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Lettera di una studentessa. Vienna marzo ’10: controvertice studentesco vs Bologna Ministerial Conference

da infoaut.org

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Dall’ 11 al 12 marzo i ministri dell’educazione di 46 paesi europei sono stati invitati a Vienna e Budapest in occasione del giubileo dei 10 anni dalla firma del trattato di Bologna (Bologna Ministerial Anniversary Conference 2010). Le ampie proteste studentesce a Vienna e in tutta Europa si stanno muovendo per organizzare un controvertice studentesco di protesta contro queste celebrazioni che ci sembrano una grandissima presa in giro!

Lettera di una studentessa

Sono una studentessa svizzera che studia all’università di Losanna. La lettera che vi scrivo nasce da un mio forte desiderio e da una spontanea iniziativa personale. Non sapevo a chi mandarla, allora ho deciso di mandarla a tutti quelli che potevo. Tutta l’Europa germanofona è stata investita da un ondata di proteste contro l’attuale sistema di studi universitari. Da Vienna a tutta la Germania ed ancora ad altre le occupazioni si sono estese a macchia d’olio.

La mia università, come tutte le altre più importanti università svizzere nei mesi di novembre e dicembre sono state occupate, un unione senza precedenti nel mio paese. La protesta losannese è nata nel giro di una settimana con l’intento di dare un messaggio forte di solidarietà agli studenti delle altre università che da qualche settimana stavano già occupando degli auditori nelle varie università. La nostra prima assemblea generale ci ha però ben presto portato a renderci conto che quello che stavamo facendo era ben diverso. Non appena è stata suscitata la discussione tra i circa 300 studenti presenti abbiamo capito quanto questa università, la nostra, stava diventando sempre di più un luogo soffocante, élitista, di uniformizzazione del sapere e anche quanto le promesse pubblicitarie che erano state fatte a promozione di Bologna di mobilità, eurocompatibilità etc… non solo non sono state mantenute, ma addirittura che le possibilità di spostamento per gli studenti siano diventate ancora più difficili.

L’assemblea ha deciso di occupare perché si era resa conto quanto profondo e complesso fossero gli interrogativi che ci opprimevano. Di quanto ci fosse necessario e vitale avere uno spazio che si trovasse al di fuori della logica quotidiana e individualista. Molte cose sono successe da allora , il nostro movimento è nato spontaneo e multiforme, scoordinato e così resta. I gruppi di lavoro nati durante l’occupazione (finita due settimane fa) continuano il loro lavoro e il nostro obbiettivo è, al rientro degli esami e dalle vacanze forti e determinati, anzi più forti e più determinati. Oggi c’è stato il primo incontro svizzero tra gli studenti delle varie università, le cose si muovono, a memoria non ci si ricorda quando in Svizzera, simbolo del multilinguismo, ma anche del capitalismo e dell’uniformazione al sistema, qualche cosa del genere sia stato possibile.

Parlavamo in tedesco, in francese, in italiano, ma non abbiamo permesso alle lingue di essere d’intralcio alle idee, e non abbiamo permesso alle tante piccole declinazioni regionali del sistema universitario di non farci vedere quale sia la volontà e la tendenza dietro a queste declinazioni: “Un università privatizzata, un università solo per i figli dei ricchi, un università che non ti permette di lavorare durante gli studi, un università non più fatta per formare uno spirito critico nello studente… la figlia perfetta per i perfetti figli di un sistema neoliberista che stringe le sue catene attorno tutta il globo soffocandone il respiro”. Quello che ho scritto fino a qui sono soltanto mie parole, il mio scopo è anche e soprattutto di diffondere un invito. Esso nasce dallo spazio occupato di Vienna: “Dall’ 11 al 12 marzo i ministri dell’educazione di 46 paesi europei sono stati invitati a Vienna e Budapest in occasione del giubileo dei 10 anni dalla firma del trattato di Bologna (Bologna Ministerial Anniversary Conference 2010). Viste le condizioni delle università e le ampie proteste in corso per ottenere un educazione libera le celebrazioni previste ci sembrano una presa in giro del personale e degli studenti. Il processo di Bologna, l’unificazione dello spazio universitario europeo, che erano stati proposti come un miglioramento che avrebbe portato dinamismo e mobilità hanno lampantemente mancato queste aspettative.

Il programma di studi altamente scolarizzato e la pressione per completare nel minor tempo possibile gli studi rendono più difficili gli spostamenti all’estero per un semestre. Il nuovo sistema di studi rende più acentuata la selezione sociale. Il bachelor è pensato per essere frequentato da un gran numero di studenti, mentre Master e dottorato sono pensati unicamente come programmi d’élite, cosa che a lungo andare finirà per penalizzare in maniera particolarmente accentuata le donne. Oltre a questo c’è il cronico sottofinanziamento delle università e delle alte scuole professionali, l’introduzione (ndt. in Austria e Germania) delle tasse universitarie e una diminuzione della libertà accademica. La grave situazione finanziaria costringe sempre più le università e le alte scuole professionali a cercaare degli investitori privati, cosa che indebolirà la libertà accademica e la ricerca.

L’allineamento dei programmi di studio agli interessi del mondo economico sulla scia del trattato di Lisbona non coinvolge solamente le università ma è messo a linea guida a tutto il sistema scolastico, e questo, ovviamente, limita la possibilità di studi con al centro l’autocritica e la possibiltà di imparare. In considerazione di questa situazione catastrofica, non vediamo alcuna ragione per cui il 10 anno dall’introduzione della riforma di Bologna debba essere celebrato. Le proteste avvenute in tutta Europa sia tra i docenti che tra gli studenti ci mostrano come i politici non possano più decidere sui nostri futuri. La strategia di Bologna si è mostrata erronea e non vediamo il motivo per cui avvengano queste celebrazioni internazionali. La riunionione ci sarà e noi vogliamo accoglierla bloccandola con scioperi e azioni.

Un contro vertice degli studenti universitari di tuttta europa critico e che riesca portare le proteste studentesche dal nazionale all’internazionale.” Il mio sogno è che per marzo si riesca ad organizzarsi e che tanti piccoli bus partiti da tutte le università d’Europa diventino una marea incontrollabile di persone che riescano a concretizzare questa idea di controvertice. A Vienna si stanno organizzando, piano piano arriveranno sempre più notizie.

Saluti sys

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