Piccola premessa: il CPS ha proposto uno sciopero nazionale per l’11 dicembre da molto tempo, da almeno un mese. Il PD ha deciso di organizzare la sua iniziativa Mille piazze per l’alternativa proprio l’11 dicembre. Evidentemente al PD non basta aver oscurato la questione del precariato scolastico già il 3 ottobre e vogliono fare il bis. Al CPS, che chiedeva al PD il perchè di questa sovrapposizione è stato risposto che non se ne erano accorti. Evidentemente la sensibilità del partito democratico non prevede il senso del ridicolo (nota nostra).
segue l’articolo:
di A.G.
Chiedono d’incontrare il presidente della Regione per discutere i motivi che hanno portato la Giunta ad accordare solo 1.800 contratti di disponibilità a fronte di 7.000 precari rimasti senza lavoro. Intanto il Pd, tramite Bachelet, risponde al CPS: la sovrapposizione dell’11dicembre è stata una grave distrazione causata dal passaggio di consegne interne. Ora la patata bollente è nella mani di Bersani.
Tornano a protestare i precari della scuola attraverso l’adozione di iniziative plateali: dopo alcune settimane di “stanca” del moto di contestazione, contro tagli e mancate assunzioni sui posti vacanti, il 30 novembre cinque supplenti palermitani, appartenenti al personale Ata, hanno iniziato lo sciopero dalla fame davanti al palazzo della Regione.
E visto che non è più estate, i cinque lavoratori non di ruolo si sono sistemati all’interno di una tenda. Da lì intendono muoversi solo per incontrare il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, con cui discutere i motivi che hanno portato la Giunta regionale ad accordare solo 1.800 contratti di disponibilità a fronte di oltre 7.000 precari che quest’anno sono rimasti senza lavoro ed in attesa di una chiamata dai presidi.
La non facile scelta dello sciopero della fame è giunta durante una sentita assemblea nazionale dei precari della scuola, svolta domenica 29 novembre all’Università del capoluogo siciliano. In quella sede i precari hanno analizzato il regolamento di accesso ai contratti di disponibilità e la disponibilità offerta dala Regione: in tanti, tra cui i cinque che stanno manifestando in digiuno (Calogero Fantauzzo, Giovanni Bologna, Agata Calcavecchia, Pietro Di Grusa e Pietro Prester), hanno capito che per loro quest’anno se non incorrerà un colpo di fortuna sarà davvero dura lavorare. Ed anche accedere agli ammortizzatori.
Da qui è scaturita la protesta. Che forse per alcuni si potrebbe rivelare eccessiva: sembra, infatti, che tra i promotori dello sciopero vi sia un precario con dei problemi di salute.
"La preoccupazione- ha detto Mila Spicola, responsabile scuola del Pd a Palermo – si somma alla considerazione dell’assenza totale di azioni prese dall’attuale governo regionale di Lombardo, impegnato a contrastare le sue crisi interne, piuttosto che le crisi drammatiche che investono la nostra Regione, a contrasto dei tagli provocati dalle leggi Gelmini. Anzi, ai tagli nazionali si sono sommati, (oltre il danno la beffa), recenti tagli regionali che investono il comparto scuola e che si sommano alle inadempienze croniche degli enti locali".
La protesta dei precari di Palermo giunge a pochi giorni dalla manifestazione di Roma con la Flc-Cgil. Su cui continua ad aleggiare la fondata possibilità di svolgimento della manifestazione in contemporanea del Pd. Dopo la richiesta di chiarimenti del Coordinamento precari scuola è giunta la risposta del primo partito d’opposizione. Che attraverso una dettagliata risposta dell’on. Giovanni Bachelet a Brunello Arborio, del Cps, è ha giustificato la sovrapposizione con il "passaggio delle consegne" tra vecchio e nuovo Pd: questa situazione avrebbe "assorbito gran parte delle energie e non sono mancate confusione e distrazioni anche molto gravi, come quella che ci ha fatto annunciare lunedí scorso le nostre due giornate di mobilitazione per l’11 e 12 dicembre. Purtroppo nessuno di noi si è accorto in tempo della coincidenza di una delle due date, venerdí 11 dicembre, con lo sciopero generale della scuola indetto da Flc Cgil, Coordinamento precari scuola, Usi-Ait e Sisa".
Cosa accadrà ora? Bachelet fotografa la situazione che si è venuta a creare come un "guaio" da "aggiustare insieme". E poi aggiunge: "il problema è ora nelle mani di Bersani. A me sembra difficile che il Pd possa rimangiarsi la data ma spero che il segretario ci sorprenda e ci tiri fuori da questo sfortunato impasse con qualche idea intelligente. Non accorgersi in tempo di questa coincidenza è stata certamente, da parte nostra, un’imprudenza molto grave; fra la vostra piattaforma e la nostra ci sarà forse pure qualche legittima differenza; pensare però che il Pd abbia fatto apposta a sovrapporsi alla data del vostro sciopero mi pare una cattiveria surreale".