di Saverio Monno
Stipati in
un’auletta al primo piano della Facoltà di Lettere e Filosofia, in via
dell’Aquilone, hanno preso parte alla prima lezione di un corso che li
terrà impegnati tutti i martedì e mercoledì fino alla fine di maggio. Il
credito formativo e l’attestato che acquisiranno partecipando ai
diversi appuntamenti settimanali, non sono altro che “sigilli”. La
soddisfazione vera e propria sta nel fatto che sono riusciti a
conquistare uno spazio “di vivibilità ed autonomia – come ha tenuto a
precisare Giacomo Ficarelli, del gruppo di ragazzi che ha progettato il
ciclo di lezioni – in un momento in cui le conquiste del passato sono
messe in discussione da quel pensiero unico che pare guidare l’azione
politica dei due principali partiti italiani e, molto più, all’indomani
dell’ingiustificato ed incomprensibile arresto di sabato sera in Piazza
IV novembre”. Questo dunque, il senso del seminario di autoformazione su
psichiatria e devianza, organizzato da alcuni studenti dell’Università
di Perugia, che ha preso il via, ieri pomeriggio, con una lezione, sugli
aspetti storici politici e socioculturali nell’Italia degli ultimi
settant’anni, del prof. Renato Covino, docente di storia contemporanea
presso l’ateneo perugino. L’idea del corso – ha spiegato ancora Giacomo –
che verterà sui temi della psichiatria democratica e su quella
rivoluzione del sistema manicomiale italiano, avvenuta intorno alla fine
degli anni ’70 con l’approvazione della legge Basaglia, nasce dalla
necessità di riportare in primo piano il tema del disagio mentale e
della follia”. Nel momento stesso in cui queste tematiche tornano,
infatti, al centro di un dibattito politico che non promette nulla di
buono e mentre in Parlamento sono addirittura sette le proposte di
modifica della legge Basaglia – con il Pd che si affianca al Pdl nel
riproporre il trattamento sanitario obbligatorio – occorre fornire e
diffondere gli strumenti critici necessari per un lavoro culturale di
trasformazione delle coscienze. Viene forse da questo genere di
iniziative un tentativo serio per spezzare il silenzio e
l’accerchiamento, per evitare, visto il tema e la cronaca più recente,
di essere di nuovo rinchiusi.
