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La Gelmini e gli scontri a Torino: testimonianza e riflessioni di una precaria


Da una lettera di un’insegnante precaria a La Stampa (lettera non pubblicata del 23 novembre scorso): Il Ministro Gelmini delle Eccellenze in città. Ovvero: hai vuoluto una cattedra e mò… pedala.

Anche io ieri, in bicicletta, ho inseguito invano la Gelmini in giro per la città. Ho galoppato come un segugio tutto il pomeriggio con l’unico istinto irrefrenabile di guardare il mio Ministro dritto dritto negli occhi. Dopo alcune puntate andate a vuoto, prima al Miur e poi in Piazza Bernini, verso le ore 15 raggiungo la delegazione degli studenti radunati sotto la sede del Pdl ad attendere Mariastar.

Ma della Gelmini manco l’ombra. Non dormo in un centro sociale, non sono violenta, a nessuno fino a ieri è mai saltato in mente di farmi passare per una facinorosa. Sono una docente precaria della scuola, oggi disoccupata. C’ero anch’io, e c’erano anche molti studenti, studenti di ogni genere e specie, con le facce fresche ed innocenti dei vent’anni o forse meno…non erano ‘solo persone appartenenti ai centri sociali’, né erano tantomeno ‘trenta facinorosi’. C’era anche una mia allieva del liceo dell’anno scorso, in carne ed ossa, pensate un po’.

Sono laureata in fisica con il massimo dei voti, parlo l’inglese e il francese, so programmare, nel mio CV ci sono dieci anni di ricerca all’Ecole Politechnique Fédérale de Lausanne nel campo delle nanostrutture ed insegno alle scuole superiori da cinque. Cavandomela, peraltro, piuttosto bene.

Sono insomma un cervello in fuga ahimè rientrato alla base,dopo aver fatto ricerca per gran parte della sua vita proprio in quel tipo di  centri di ‘eccellenza’ visitati dal ministro, anzi direi maggiormente riconosciuti a livello nazionale ed internazionale.

Sono nel mio piccolo un‘”eccellenza” nella scuola, e lo stesso posso dire di molti dei miei colleghi con cui mi tocca dividere la sventura di una laurea nel cassetto e decenni di esperienza professionale nel cestino della carta straccia. La Gelmini ha dichiarato ieri, a proposito dei tafferugli “Io vorrei che si analizzassero senza preconcetti i provvedimenti decisi dal governo, come il decreto salva-precari appena approvato” : bene, noi precari abbiamo analizzato i provvedimenti, li abbiamo studiati nei dettagli, ne abbiamo discusso in coordinamento attraverso il web lungo tutta la penisola, articolato alla mano: non si tratta di preconcetti, gli articoli della salva-precari parlano chiaro. Se poi si vuole screditare un interlocutore fastidioso, basta dirlo, non è questo il modo.

Il succo è che il decreto, in gergo ri-nominato ammazza-precari, NON salva i precari, né quelli che vi rientrano, né tantomeno quelli che ne sono esclusi, come la sottoscritta insieme ad almeno altri 20.000 malcapitati.

Il decreto del quale il nostro Ministro va così fiera, attua inoltre una forte discriminazione tra precari in possesso di abilitazione e precari che non l’hanno .Questi docenti, che hanno regolarmente prestato servizio annuale fino all’altro ieri, senza sentirsi diversi dai propri colleghi, vengono oggi volutamente esclusi da un provvedimento che cerca di mettere una pezza ad un taglio di personale che sta contribuendo al non normale svolgimento dell’anno scolastico.

Il mio Datore di Lavoro, il Ministro mio e dei miei studenti, qui a Torino si è nascosto peggio di un topo, senza un minimo di dignità, di orgoglio, di capacità di interloquire: come un degno ed invisibile rappresentante del Nulla Che Avanza.

Io ho galoppato come un segugio tutto il pomeriggio con l’unico istinto irrefrenabile di guardarla dritto dritto negli occhi e vederci dentro un po’ di vergogna. E invece niente.

 

Sara Mautino

Precari Autoconvocati della Scuola di Torino

 

www.autoprecari.altervista.org

Posted in Rassegna Stampa.