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Quale riforma per l’università


di Walter Tocci

da centroriformastato.org

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Tutto lascia pensare che l’università italiana abbia preso una china discendente. I problemi ci sono sempre stati, ora però le debolezze e i difetti sembrano entrati in un circuito di autoesaltazione. I processi in atto sembrano sfuggiti di mano ai soggetti che dovrebbero contribuire a governarli. L’accademia si dimostra impotente a emendare i propri errori, ha perso la fiducia in se stessa, soprattutto nella possibilità di autoregolarsi, e per la prima volta si predispone ad accettare, in alcuni casi a desiderare, un’invasione di poteri esterni che possano mettere ordine nel proprio regno, come le signorie italiane del Cinquecento. La politica sembra passata lì per caso e osserva dal di fuori le deformazioni del sistema, come se non la riguardassero, come se non fossero diretta conseguenza delle sue decisioni legislative e finanziarie. I media ripetono i soliti luoghi comuni, dimenticando di aver annunciato sempre con titoli trionfalistici e in alcuni casi di aver promosso le così dette riforme che hanno sfiancato l’università italiana. Gli imprenditori pontificano sull’education, ma se si tratta di fare mecenatismo preferiscono spendere per le squadre di calcio, certo non per la conoscenza…

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Posted in Rassegna Stampa.