Roma, 17 settembre 2010 – Pubblichiamo i punti stilati dall’assemblea nazionale dei ricercatori lanciata dalle Rete 29 Aprile e tenutasi lo scorso venerdì 17 settembre presso la Facoltà di Chimica della Sapienzaa cui molti stusenti hanno partecipato per costruire una generalizzazione del conflitto a partire dalle università – L’ assemblea ritiene indispensabile che vengano accolte le proposte di riforma e le richieste contenute nel documento del coordinamento della R29A del 10.9.2010: ruolo unico della docenza, finanziamenti per Ricerca e Università, Diritto allo Studio, contratto unico pre-ruolo, distinzione tra reclutamento e progressione di carriera, governance democratica e trasparente
– IL RITIRO degli ingiusti tagli sugli scatti stipendiali – che si fermi l’iter parlamentare, che si apra un confronto e che vengano immediatamente ripristinate le condizioni finanziare per consentire le attività didattiche e di di ricerca.
– che si avvii una discussione pubblica sulla funzione e il ruolo dell’università e della ricerca nel nostro Paese insieme alla scuola e gli enti pubblici di ricerca, a partire dalle tante proposte che questi soggetti possono condividere: dall’autonomia di scelta degli studenti e dall’autonomia e indipendenza della ricerca.
– l’avvio di un grande processo di partecipazione per costruire un’altra riforma dell’università.
– riavviare le procedure di reclutamento e di progressioni ordinarie, nonchè promuovere un reclutamento straordinario basato su un sistema di valutazione trasparente, per consentire un reale rinnovamento del corpo docente
– mobilitarsi in difesa del diritto allo studio, già largamente compromesso, che viene trasformato in privilegio per pochi, in un Paese con un welfare inadeguato a consentire eguali opportunità e garanzie per il futuro.
– mantenere l’indisponibilità alla didattica non obbligatoria non in contrapposizione con gli studenti e le loro famiglie ma al contrario nell’interesse di una riforma diversa che garantisca per davvero il Diritto allo Studio in tutti i suoi aspetti, fino a quando le richieste di cui sopra non trovino risposte adeguate.
– chiedere il rinvio dell’inizio dell’anno accademico, come segnale da parte di tutte le componenti dell’Universtà e presa d’atto dell’impossibilità di un regolare funzionamento dell’università nelle attuali condizioni e prospettive.
Chiediamo a tutto il mondo universitario di non limitarsi ad appoggiare la protesta, ma di prendervi parte attiva, ciascuno con il proprio ruolo e peculiarità nell’interesse generale.
Crediamo che ogni tentativo ed espediente teso ad aggirare il disagio provocato dalle indisponibilità sia un atto contro l’università pubblica.
L’accelerazione dell’iter alla camera richiede una risposta forte e collettiva.
– Fin da subito sarà necessario costruire momenti comuni con gli studenti (assemblee, lezioni in piazza, didattica alternativa, iniziative di protesta e sensibilizzazione) dentro e fuori gli atenei, per accrescere il consenso intorno alla protesta e decidere l’agenda e le forme delle mobilitazioni territoriale coordinandosi anche con i precari, gli studenti e i lavoratori dell’università. In particolare riteniamo cruciali le giornate di inizio ottobre: 4, 5 e 6, anche considerando l’importante mobilitazione degli studenti medi dell’8 ottobre e lo sciopero già indetto nella stessa data.
– proponiamo a tutte le componenti dell’università e del mondo della conoscenza alle forze sociali e politiche che hanno a cuore la sopravvivenza di questo sistema e il suo rilancio di organizzare in coincidenza dell’inizio dell’iter parlamentare del DdL un presidio-manifestazione a Montecitorio .
– L’assemblea ritiene indispensabile avviare un percorso condiviso con la scuola la ricerca e l’università per una mobilitazione comune, che esca fuori dalle mura degli atenei.
Per questo sarà importante connettersi alle altre mobilitazioni in difesa del lavoro, della dignità dei lavoratori e per il bene comune.