificato nei paesi europei,processo di cui il trattato di Bologna ha rappresentato il passaggio iniziale. E infatti quella che si presenta in piazza è una stupenda moltitudine che mostra tutta la sua eterogeneità data dai diversi gradi di esperienza,dalle diverse radici culturali,dalle diverse impostazioni basilari di pratiche e dinamiche varie .Eterogeneità estremamente positiva per noi,per i nostri obbiettivi,per la nostra volontà di "contaminare e contaminarci" mettendo in atto un confronto sinonimo certo di arricchimento. Una moltitudine,allo stesso tempo,unita e compatta sul fronte del conflitto che viene portato avanti ogni giorno da tutti noi,volto al cambiamento dello status attuale del sistema dell’ istruzione,volto alla conquista di un università diversa, nuova, libera, autonoma. Ed è questo che ci entusiasma,proprio questo,la prospettiva di uno scenario di lotta nuovo e comune da portare avanti insieme a studenti di tutta Europa e l’ idea che i nostri bisogni sono un qualcosa da cui non si può prescindere,che non c è più spazio per le politiche che fino ad ora hanno messo in ginocchio i nostri percorsi formativi. L’ intervento iniziale di Uniriot è tra i più applauditi,capiamo che ciò che portiamo avanti affascina le altre componenti di questa realtà che sta per invadere le strade di Vienna.Il corteo parte,è molto partecipato,molto allegro,molto comunicativo e va avanti senza nessun problema. Arrivati davanti al parlamento austriaco,insieme a migliaia di studenti invadiamo le scalinate dell’ edificio simbolicamente,mettendo in atto tutta la nostra forza comunicativa. Terminato il corteo,il Bologna Burns comincia a dare vita ad una serie di manif sauvage e di blocchi stradali che paralizzano l’ intera città. Vediamo più ingenti le operazioni di controllo delle forze dell’ ordine,ma la dinamica in campo è un continuo divenire,il nostro movimento non lascia spazio a previsioni,si muove per le vie della città manifestando con gran forza il dissenso generale rispetto al summit dei signori della pubblica [d]istruzione e a tutto quello a cui il processo oggi celebrato ha dato vita nel corso degli anni. Notiamo con sorpresa che le pratiche che oggi il Bologna Burns fa proprie sono le stesse messe in atto fin dallo scorso anno dall’ Onda,segno che anche le pratiche sono parte di un percorso di condivisione che ha preso il via e che continuerà dando ottimi frutti. Alla fine della giornata torniamo in Accademia,mentre un altro blocco impedisce ad alcuni ministri di uscire dal teatro della città. La polizia reagisce con una serie di identificazioni e con 5 arresti,ma ciò non spaventa nessuno,non intacca lo svolgimento della grande mobilitazione viennese. Nella prima giornata di workshops predisponiamo un banchetto all’Unicampus che illustra la nostra realtà,ciò che facciamo,tutto quello che portiamo avanti. Riceviamo grandi consensi,il nostro intervento all’ assemblea internazionale è un successo,capiamo che oltre alla voglia comune e alla condivisione delle pratiche c’è anche un grande terreno comune da coltivare,un terreno fatto di processi di lavoro,di obbiettivi,che possono essere portati avanti su una linea unica costruita attorno a concetti chiave come l’ autoformazione,il reclamare reddito e molti altri discorsi che portiamo avanti dall’ inizio del nostro percorso e che affascinano la maggior part degli studenti presenti nella capitale austriaca in questi giorni. Può essere davvero un qualcosa di simile ad una costituente per un grande movimento europeo,una grande occasione per iniziare un processo di concreto confronto ed arricchimento. Il ritorno all’ Accademia questa volta è vissuto con ancora maggiore convinzione. Nella nostra ultima giornata a Vienna organizziamo un presidio all’ ambasciata italiana per il processo Rewind, punto cardine del meccanismo repressivo messo in campo contro gli studenti dell’ Onda in Italia,punto cardine della limitazione della nostra libertà di manifestare dissenso,punto cardine del sistema che cerchiamo ogni giorno di cambiare. La manifestazione va bene,ci facciamo sentire e blocchiamo una delle principali vie della città. Successivamente torniamo all’ Unicampus per gli ultimi Workshops ed infine ci rimettiamo in viaggio per tornare a casa,con un grande bagaglio di esperienza acquisita e con grande soddisfazione per tutto ciò che a Vienna è accaduto, con tutto ciò che Vienna è significato e, soprattutto, per tutto ciò a cui probabilmente Vienna ha dato inizio.
Mario e Fabiano,studenti medi napoletani, F.U.C.K. (Future Under Costruction Kollective)
10 marzo 2010: cronaca di una giornata
Questa mattina siamo stati svegliati abbastanza presto nonostante la tarda ora in cui siamo andati a letto e la stanchezza accumulata ieri sia durante il viaggio sia nelle prime assemblee a cui abbiamo partecipato al campus. dopo una ricca colazione a base di laugen e gipfel e una breve passeggiata nel distretto dove siamo ospitati, siamo arrivati verso le undici del mattino all´accademia delle belle arti dove abbiamo partecipato ad un workshop. L´accademia e´ un palazzo antichissimo situato al margine di quella che possiamo individuare come zona rossa: nell´ingresso esterno diverse statue si pongono alla base di antiche colonne che dettano la maestositä della costruzione. dal tetto un enorme striscione di quasi dieci metri per venti recita "Reclaim your education, reclaim your body, reclaim your brain".
E´ proprio dall´accademia che in questo autunno le mobilitazioni hanno cominciato a prendere forma, da quando il ministro delle scienze (corrispondente alla nostra gelmini) ha provato, inutilmente, ad applicare il tre due anche nell´ambiente accademico. da quel momento una miccia si e´ accesa in ogni facoltä. ed e´ proprio l´accademia che ospiterä la carovana di Uniriot. Entrando dalle scalinate centrali si e´ subito introdotti nell´aula principale, teatro di creazione artistico-politica, dove al centro domina lo scheletro in cartapesta di un elicottero utilizzato durante le intense giornate autunnali di mobilitazione. le pareti e le colonne sono zeppe di manifesti che ricordano manifestazioni passate, presenti e future. nell´aula piü piccola, in fondo, abbiamo partecipato al workshop sull´affinity-group, gruppi di relazione che si costituiranno durante il corteo di domani e che saranno punto di riferimento per ogni spezzone. al workshop hanno partecipato piccole unitä provenienti da molti paesi europei: austria, spagna, germania, francia, svizzera e naturalmente italia.
Finito l´incontro, e mangiato un kebab al volo, ci siamo spostati verso il campus universiatrio per unirci ad altri tavoli di discussione attraversando quella che e´ la zona rossa: il municipio, il Volkstheater, la Borsa e naturalmente la Hofburg. Vienna e´ una citta` imperiale, dove ogni palazzo ricorda i fasti di un impero antico ma ancora vivo nella realta` : statue luccicanti di oro guardano dall´alto le strade attraversate dai tram e carrozze trainate da cavalli, cancelli con stemmi si aprono e si chiudono all´ingresso di ogni imponente luogo di adorazione turistica. La Hofburg era la reggia dell´imperatore: colonne altissime si innalzano all´ingresso del cortile dove stradoni immensi conducono verso le porte di ingresso.
E´ qui che ci sara` la festa dei ministri per celebrare i dieci anni del "Bolognaprocess", e´ qui fuori che migliaia di studenti europei cercheranno di bloccare la festa. Arrivati al campus universitario, che una volta era l´ospedale della citta`, troviamo una situazione in fibrillazione: gruppi di studenti lavorano agli striscioni che riportano il logo del bolognaburns (una B che brucia), altri gruppi si occupano della logistica, delle infrastrutture, dei workshop e del corteo, in un via vai di facce giovani e felici di costruire un simile appuntamento. Mentre discutiamo con alcuni di loro dell´arrivo della carovana di Uniriot e dell´organizzazione del corteo, d´improvviso ci dicono che stanno per occupare la facoltä di scienze politiche per recuperare spazio per gli ospiti che arrivano da fuori e per dare un segnale alla governance universitaria che negli ultimi giorni si e´ dimostrata alquanto ostile nel concede spazi per l´organizzazione del meeting europeo.
Andiamo subito verso la facoltä e ci troviamo gia` il secondo piano occupato e al primo un´assemblea affollatissima che decide sull´occupazione di altri eventuali spazi. Ormai sono le dieci e ci rilassiamo con una birra aiutando gli altri a smontare le porte della facoltä per non farle chiudere a chiave dalla decina di guardie private che ormai da un anno vivono all´interno delle facolta`. Durante il lavoro di smontaggio uno studente olandese ci dice di aver proposto un workshop sugli squat, ma che e´ stato cassato. Strano! Dato che nei prossimi giorni ci troveremo piü di cinquanta tavoli di discussione che riguardano qualunque tematica. Si e´ fatto tardi, e anche le bandiere con la B che brucia cominciano ad arrivare in facolta`, mentre il ghiaccio che e´ nell´aria ci fa pensare a domani, al corteo e a come tenere in vita quel fuoco che ci ha chiamato fin qui.
A domani…
12 marzo 2010 – Sulle assemblee
Dopo la straordinaria mobilitazione di ieri il controvertice e´stato aperto da una grande assemblea di discussione volta a costruire un documento comune, prodotto conclusivo del lavoro dei workshop. Si e´trattato di un momento di ampia partecipazione, che ha visto intervenire molte realta´europee, dall´Austria alla Germania, dalla Grecia alla Spagna, per proseguire poi con Croazia, Ungheria, Ucraina e altre ancora.
Quella che ci siamo trovati di fronte e´ una composizione sicuramente frastagliata e molteplice, un movimento “giovane” in tutte le sue sfaccettature: a una dimensione organizzativa ancora caotica si accompagna un grande entusiasmo e un forte desiderio di attraversare uno spazio europeo dei conflitti sulla formazione, ancora tutto da costruire. Come accaduto al corteo di ieri, anche oggi il contributo del network Uniriot si e´dato nel segno dell´eccedenza rispetto alle dinamiche spontanee che ormai si profilano un po´ in tutta Europa. Gli interventi che si sono susseguiti nel corso della discussione ci consegnano ormai come acquisito il rifiuto radicale del processo di Bologna, laddove rimangono differenze notevoli legate alla specificita´dei contesti.
La difficolta´che si riscontra nel superare la fase di rifiuto e agire in termini positivi i processi di trasformazione si e´subito tradotta in una forte recettivita´ rispetto alle esperienze di autoformazione, piuttosto che alla rivendicazione del reddito di base.E´ emerso un grande desiderio di incontrarsi e contaminarsi, di mettere in comune un sapere pratico delle lotte e di aprire spazi di relazione, sicuramente da approfondire.
12 Marzo 2010 – riflessioni notturne dall´Accademia
All´Accademia di notte c´e della musica di sottofndo che assomiglia a "the XX". Qualcuno ancora scrive al computer i report delle assemblee.
Altri si addentrano nella vita notturna di questa cittä. Si fumano sigarette e si pensa alle giornate che stiamo vivendo come a esperieze transnazionali di ragazzi e ragazze che vivono lo stesso spazio con i sacchi a pelo, con la voglia di capirsi e di capire cosa succede fuori dalle nostre singole esperieze universitarie. Porteremo a casa contatti, voci diverse ma probabili consonanze tutte da costruire. Lo capiamo nelle nostre assemblee, al banchetto che abbiamo fatto al campus univerisitario, quando parliamo nelle assemblee partecipate e scateniamo gli applausi.
Uniriot.org e´su un adesivo che abbiamo attaccato ovunque ed e´soprattutto un percorso che funziona, incuriosisce e si fa parlare da chi vive queste giornate assieme a noi. Il panorama europeo amplia il nostro spazio e rende il mare delle possibilitä che avevamo davanti con l´Onda di nuovo visibile e di nuovo reale. Ritorneremo domani forti di queste contaminazioni, consapevoli che e´sempre l´inizio di qualcosa che non faremo finire mai.