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Onda Perugia aderisce al presidio di domani sotto la sede Rai di Perugia indetto dal Coordinamento de* precar* della scuola

Precar* della scuola, studenti e studentesse medi e universitari sono uniti dal terrificante attacco portato al sistema dell’istruzione nel suo complesso da Tremonti e dalla Gelmini ma soprattutto dalla volontà di lottare per un sistema formativo che sia migliore di quello esistente e diverso da quello che ci viene prospettato dalle attuali contro- riforme.

L’attacco che Scuola e Università subiscono è palesemente finalizzato allo smantellamento di ogni comunità intellettuale, di ricerca e di produzione scientifica e comporta una gravissima lesione del diritto allo studio che dovrebbe essere garantito, secondo il dettato costituzionale, a tutti e tutte.

Le due Istituzioni in oggetto sono poi sottoposte ad un processo di distruzione dei funzionamenti democratici in esse presenti. Se per quanto riguarda la scuola possiamo citare la riorganizzazione accentratrice derivante dal progetto Aprea per l’Università vediamo che è già in atto uno svuotamento di senso degli organi decisionali in funzione dell’accentramento di potere da parte dei Rettori, processo che subisce un’accelerazione in conseguenza del nuovo Disegno di Legge Gelmini.

Ma ciò che più ci interessa sono le soggettività che dalle contro- riforme in atto rischiano di essere annullate. L’attacco a scuola ed università pubbliche è solo un aspetto dell’attacco allo stato sociale nel suo complesso e, dunque, ai diritti sociali di tutt*. Il diffondersi pervasivo di un’ideologia che legge tutto il pubblico come parassitario, perché destinatario di sussidi, sembra mirato al disconoscimento del pubblico stesso, ma, in realtà, ha come obiettivo espropriare le persone, nel nostro caso student*, precar*, docenti, del valore sociale (ed economico) che producono.

La precarietà che vivono i/le precar* della scuola è la medesima degli/delle universitar* e dei/delle precar* dell’università. La Scuola e l’Università contro- riformate avranno bisogno di pochi docenti sfruttati e malpagati e, soprattutto, di pochi cervelli pensanti in modo autonomo. I precari di oggi rischiano di non raggiungere mai l’agognato contratto a tempo indeterminato. Gli/Le student*, che oggi stanno progettando i loro studi sulla base della passione e della prospettiva di diventare maestri e maestre, professori e professoresse, diventeranno i precari di domani, con prospettive ancora peggiori di quelle attuali.

Lo smantellamento dell’Università e della Scuola pubbliche, intesi come luoghi di socialità, non possono che farci presagire un futuro dove saranno accentuati i processi di rottura dei legami sociali e di atomizzazione che sono già in atto. Ci dovremo rassegnare a individui completamente distaccati dal reale, che in esso non si situano e che di esso non sanno prendere coscienza?

Protestiamo con voi per garantire la sopravvivenza della scuola e dell’università pubbliche e per i nostri diritti, al reddito e allo studio, e per i diritti di chi verrà dopo di noi.
Invitiamo tutti i cittadini e le citttadine a parteciapare al presidio del 6 novembre perché la fine della scuola e delle università pubbliche non riguarda solo chi lì studia e lavora ma tutti quanti.
Pretendiamo visibilità perché la salvaguardia dell’istruzione riguarda tutti e tutte.

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