In tutto sono oltre quattromila i manifestanti che stanno protestando contro i tagli dei posti di lavoro previsti dal ddl Gelmini. A organizzare l’iniziativa il comitato Insegnanti precari della Sicilia
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Una manifestazione contro la riforma Gelmini
MESSINA – Un migliaio di precari della scuola, che staziona sul molo delle Fs all’imbarcadero di Messina, ha bloccato il collegamento da e per Villa San Giovanni, occupando tutte le invasature. Le navi non possono salpare nè attraccare. Anche i precari radunati sulla sponda calabrese dello Stretto, a Villa San Giovanni, stanno bloccando il viale che dagli imbarcaderi conduce verso l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, con conseguente paralisi del traffico. Alcuni dei manifestanti hanno fatto presente che quella di oggi è stata solo una dimostrazione di ciò che possono fare e che sono pronti a bloccare di nuovo e più a lungo i collegamenti nello Stretto.
Stamattina il comitato Insegnanti precari della Sicilia ha organizzato a Messina l’iniziativa “Invadiamo lo Stretto: un ponte per la scuola”. In tutto sono oltre quattromila (non più di 2500 per la questura) i manifestanti che hanno protestato a Messina contro i tagli dei posti di lavoro previsti nel ddl Gelmini. Insegnanti e personale Ata, provenienti da tutte le province della Sicilia, si sono radunati in piazza Cairoli, e tanti precari sono arrivati, per manifestare, anche da Basilicata, Campania e Puglia. Alcuni indossando t-shirt con scritto “Nè farabutti, nè fannulloni, sono lavoratori”, e intonando cori come “Vogliamo un solo licenziato: ministro Gelmini disoccupato”. Tante le bandiere della Cgil e tante anche le forze dell’ordine.
Una precaria di 25 anni, Claudia Urzì, del coordinamento di Catania, ha spiegato che “quello di oggi è un ponte umano che unisce le giuste rivendicazioni dei lavoratori, contro quel ponte degli sprechi che dovrebbe unire Sicilia e Calabria”. I precari chiedono che proprio i fondi per il collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto vengano utilizzati, invece, per la loro stabilizzazione nella scuola. La protesta in Sicilia è stata promossa dalla “Rete dei precari” di Agrigento e vi hanno aderito Flc-Cgil, Cobas, Coordinamento dei precari in lotta e Comitati provinciali, Pd, Idv e Sinistra Ecologia e Libertà, gli studenti medi, l’Udu, il Coordinamento genitori democratici ed una delegazione del Comitato genitori di bambini autistici di Palermo e l’associazione politico-culturale “DeM – Democratici e milazzesi”.
Oltre alla cancellazione del provvedimento del governo che prevede la soppressione di 130mila posti, tra docenti e Ata, entro il 2011, i precari chiedono “a gran voce le dimissioni del ministro Gelmini a causa di una politica fallimentare e distruttiva sul settore della conoscenza”. Secondo la Flc-Cgil siciliana, che ha aderito alla protesta, “i tagli agli organici sfasciano la scuola pubblica, dividono socialmente il paese allontanando ancora di più il nord dal sud, rompendo i legami sociali e solidali”.
All’iniziativa sullo Stretto di Messina ha partecipato anche uno degli ultimi docenti supplenti ancora in sciopero della fame: si tratta di Giuliana Lilli, del coordinamento precari scuola di Roma, che da una decina di giorni porta avanti, realizzando una sorta di staffetta, il digiuno iniziato dai due precari siciliani Giacomo Russo e Caterina Altamore.