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Gelmini all’attacco dei precari “Strumentalizzati dalla politica”

da repubblica.it

Il ministro a Palazzo Chigi presenta le novità dell’anno scolatico 2010-2011 e affronta la questione dei lavoratori della scuola. Chiede alle forze politiche di non strumentalizzarla e si dice disponibile al confronto “ma solo se si tratta di ragionare”. Bersani attacca: “Gelmini e Tremonti come i padroni delle ferriere”

di SALVO INTRAVAIA

Gelmini all'attacco dei precari "Strumentalizzati dalla politica"ROMA – Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, non incontrerà i precari in sciopero della fame da giorni in mezza Italia. L’attesa per la conferenza stampa sull’avvio dell’anno scolastico di questa mattina a Palazzo Chigi era tutta per loro: i precari che manifestano contro i tagli. La Gelmini ha parlato delle novità che accompagneranno l’inizio delle lezioni. In primis: la riforma “epocale” della scuola secondaria di secondo grado, che parte fra qualche giorno dalle prime classi. Ha poi parlato del tempo pieno alla scuola elementare, che secondo i conteggi del ministero aumenta rispetto all’anno scorso, del sostegno, del nuovo concorso per dirigente scolastico e della riforma “epocale” del reclutamento degli insegnanti, che dovrebbe porre un freno al precariato.
Ma l’attenzione era focalizzata su precari. Di fronte alle proteste di piazza, la Gelmini esprime “solidarietà ai precari che manifestano il loro disagio” per la perdita del lavoro causata dei tagli, ma al momento non li incontrerà. “Ho incontrato i precari tante volte”, ha detto il ministro. E chi si attendeva una apertura dall’inquilino di viale Trastevere è rimasto deluso. Il ministro non incontrerà  i precari perché sono stati strumentalizzati da forze politiche. “Non occorre strumentalizzare il disagio come stanno facendo in questo momento alcune forze politiche. Si scopre – risponde – che alcuni di quelli che protestano in piazza non sono precari ma esponenti di Italia del valori”.
E per spiegare l’ineluttabilità dei tagli che dovrebbero rimettere in piedi la scuola ha detto: “Il governo non è onnipotente e non può tutto. Siamo in un momento di crisi e occorre razionalizzare le risorse al meglio”. “Non è possibile – prosegue – che il 97 per cento delle risorse complessive, 43 miliardi di euro circa, vengano utilizzate per stipendi come adesso. Se vogliamo una scuola di qualità non si può spendere solo il 3 per cento delle risorse”. Secondo la Gelmini 760 mila docenti in Italia “sono più che sufficienti” e il taglio “vero” sui precari effettuato dal governo sarebbe di appena 12 mila cattedre: 10 mila l’anno scorso e 2 mila quest’anno. In pratica, i pensionamenti hanno attenuato la sforbiciata di 67 mila cattedre in due anni.

“I precari in sciopero della fame chiedono da giorni di incontrarla, lo farà?”, chiede una cronista. “No, al momento”, risponde il ministro, che prosegue: “Chi protesa non sa ancora di essere stato escluso dalle supplenze, questo si vedrà fra qualche settimana e non voglio aggiunge altre tensioni proprio in avvio dell’anno scolastico. Sono disponibile a un incontro con i precari quando vedrò che la nostra azione a sostegno anche dei precari sarà giustamente considerata e poi anche quando verificherò che gli accordi con le Regioni verranno adeguatamente presi in considerazione”, spiega il ministro, chiarendo che “se si preferisce l’indennità di disoccupazione alle possibilità che si aprono con gli accordi regionali” allora c’è qualcosa che va verificato.

Il governo, oltre a tagliare 87 mila cattedre e 42 posti di personale non docente in tre anni, starebbe facendo tanto per i precari: un decreto salva-precari che dà la priorità nell’attribuzione delle supplenze a color che hanno perso la cattedra e una serie di accordi regionali che, sfruttando fondi Ue, impegnano a scuola una fetta dei precari “tagliati”. Sulla questione del precariato, la ministra è netta. “Duecento mila precari sono il frutto di decenni di politica in cui si sono distribuiti posti che la scuola non era in grado di assorbire. Se si vuole far passare l’idea che 200 mila precari sono frutto della Finanziaria e dell’azione del governo Berlusconi, allora non sono disponibile. Non sono disponibile a prestare il fianco agli attacchi al governo che può essere anche legittimo, ma noi andiamo avanti a lavorare”.

Il resto della conferenza stampa ha toccato il tema delle novità. Il ministro snocciola dati, parla di sostegno e tempo pieno. Fra pochi giorni, parte la riforma della scuola secondaria di secondo grado: “docenti e dirigenti sono stati messi nelle condizioni di operare al meglio”. Le famiglie hanno premiato le novità: come i licei linguistici e i musicali. Inoltre, in un biennio il tempo pieno alla scuola elementare è cresciuto del 3 per cento. Per il ministro, il governo ha anche tutelato gli alunni disabili. “I posti per il sostegno cresceranno a 93 mila e 700 unità. Nessun disabile rimarrà senza sostegno, ma non ci devono essere sprechi”.

“Il libro dei sogni del ministro Gelmini – dichiara Francesca Puglisi, responsabile Scuola per la segreteria del Pd – contrasta con la drammatica realtà della scuola e dei problemi che si riverseranno sulle famiglie italiane: l’anno scolastico parte con 50 mila classi senza insegnanti, mille e 600 senza presidi, 8 miliardi di euro in meno in tre anni e 170 mila docenti e dipendenti della scuola pubblica lasciati per strada dopo anni di lavoro. Il resto, purtroppo, sono solo chiacchiere e numeri che non hanno alcun riscontro nella realtà. D’altra parte – conclude – non ci vorrà molto per appurarlo, visto che tra poco i nostri ragazzi toccheranno con mano i problemi della scuola e constateranno di persona se, ad esempio, come dice il ministro Gelmini, il tempo pieno è aumentato o no”.

La riposta di Bersani. Ed è arrivata, durissima, la risposta dalle opposizioni. “C’è gente precaria nella scuola, che dopo dieci, dodici anni viene mandata a casa. Neanche i padroni delle ferriere fanno quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti”, ha detto Bersani. “C’è gente che ha fatto il mutuo ed ora non sa come pagarlo, gente disperata che va letteralmente a piangere nelle banche. neanche i padroni
delle ferriere fanno quello che stanno facendo Gelmini e Tremonti”.

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