Giorgio Salvetti, MILANO
da ilmanifesto.it
Disabile grave. 36 ore di scuola media alla settimana. 10 ore con un’educatrice del Comune, 12 ore con un insegnante di sostegno precaria. Il resto in classe con tutti gli altri dove le insegnanti sono sempre meno e gli alunni sempre di più. E dove è in forte aumento la presenza di studenti disabili. Il risultato è che questi ragazzi bisognosi non vengono seguiti come dovrebbero e come è loro diritto, e che le lezioni per tutti diventano sempre più ingestibili.
Il tetto fissato dal ministro Gelmini al numero degli insegnanti di sostegno è una delle misure più ingiuste e più difficili da sostenere per le scuole pubbliche. Solo in Lombardia sono 761 le classi con 3 o più disabili, in totale i ragazzi che richiedono sostegno sono il 2,4%. Il loro numero è in costante aumento. Solo quest’anno in Lombardia sono aumentati del 10-15%. E questo nonostante il fatto che i criteri per la certificazione del loro stato siano stati ulteriormente ristretti. Ad esempio la dislessia non costituisce più disabilità. In Lombardia gli alunni disabili aumentano anche per effetto dell’aumento generale dovuto alla presenza dei migranti e delle seconde generazioni. Ma soprattutto perché, per una lunga serie di ragioni ancora difficili da spiegare, sono sempre di più i ragazzi con patologie nuove e disturbi cognitivi e del comportamento. A Milano nelle scuole elementari 33 classi hanno 3 disabili, 14 più di tre, alle medie in 113 classi ci sono 3 disabili, in 13 classi superano i tre, e alle superiori in 58 classi i disabili sono tre, in 13 sono più di tre, in 5 sono addirittura più di 4. Solo settimana scorsa in Lombardia ci sono state 200 nuove certificazioni di studenti disabili. Di fronte a questa emergenza il governo non fa altro che tirare la cinghia e tagliare posti. Per far fronte all’emergenza all’ultimo momento la direzione scolastica lombarda ha dovuto chiedere nuovi insegnanti al ministero e in Lombardia sono stati assegnanti 500 nuovi insegnanti di sostegno, 150 a Milano. Ma non bastano e fino a novembre in molte scuole i posti rischiano di restare scoperti. Non solo. Gli enti locali, costretti a tagliare su tutto da Tremonti, diminuiscono anche il numero degli educatori che si occupano di seguire i disabili nelle scuole.
«L’organico di diritto prevede un rapporto di un docente ogni due disabili – spiega Pippo Frisone della Cgil scuola di Milano – poi nell’organico di fatto i docenti dovrebbero raddoppiare, ma le graduatorie non bastano, adesso sono già esaurite e si scorrono le cosiddette code, dove ci sono docenti di altre provincie, con insegnanti che devono arrivare dal sud. Terminate anche quelle, ogni scuola ricorre alle graduatorie di istituto e a docenti non specializzati; e molti si propongono benché non specializzati pur di avere un posto. Tutto questo comporta un eccesso di mobilità che provoca ritardi e non copre i bisogni. A ogni scuola viene dato un tot di docenti con cui si deve arrangiare. All’ex magistrale Agnese, ad esempio, ci sono 11 docenti di sostegno per 19 disabili».
Miriam è insegnante di sostegno precaria. «Noi docenti ci organizziamo in piccoli gruppi per tentare di coprire i buchi e gestire i ragazzi. Ma è sempre più difficile. Molti miei colleghi hanno spezzoni di orario in scuole diverse, organizzare lezioni e assemblee diventa un delirio e la continuità didattica per questi ragazzi che più ne avrebbero bisogno è impossibile. Tutto questo si scarica su ogni altro studente e sui professori ordinari che si trovano questi ragazzi in classe. E poi manca tutto. Nella mia scuola abbiamo un laboratorio di abilità domestica per i ragazzi disabili. Abbiamo dovuto portare tutto da casa, noi e i genitori, gli scaffali li ha comprati e montati il preside, gli altoparlanti, la prof di matematica».
La Lombardia non è un’eccezione. Due giorni fa a Napoli hanno manifestato i genitori con figli disabili. Denunciano il mancato rispetto della sentenza della Corte costituzionale del febbraio scorso: sancisce che ogni studente disabile sia seguito da un insegnante di sostegno. In Campania i disabili sono 22.010, i docenti di sostegno nell’organico di diritto sono 10.597 cui si aggiungono 1.134 docenti nell’organico di fatto. Mancano 9 mila docenti. La Campania con il 2,2% è la nona regione per numero di disabili nelle scuole. Al primo posto c’è il Lazio con il 2,9%, seguito da Abruzzo (2,7%), Sicilia (2,6%), Piemonte (2,5%(, Lombardia, Liguria e Emilia Romagna (2,4%).
Il tetto fissato dal ministro Gelmini al numero degli insegnanti di sostegno è una delle misure più ingiuste e più difficili da sostenere per le scuole pubbliche. Solo in Lombardia sono 761 le classi con 3 o più disabili, in totale i ragazzi che richiedono sostegno sono il 2,4%. Il loro numero è in costante aumento. Solo quest’anno in Lombardia sono aumentati del 10-15%. E questo nonostante il fatto che i criteri per la certificazione del loro stato siano stati ulteriormente ristretti. Ad esempio la dislessia non costituisce più disabilità. In Lombardia gli alunni disabili aumentano anche per effetto dell’aumento generale dovuto alla presenza dei migranti e delle seconde generazioni. Ma soprattutto perché, per una lunga serie di ragioni ancora difficili da spiegare, sono sempre di più i ragazzi con patologie nuove e disturbi cognitivi e del comportamento. A Milano nelle scuole elementari 33 classi hanno 3 disabili, 14 più di tre, alle medie in 113 classi ci sono 3 disabili, in 13 classi superano i tre, e alle superiori in 58 classi i disabili sono tre, in 13 sono più di tre, in 5 sono addirittura più di 4. Solo settimana scorsa in Lombardia ci sono state 200 nuove certificazioni di studenti disabili. Di fronte a questa emergenza il governo non fa altro che tirare la cinghia e tagliare posti. Per far fronte all’emergenza all’ultimo momento la direzione scolastica lombarda ha dovuto chiedere nuovi insegnanti al ministero e in Lombardia sono stati assegnanti 500 nuovi insegnanti di sostegno, 150 a Milano. Ma non bastano e fino a novembre in molte scuole i posti rischiano di restare scoperti. Non solo. Gli enti locali, costretti a tagliare su tutto da Tremonti, diminuiscono anche il numero degli educatori che si occupano di seguire i disabili nelle scuole.
«L’organico di diritto prevede un rapporto di un docente ogni due disabili – spiega Pippo Frisone della Cgil scuola di Milano – poi nell’organico di fatto i docenti dovrebbero raddoppiare, ma le graduatorie non bastano, adesso sono già esaurite e si scorrono le cosiddette code, dove ci sono docenti di altre provincie, con insegnanti che devono arrivare dal sud. Terminate anche quelle, ogni scuola ricorre alle graduatorie di istituto e a docenti non specializzati; e molti si propongono benché non specializzati pur di avere un posto. Tutto questo comporta un eccesso di mobilità che provoca ritardi e non copre i bisogni. A ogni scuola viene dato un tot di docenti con cui si deve arrangiare. All’ex magistrale Agnese, ad esempio, ci sono 11 docenti di sostegno per 19 disabili».
Miriam è insegnante di sostegno precaria. «Noi docenti ci organizziamo in piccoli gruppi per tentare di coprire i buchi e gestire i ragazzi. Ma è sempre più difficile. Molti miei colleghi hanno spezzoni di orario in scuole diverse, organizzare lezioni e assemblee diventa un delirio e la continuità didattica per questi ragazzi che più ne avrebbero bisogno è impossibile. Tutto questo si scarica su ogni altro studente e sui professori ordinari che si trovano questi ragazzi in classe. E poi manca tutto. Nella mia scuola abbiamo un laboratorio di abilità domestica per i ragazzi disabili. Abbiamo dovuto portare tutto da casa, noi e i genitori, gli scaffali li ha comprati e montati il preside, gli altoparlanti, la prof di matematica».
La Lombardia non è un’eccezione. Due giorni fa a Napoli hanno manifestato i genitori con figli disabili. Denunciano il mancato rispetto della sentenza della Corte costituzionale del febbraio scorso: sancisce che ogni studente disabile sia seguito da un insegnante di sostegno. In Campania i disabili sono 22.010, i docenti di sostegno nell’organico di diritto sono 10.597 cui si aggiungono 1.134 docenti nell’organico di fatto. Mancano 9 mila docenti. La Campania con il 2,2% è la nona regione per numero di disabili nelle scuole. Al primo posto c’è il Lazio con il 2,9%, seguito da Abruzzo (2,7%), Sicilia (2,6%), Piemonte (2,5%(, Lombardia, Liguria e Emilia Romagna (2,4%).