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Napoli- Liceo Genovesi, sanzioni per chi ha occupato

di Bianca De Fazio

da napoli.repubblica.it

Dopo oltre un mese di occupazione dell’istituto i docenti dell’istituto
meditano le sanzioni disciplinari contro i ragazzi che hanno scelto
l’occupazione del liceo per protestare contro la politica scolastica e
non solo del governo Berlusconi. La mamma di uno degli studenti
chiamati a giustificare il gesto: "Non si convoca un minore in assenza
dei genitori, visto che siamo noi genitori responsabili delle loro
azioni"

Pugno di ferro contro chi ha occupato. I docenti del liceo Genovesi, dove ieri sono riprese le lezioni dopo oltre un mese di occupazione dell’istituto, preparano sanzioni disciplinari contro i ragazzi che hanno scelto l’occupazione del liceo per protestare contro la politica scolastica e non solo del governo Berlusconi. Ieri mattina, nel corso delle lezioni, oltre 40 studenti (secondo indiscrezioni sarebbero 40 liceali e 15 ginnasiali) hanno ricevuto una lettera che li convoca dinanzi al Consiglio di classe, per esporre le proprie ragioni prima che i docenti prendano "decisioni in merito alle sanzioni di competenza" si legge nelle lettere.

"Siamo dinanzi a una rappresaglia", protestano i ragazzi, alcuni dei quali hanno anche deciso di non dare seguito alla convocazione, di non presentarsi dinanzi ai professori e al preside riuniti per gli scrutini di fine trimestre. La lettera è stata accolta con sconcerto dai ragazzi, ma con preoccupazione da parte dei genitori degli stessi. "Sto scrivendo al preside del Genovesi – racconta la madre di uno degli studenti – per esprimergli il mio fermo disappunto: non si convoca un minore in assenza dei genitori, visto che siamo noi genitori responsabili delle loro azioni. Se ci sono capi d’accusa contro di loro, deve esserci un reale contraddittorio, con un garante per gli studenti. Non li si può chiamare uno alla volta dinanzi a 10 docenti. Lo studente, in queste condizioni, avrà sempre torto".

I capi d’accusa contro i ragazzi ci sono. E sono contenuti nella lettera: si contesta – vi è scritto – l’occupazione della sede centrale dell’istituto dal 2 dicembre al 5 gennaio, con la conseguente interruzione dell´attività didattica e del lavoro di segreteria. E si contestano anche "i danni materiali e lo smarrimento di alcuni sussidi didattici". Le lettere, regolarmente protocollate e firmate dal dirigente dell’istituto, Salvatore Lettieri, si sono abbattute come un fulmine a ciel sereno sulla ripresa delle lezioni. Gli studenti sanno che per molti degli occupanti c´è l´eventualità del 5 in condotta, ma sottolineano la contraddizione tra quanto sostenuto da preside e docenti nelle settimane di occupazione, quando si cercava la mediazione e ai ragazzi si diceva che non ci sarebbero state ritorsioni, e la lettera di ieri. Lettera che cita, nel convocare gli studenti, l´articolo 28 del regolamento d´istituto del Genovesi: "La responsabilità disciplinare è personale. Prima di comminare qualsiasi sanzione l´organo competente deve invitare lo studente che ha tenuto un comportamento scorretto a esporre le proprie ragioni. Il Consiglio di classe ascolta lo studente prima di prendere decisioni in merito alle sanzioni di competenza".

La convocazione dei ragazzi sarebbe dunque regolamentata dalle norme della scuola, ma ci si chiede, tra l’altro, sulla base di cosa siano stati scelti quegli studenti e non altri, visto che l’occupazione era stata votata – e poi s’era tenuto un successivo referendum che confermava la scelta – da oltre 500 alunni partecipanti all´assemblea. Il clima di tensione, che non restituisce serenità ai ragazzi tornati dietro i banchi, è tanto evidente da aver convinto qualche genitore a spostare il figlio in un altro liceo 

Posted in Rassegna Stampa.