di A.G.
Riforma superiori, anche la Commissione Cultura approva
A maggioranza arriva l’ultimo parere richiesto prima dell’approdo dei tre nuovi regolamenti in Consiglio dei Ministri: nel testo presentato dalla Aprea anche alcune richieste di modifiche. Ciò riduce le possibilità che il sì definitivo arrivi già in occasione del Cdm di venerdì 22. Anche perchè il giorno dopo è in programma il matrimonio del ministro Gelmini.
Come previsto il 20 gennaio la Commissione Cultura della Camera si è espressa sui regolamenti di riforma del secondo ciclo: nel testo viene chiesto di introdurre qualche modifica rispetto alla bozza iniziale, ma da una prima ricognizione il parere, anche da parte dei sindacati, appare decisamente positivo. Termina in questo modo l’estenuante iter dei pareri indispensabili (ma non vincolanti), espressi in successione da Cnpi, Conferenza Regioni, Consiglio di Stato ed altri organismi di settore, finalizzati all’approdo della riforma in Consiglio dei Ministri. I più ottimisti dicono che l’ok sia possibile già da venerdì 22.
Ma l’approvazione arriverà nel Cdm successivo. Anche perché la proposta dal presidente della Commissione, Valentina Aprea (Pdl), è stata approvata solo dai componenti della maggioranza. Il polemico no dell’opposizione, ma anche dell’Udc centrista da cui la Aprea si aspettava almeno l’astensione, potrebbe avere delle influenze in sede di stesura finale. Che non potranno di certo essere apportate in meno di 48 ore.
Come non potranno trovare accoglimento immediato alcune osservazioni contenute nel parere della Commissione Cultura: la quale (a dispetto del Mef) ha scritto che sarebbe opportuno avviare la riforma solo dalle prime classi. Oltre che sarebbe opportuno rendere più agevole il passaggio degli studenti da un corso all’altro (potenziando le cosiddette `passerelle’); soprattutto nel biennio iniziale, quando si è ancora in età di obbligo formativo, quindi fino a 16 anni. Tra le richieste della Commissione figura anche il cambio di nome del liceo scientifico tecnologico in informatico.
C’è poi un altro motivo, di carattere decisamente meno tecnico, che farà slittare l’approvazione della riforma in Cdm di alcuni giorni: sabato è in programma il matrimonio del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Una data importante, quella delle nozze, che appare incompatibile con la storica approvazione della nuova secondaria superiore.
In ogni caso, emendamenti o incompatibilità a parte, l’approvazione finale della riforma è solo questione di giorni: da quel momento in poi il Miur, che ha posticipato le iscrizioni alle superiori al 26 marzo (per gli altri cicli è confermata la scadenza del 27 febbraio), darà il via ad una imponente (almeno nelle intenzioni) campagna informativa sulle novità che caratterizzeranno nuove materie, quadri orari e organizzazione didattica. Novità che riguardano, è bene sottolineare, almeno 600mila studenti: quelli attualmente iscritti alla terza media ed il 20% circa dei bocciati al primo superiore. E’ a loro che si rivolgerà, soprattutto, la nuova riforma. Che prima di approdare in Gazzetta Ufficiale sarà attesa da altre due formalità: la firma del Capo dello Stato e il visto della Corte dei Conti.