da repubblica.it
A pochi giorni dalla ripresa dalle lezioni, e nelle ore cruciali per le assegnazioni delle ultime cattedre per gli incarichi annuali, i docenti rimasti senza incarico minacciano iniziative e mobilitazioni, fino allo sciopero nazionale
ROMA – Sarà una settimana calda, quella che comincia domani, per quel che riguarda la protesta dei precari della scuola. A pochi giorni dalla ripresa delle lezioni (già domani, in alcune, si ricomincia, mentre in molte regioni il via è fissato per il 13 settembre), e nelle ore cruciali per le assegnazioni delle ultime cattedre per gli incarichi annuali, i professori rimasti senza incarico minacciano iniziative e mobilitazioni fino allo sciopero nazionale.
Finiti per scelta, o interrotti bruscamente, gli scioperi della fame che hanno caratterizzato la scorsa settimana da Nord a Sud del Paese (l’ultima precaria, Maria Carmela Salvo è stata ricoverata per un malore in Friuli ma a Roma Giuliana Lilli ha iniziato da oggi a non alimentarsi), prosegue la protesta davanti a Montecitorio, con un presidio che manterrà la postazione almeno fino all’8 settembre, quando con l’inizio dell’attività parlamentare è stata convocata una nuova assemblea aperta per organizzare uno sciopero nazionale, che potrebbe essere programmato a fine mese.
Ma la conferma che il problema precari non sia ancora chiuso è venuta dallo stesso ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, al centro delle polemiche proprio perché non ha ricevuto i precari in agitazione. “Presto – ha annunciato Gelmini – convocheremo i sindacati, lo faremo non appena il quadro delle nomine sarà sufficientemente completo, per analizzare la situazione e verificare la funzionalità degli strumenti messi in campo per fronteggiarla”.
Non ci sarà soltanto il tema precari sul tavolo dell’incontro, visto che non mancano i richiami dei sindacati, come quello della Cisl, sulle “troppe situazioni di insostenibilità didattica che i tagli di organico hanno determinato e determineranno ancora”. Con il rischio di avere classi sovraffollate e orari “spezzatino” per molti docenti.
Intanto è stata dimessa dall’ospedale la maestra precaria Maria Carmela Salvo, 55 anni, ricoverata d’urgenza per un malore avuto al quarto giorno di digiuno di protesta per la mancata assegnazione di una cattedra, nella piazza di Maniago (Pordenone). “Sono molto provata e dispiaciuta – ha detto la donna – per questo epilogo. Avrei l’intenzione di riprendere il digiuno, ma sia i sanitari che il mio compagno mi hanno ammonito sulle conseguenze di una scelta del genere. La mia battaglia però non finisce. Troverò altre forme di protesta per far sentire la voce di chi ama la scuola”.
La Uil Scuola intanto fissa in 10 mila in numero dei docenti che, al saldo dei pensionamenti, potrebbero non avere conferma nel nuovo anno scolastico. E fa il punto sulle graduatorie permanenti: sono 232.048 gli insegnanti iscritti che aspirano al posto fisso o a una supplenza annuale. Secondo i dati forniti dal sindacato, sono 5.462 i docenti inclusi in prima e seconda fascia delle graduatorie a esaurimento (esclusi quelli di ruolo); a questi si aggiungono 226.586 docenti inclusi nella terza fascia delle graduatorie a esaurimento (esclusi quelli di ruolo). E’ la Sicilia la regione che ha il maggior numero di insegnanti inseriti in graduatoria. Al secondo posto la Campania, al terzo la Lombardia. Seguono il Lazio e la Puglia rispettivamente al quarto e quinto posto.