da repubblica.it
La protesta in via Ripamonti. “Dormiamo in tenda fino a quando non saranno cancellati i tagli”
di FRANCO VANNI
Non mangeranno per “almeno tre giorni” in segno di protesta “una politica che sta uccidendo la scuola pubblica, creando disoccupati e facendo a pezzi l’offerta didattica”. Sono quattro i giovani insegnanti precari che allo slogan “siamo affamati di dignità” hanno deciso di vivere di sola acqua. Si sono accampati di fronte al provveditorato, in via Ripamonti, a Milano. Dormiranno in tenda o in camper, fino a
quando “il governo non cancellerà i tagli alla scuola pubblica”. Sono supplenti che, per effetto della riduzione del numero delle cattedre, non hanno riconfermato il posto dello scorso anno.
La protesta davanti al Provveditorato
Le operazioni di nomina degli insegn
anti precari sono ancora in corso: nella migliore delle ipotesi da settembre faranno qualche supplenza, oppure resteranno a casa. Il colore della protesta è l’arancione. “La scuola è al collasso e noi insegnanti precari ne subiamo le conseguen
ze più gravi – dice Miriam Petruzelli, 34 anni, insegnante di sostegno in attesa di nomina e rappresentante del Movimento scuola precaria di Milano – Rifiutare il cibo è un atto estremo, ma non si può più aspettare”.
Gli altri tre docenti che hanno cominciato lo sciopero della fame sono Cristina Virardi, 29 anni, Alessandro Risi, 37 e Davide Bondesan, 28. “La nostra – spiegano in un comunicato – è una protesta non solo per rivendicare il nostro posto di lavoro, ma anche e soprattutto per difendere la qualita’ della scuola pubblica”. I docenti in protesta, che hanno ricevuto la solidarietà di sindacati Cub Scuola e Flc-Cgil, si oppongono anche agli ammortizzatori sociali che lo scorso anno la Regione aveva garantito a 1.200 precari rimasti senza posto: “Non vogliamo l’elemosina – dicono – vogliamo solo lavorare in modo dignitoso”.