Noi la
crisi non la paghiamo
Il 28 ottobre scorso,
come Onda Perugia, abbiamo presidiato il rettorato rivendicando il
diritto per tutti, studenti e studentesse, precari e precarie, di
accedere liberamente ai verbali delle riunioni dei Senati Accademici
e del Consiglio di Amministrazione e ai bilanci d’ateneo.
Avevamo collegato il tema
della mancanza di trasparenza e partecipazione, in sostanza di
democrazia, negli organi accademici con la questione dell’aumento
delle tasse, deciso in gran segreto e accolto con freddezza dalle
rappresentanze studentesche che, a fronte di una dequalificazione complessiva di tragiche proporzioni ,hanno messo in campo un’opposizione
alquanto timida accontentandosi di risultati minimi.
Pur votando contro
l’aumento delle tasse le suddette rappresentanze, probabilmente per
non disturbare troppo il manovratore-rettore, non si sono interrogate
nelle sedi adeguate riguardo dove fossero finiti quei soldi
Noi invece vogliamo
sapere dove sono finiti i soldi e perché è stato ritenuto
necessario un aumento delle tasse, pensato peraltro ben prima della
celebre bocciatura del nostro ateneo dalla classifica delle virtuose
di fine luglio.
Vogliamo sapere come
vengono investiti i nostri soldi.
Vogliamo poter
controllare e decidere di come vengono investite le nostre tasse,
come sono impiegati i frutti del nostro lavoro cognitivo.
Vogliamo un’università
che sia veramente un bene comune dove contino tutti, non solo il
rettore e i docenti ordinari.
Vogliamo che i
finanziamenti non siano distribuiti tra pochi.
Non vogliamo essere
sempre noi, studenti e studentesse, precarie e precari, a pagare i
tagli che vengono effettuati.
Vogliamo un mutamento
radicale: non basta la diminuzione delle tasse, se dopo l’università
chiuderà corsi ed esami e continuerà ad offrire servizi scadenti.
Vogliamo trasporti,
sanità, alloggi e la ricompensa al lavoro che svolgiamo tutti i
giorni e alla ricchezza che creiamo.
Non vogliamo pagare i
costi della crisi e dei tagli della Gelmini, né l’incapacità dei
rettori come Bistoni.
Siamo convinti che
l’unica via per rendere l’università un bene comune sia
distribuire il potere decisionale equamente, rendendo partecipi
student* e precar* e rendere tutte le decisioni trasparenti affinché
sia reso possibile il controllo della collettività sulle decisioni
prese, primo passo verso una reale democraticità.
Ci vediamo per reclamare
tutto questo
GIOVEDI
26 NOVEMBRE
ORE
10:30
ENTRATA
FACOLTA’ SCIENZE POLITICHE