Aderiamo alla manifestazione de* precar* perché con voi condividiamo almeno due grandi orizzonti critici: un futuro di incertezza e lo smantellamento completo del sistema dell’istruzione.
L’attacco che subisce la scuola presenta molte analogie con quello cui è sottoposta l’università: taglio improvviso e di proporzioni enormi dei fondi, gestione autocratica della riforma, mancanza di democrazia nei processi, e le due riforme paiono essere subordinate al medesimo piano.
Le abbiamo chiamate riforme, ma avremmo potuto chiamarle liquidazioni: il progetto del governo pare infatti essere quello di togliere dal bilancio statale due voci di spesa che ritiene inutili.
La precarietà che voi vivete è poi la stessa nostra precarietà: quella di una vita senza garanzie, in una condizione di ricattabilità, in cui si vende il proprio lavoro senza prospettiva né possibilità di qualsiasi progettualità.
Condividiamo con voi la medesima precarietà anche perché la scuola riformata, che ha bisogno di pochi insegnanti, prima espellerà i precari di oggi e poi rigetterà senza appello tutti quelli che stanno progettando i loro studi in base alla passione e alla prospettiva di diventare maestri e maestre, professori, professoresse e insegnanti.
Protestiamo con voi per garantire la sopravvivenza della scuola e dell’università pubbliche e per i nostri diritti, al lavoro e allo studio, e per i diritti di chi verrà dopo di noi.
Onda Perugia