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Rassegna stampa locale del 17 novembre

Centinaia di studenti in corteo, manifestazione contro la Gelmini, dal Giornale dell’Umbria

Perugia. Borse di studio: Supertaglio confermato, da Nazione Umbria

In piazza contro i tagli, corteo degli studenti, da Nazione Umbria

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Galleria fotografica del 17 novembre e nuovi video

Ecco una galleria fotografica del 17 novembre a Perugia

Primo instant video sulla manifestazione uscito su fb

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Video dal corteo del 17 novembre a Perugia – Giornata internazionale dell* student*

http://www.youtube.com/watch?v=tYsVAyDF_-c

http://www.youtube.com/watch?v=DA7aTA64PXw

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Breve report – 17 Novembre – Perugia

Oggi, 17 novembre il mondo della formazione è tornato a mobilitarsi esprimendo tutta la propria rabbia e indignazione contro il tentativo, da parte del governo, di distruggere istruzione e università e di precarizzare le nostre vite. E proprio in occasione di questa giornata internazionale de* student*, centinaia di persone tra ricercator*, student*, docenti e precar* sono tornate nelle strade della città di Perugia a manifestare, unendosi alle proteste e ai cortei che questa mattina si sono svolti in tantissime città italiane. Siamo ancora qui per conquistare diritti, fondi per l’università, nuovo welfare e reddito.

Continueremo ad esserci!

Costruiamo il presente
Riprendiamoci il futuro!

Perugia

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Giornata internazionale dell* student*- Manifestazione a Perugia Mercoledi 17 Novembre ore 14 Ritrovo a Piazza Partigiani

Mercoledi 17 Novembre ore 14
Ritrovo a Piazza Partigiani

In occasione della giornata internazione dell* student* ci sarà a Perugia una manifestazione per:

– reclamare i fondi per le borse di studio
– rivendicare gestione realmente democratica degli spazi e dei tempi universitari
– reclamare reddito e welfare
– reclamare diritto alla mobilità
– opporci ai tagli e alle controriforme che impoversicono e gerarchizzano le nostre vite e alla riforma gelmini che sarà discussa e approvata entro il 25 novembre

La manifestazione terminerà a Piazza IV Novembre con interventi di precar* della scuola, ricercator*, borsist*, tutt* accomunat* dalla volontà di rispondere insieme all’attacco ai nostri diritti.

CI STANNO TOGLIENDO TUTTO

RIPRENDIAMOCI IL FUTURO!

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Uniriot verso il 17.11 – Una giornata di conflitto: riprendiamoci il futuro, contro i tagli e il ddl Gelmini

http://www.corriere.it/Fotogallery/Tagliate/2008/10_Ottobre/30/STU/01.JPGComunicato Uniriot verso il 17 novembre, per una giornata di conflitto contro il governo –  Tra pochi giorni il ddl Gelmini torna in discussione in Parlamento: il governo, dopo essere stato costretto a rinviare la discussione per l’assenza dei fondi necessari e le forti mobilitazioni di studenti e ricercatori, intende questa volta portare avanti l’attacco definitivo all’università; “una riforma a costo zero” per mettere a sistema i tagli di Tremonti, un ddl appoggiato fortemente dalla Crui, da Confindustria e dal Corriere della Sera, un ddl che all’insegna della retorica meritocratica smantella definitivamente l’università e la ricerca.

E’ di pochi giorni fa la dichiarazione di Tremonti sullo stanziamento di un miliardo di euro per l’università (verificando ci accorgiamo che sarà molto meno del miliardo annunciato, già di per sè inferiore al quasi miliardo e mezzo dello scorso anno); negli stessi giorni il governo taglia il 90 per cento dei fondi per le borse di studio, smantellando definitivamente il già insufficiente sistema del diritto allo studio e aprendo la via al processo di indebitamento legato ai prestiti d’onore: se è questa la prima risposta di questo governo a chi chiede welfare e diritti, noi il 17 novembre saremo in piazza per contrastare il definanziamento e rimandare al mittente i prestiti d’onore.

Continued…

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Cortei e proteste in tutta Italia nel giorno del diritto allo studio

Cortei e proteste in tutta Italia nel giorno del diritto allo studioda repubblica.it 16.11.10 – In occasione delle celebrazioni mondiali in favore dell’istruzione pubblica, il 17 novembre gli studenti italiani tornano a mobilitarsi contro la riforma Gelmini: oltre cento cortei in 50 comuni, da Torino a Palermo. E’ la giornata mondiale per il diritto allo studio. Il 17 novembre di 71 anni fa le proteste dei giovani cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono messe a tacere dalla violenza nazista. E nello stesso giorno d’autunno del 1973 la stessa sorte toccò agli studenti greci massacrati dai carri armati del regime. Quest’anno poi, il 17 novembre dei giovani italiani arriva dopo un anno di proteste contro la riforma Gelmini e i tagli alla scuola pubblica.
Il 17 novembre italiano. Da Torino a Palermo, sarà una nuova occasione per farsi sentire. Ma per fare arrivare il messaggio bisogna mettercela tutta. Ci vorrebbero almeno 100 cortei. Tanti quanti quelli che domani sono effettivamente stati organizzati in oltre 50 comuni per celebrare la giornata internazionale del diritto allo studio. Per dire che “il ministro – spiegano dalla Rete degli studenti medi – continua a voler propinare al paese un progetto riformatore fatto di 5 in condotta, di prestiti d’onore, di limite di assenze, di didattica e ricerca indirizzati da privati, di rimandati e bocciature, che, oltre gli spot, sta letteralmente portando al collasso i nostri atenei e le nostre scuole, eliminando tutte le risorse, cancellando di fatto l’istruzione pubblica dal nostro Paese”. Studenti, sindacati, ricercatori, genitori e lavoratori protesteranno, canteranno, rifletteranno. Collaboreranno per il comune obiettivo di riformare davvero l’istruzione pubblica italiana, rilanciare la ricerca, produrre idee positive e ribadire che “senza investire sulla conoscenza il lavoro di domani non esiste”. Denunceranno la precarietà “come unica risposta alla disoccupazione” e sfileranno per le strade “per un mondo più giusto, meno orientato ai consumi sfrenati, più rispettoso verso l’ambiente”.

Al Nord. Dalle “tradizionali” parate agli “aperitivi della conoscenza”, dagli spettacoli alle letture in piazza. La protesta avrà forme e modalità diverse. Ma ad aprire il valzer studentesco internazionale, in Italia, saranno le classiche manifestazioni di piazza: oltre 100 cortei organizzati in più di 50 comuni diversi. E tutti rigorosamente “mattutini”: tra le 8.30 e le 14. Da Piacenza il corteo studentesco aprirà le danze alle 9,00. I manifestanti di Ravenna saranno in piazza Speyeralle insieme a quelli di Cesena e Ferrara. Bologna “la rossa” si concentrerà a piazza San Francesco dalle 10 del mattino, con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia nazionale. In Friuli, tre cortei partiranno da Trieste, Udine e Gorizia. In Lombardia, Milano farà da capo popolo. L’Assemblea regionale di tutti gli atenei e gli enti di ricerca della Lombardia comincerà nel primo pomeriggio ma il corteo studentesco partirà poco dopo l’alba da largo Cairoli, in concomitanza con quello di Brescia, Crema, Lodi e Pavia. In Liguria, la città d’Imperia scenderà in piazza dalle 9 mentre a Genova il corteo è previsto per le 15, in partenza da piazza Caricamento. Per il Veneto, Padova sarà l’unica città a ingrossare le fila della mobilitazione nazionale. Lasciati soli, i padovani hanno fatto le cose in grande. Come i colleghi piemontesi. Per il 17, a Torino, è in programma un’unica grande manifestazione. Ma sono 4 i concentramenti previsti: per gli studenti medi ed i “lavoratori della conoscenza” (i ricercatori) l’appuntamento è in piazza Arbarello. Gli universitari invece potranno scegliere se riunirsi al Palazzo Nuovo o nei pressi della facoltà di Fisica.

Al Sud. Il corteo studentesco romano si radunerà, come tradizione vuole, in piazza della Repubblica alle 9,30 ma per gli universitari l’appuntamento è poco prima: alle 9 in punto in piazzale Aldo Moro, a due passi da la Sapienza. Anche Viterbo, Cassino e Sora si uniranno in corteo a quell’ora mentre Latina e Rieti rimarranno sedute, con un sit-in di protesta organizzato nelle piazze centrali dei due comuni laziali. La Basilicata è sponsorizzata dagli studenti di Matera che partiranno da Piazza Matteotti mentre i calabresi di Cosenza manifesteranno a Piazza Loreto,  in perfetta sincronia con i colleghi di Reggio Calabria in marcia da Piazza De Nava. Poi sarà il momento dei napoletani che sfileranno da piazza Garibaldi a partire dalle 9,30, insieme a Nocera, Salerno ed ai casertani in marcia, alla stessa ora, da Piazza Ferrovia. A Benevento, piazza Risorgimento si trasformerà in un cimitero. Il “Corteo funebre della Conoscenza” concluderà le “esequie” sotto l’Arco di Traiano. In Puglia, Taranto, Foggia, Lecce e Brindisi faranno gli onori di casa. Il corteo barese sfilerà da piazza Umberto, e, a suon di tamburi, coordinerà anche la marcia delle altre parate pugliesi organizzate nei piccoli comuni di Gravina, Altamura, Monopoli, Ostuni e San Vito.

Al Centro e nelle isole. Pescara comincerà la protesta con il sorgere del sole. E gli studenti dell’Aquila scenderanno in piazza a più di un anno dal sisma del 2009. Per loro la protesta assume il valore della denuncia: “Del disagio, dell’assenza di borse di studio, servizi, mense, e del caro-affitti seguito al disastroso terremoto”. Gli “scapigliati” di Ancona partiranno da piazza d’Armi alle 10. In Toscana, a Firenze, i manifestanti si concentreranno in Piazza San Marco, alle 9,30. Mentre da Siena, Arezzo e Pisa il corteo partirà alle 9. La Sardegna ha scelto di fare le cose in grande. A Cagliari l’appuntamento di studenti e ricercatori è a piazza Garibaldi. Direzione piazza del Carmine. Nuoro partirà da piazza Sardegna, Sassari  –  come buon auspicio  –  ha scelto di convogliare i manifestanti proprio a piazza Università. Infine, la Sicilia. Che – a sorpresa – è la regione dove si contano più cortei in assoluto. Le città in movimento sono otto: Trapani, Enna, Catania, Messina, Patti (Me), Ragusa, Siracusa e Palermo dove le parate saranno due.

Diretta radiofonica a reti unificate. La giornata di mobilitazione verrà mandata in onda sulle radio  universitarie in una maratona multimediale alla quale parteciperanno 20 radio d’ateneo in collegamento dalle 10 alle 12 dalle rispettive piazze cittadine e che si incorceranno su Radio Bue. La diretta sul web sarà rilanciata da Repubblica.it.

Mobilitazione continua. Nel pomeriggio la protesta andrà avanti. E si tingerà di altri colori. A Roma, in piazza Navona dalle 16,30 alle 20,30, sarà il momento dell’arte con il gruppo “La casa del vento”, uno spettacolo con l’attore e regista Ulderico Pesce, un dibattito con Paolo de Nardis (sociologo), Paolo Leon (economista) e Lidia Ravera (scrittrice), e la proiezione di parti del film “La scuola è finita”. A Padova, fino alle 13, il Centro culturale Altinate aprirà le porte ad un incontro pubblico sul tema “La conoscenza motore dello sviluppo del paese” con la partecipazione di Susanna Camusso, segretaria generale Cgil e Domenico Pantaleo, Segretario generale Flc Cgil. Avellino ha organizzato un’assemblea dal titolo eloquente: “Essere studenti oggi”. La Statale di Milano sciopererà. La mobilitazione dei comparti dell’Università e Ricerca prevede infatti che tutto il personale getti la spugna per le ultime 4 ore di servizio. Stessa cosa a Torino e a Ferrara. Il black out è previsto per l’intera giornata del 17. A Messina, dalle 16, nel cortile del rettorato dell’università si terrà lo spettacolo teatrale “Pane e Divina Commedia”, in risposta alla ironica battuta di Tremonti sul “panino alla cultura”. Gli studenti di Alessandria, invece, ci berranno su con un “aperitivo” della conoscenza offerto dalla Camera del Lavoro al personale della scuola, a studenti e genitori. Ad Ancona, il Comitato degli iscritti Flc-Cgil della Politecnica delle Marche distribuirà davanti a tutte le facoltà mele con lo slogan: “Emergenza università: siamo alla frutta!”. Da Pesaro ad Urbino gli studenti faranno una “passeggiata per i diritti” durante la quale i “maratoneti” incontreranno lavoratori in cassa integrazione e docenti precari. A Cesena si studierà nei Giardini Pubblici dove si terranno “lezioni/azioni” di docenti e ricercatori.

Le richieste. Da Nord a Sud, il leitmotiv della protesta non cambia. “Vogliamo investimenti per l’edilizia scolastica, una legge nazionale sul diritto allo studio, innovazione nei metodi didattici, maggiore democrazia e partecipazione nei processi decisionali nelle scuole, ma soprattutto, vogliamo un modello radicalmente alternativo di scuola e università che già stiamo praticando dal basso nei centri del sapere in mobilitazione e che rivendichiamo in maniera organica nel progetto di Altrariforma”. Il messaggio arriva dall’Unione degli Studenti ma quello lanciato dalle altre realtà in mobilitazione gli assomiglia. Non poco. Link, Coordinamento degli studenti universitari, per esempio, dopo aver “smascherato il taglio dei fondi sul diritto allo studio che lascerà a casa 150.000 borsisti” manifesta per evitare che “si vada alla discussione in Parlamento del ddl Gelmini, che rappresenta l’atto finale di distruzione delle nostre università”. La Rete della Conoscenza (www. retedellaconoscenza. it) invece ha deciso di approfittare della giornata di mobilitazione internazionale e fare del 17 un’occasione per “affiancare le nostre iniziative a quelle di tanti studenti in Europa che si faranno sentire per veder garantito e ampliato il diritto allo studio per tutti”.

(16 novembre 2010) di GIULIA CERINO

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Università, cancellati i tagli ma solo per gli atenei privati

Università, cancellati i tagli ma solo per gli atenei privatida repubblica.it 16.11.10 – Dopo le proteste di alcuni rettori, nel maxiemendamento al ddl stabilità tornano i fondi che erano stati cancellati negli ultimi tre anni. Il governo dice che il provvedimento riguarda anche le statali, ma l’opposizione attacca: “E’ un trucco contabile”. Mentre l’università pubblica si arrabatta tra tagli, scioperi, riforme “epocali” e “giochi delle tre carte”, a quella privata il governo cancella i tagli degli ultimi tre anni. Nell’ultima versione del maxiemendamento alla legge di stabilità (ex Finanziaria) approvato dalla commissione Bilancio della Camera spunta anche un finanziamento di 25 milioni per “le università non statali legalmente riconosciute”. E’ bastato che alzasse la voce uno dei rettori “privati” più potenti d’Italia per fare capire al governo che non era cosa di insistere sulla strada del rigore anche per gli atenei non statali.

Di fronte ad un taglio che dal 2007 ad oggi aveva decurtato le somme destinate agli atenei privati del 45 per cento, il rettore dell’università Cattolica del Sacro cuore di Milano, Lorenzo Ornaghi, è venuto allo scoperto. “Gli effetti perversi dei provvedimenti dei governi dal 2007 a oggi  –  dichiarava pochi giorni prima della marcia indietro dell’esecutivo  –  stanno colpendo in maniera irragionevolmente dura, con diversi ‘tagli tecnici lineari’, le università non statali più di quelle statali, e fra tutte le non statali la nostra più delle altre”.

“Dopo che  –  chiosava Ornaghi  –  ci sono stati tolti 12 milioni di euro (dai 55 del 2007 siamo passati ai 42,9 del 2009), dal prossimo anno ci vedremo privati di ulteriori 13 milioni di euro, così attestandosi il finanziamento statale a quasi la metà di quello che era nel 2007 (da 55 milioni a 30,1)”. Anche per le statali, si potrebbe obiettare, il governo ha allargato i cordoni della borsa: con 800 milioni in più per il 2011, 500 per il 2012 e altrettanti per il 2013. Ma la deputata del Pd, Rosa De Pasquale, componente della commissione Cultura della Camera, spiega che si tratta di un trucco e che gli atenei italiani continueranno ad arrancare.

“Il ministro Tremonti  –  spiega la De Pasquale  –  presentando in commissione Bilancio la proposta di finanziamento dell’università è stato costretto a scoprire le carte prima di quanto aveva previsto. E nel merito  –  prosegue la deputata democratica – permane un forte taglio alle risorse per l’università, anche se il ministro cerca in tutti i modi di nasconderlo restituendo solo una parte del maltolto”. Vediamo perché. Secondo la De Pasquale quello degli 800 milioni è un trucco. “L’emendamento del governo effettivamente contiene la cifra in positivo, ma la legge di stabilità per il 2011, su cui opera l’emendamento, conteneva già un taglio per l’Università di 126 milioni di euro”.

“Inoltre  –  conclude  –  nel prossimo anno verranno a mancare i benefici di leggi che negli anni passati hanno innalzato il fondo: il contributo integrativo di Padoa Schioppa di 550 milioni e l’incremento dell’anno passato di 400 milioni finanziato dalle entrate del condono del rientro dei capitali all’estero che erano risorse una tantum. Sommando queste voci negative lo stanziamento 2011 parte da una diminuzione di 1076 milioni (dalla somma di 126+550+400) che viene compensata solo in parte dagli 800 milioni dell’emendamento, lasciando un residuo negativo appunto di 276 milioni”.

(16 novembre 2010) di SALVO INTRAVAIA

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Aut of Radio – Verso il 17 novembre…

verso il 17 novembreda uniriot.org (15 novembre) Si avvicina il 17 novembre, data internazionale di mobilitazione studentesca, tradizionalmente abitata e attraversata dai sindacati degli studenti, veri o presunti tali. Quest’anno però, alla luce di quanto avviene a Londra e dell’imminente arrivo alla Camera del ddl Gelmini, questa data assume un valore differente, fatto di ribellione e di voglia di futuro.

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Giornata internazionale dell* student*- Manifestazione a Perugia Mercoledi 17 Novembre ore 14 Ritrovo a Piazza Partigiani

Mercoledi 17 Novembre ore 14
Ritrovo a Piazza Partigiani

In occasione della giornata internazione dell* student* ci sarà a Perugia una manifestazione per:

– reclamare i fondi per le borse di studio
– rivendicare gestione realmente democratica degli spazi e dei tempi universitari
– reclamare reddito e welfare
– reclamare diritto alla mobilità
– opporci ai tagli e alle controriforme che impoversicono e gerarchizzano le nostre vite e alla riforma gelmini che sarà discussa e approvata entro il 25 novembre

La manifestazione terminerà a Piazza IV Novembre con interventi di precar* della scuola, ricercator*, borsist*, tutt* accomunat* dalla volontà di rispondere insieme all’attacco ai nostri diritti.

CI STANNO TOGLIENDO TUTTO

RIPRENDIAMOCI IL FUTURO!

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