Skip to content


L’uso ideologico della scuola

da l’altronline

di Simonetta Salacone*

Torno sul tema della “giornata del ricordo” che nella scuola che dirigo (come in moltissime, forse la maggioranza) delle scuole elementari del Paese non è stata celebrata, per dare alcuni chiarimenti a chi la scuola non la conosce e a chi non fa il mestiere dell’insegnante.

Primo: la scuola non è luogo di celebrazioni, ma di educazione attraverso lo studio e l’approfondimento culturale dei fatti. Secondo: i contenuti della programmazione sono scelti dai docenti, all’interno di “indicazioni programmatiche” e vengono opportunamente adeguati alle età e alle capacità degli alunni, alle situazioni e ai contesti. Terzo: la storia non si legge con l’ottica dei “buoni – cattivi”, la scienza non si affronta secondo le categorie del “vero –falso”, i prodotti dell’arte non si giudicano con lo sguardo del “bello – brutto e del “conforme alla morale corrente” e così via. Per questo una buona scuola mette a confronto idee diverse, pone dubbi e domande, insegna ai bambini, sin dalla più tenera età, e poi ad adolescenti e giovani ad affrontare problemi,cercando risposte nei fatti, nei documenti, nelle ricerche già effettuate da studiosi, nella cultura socialmente consolidata e raccolta nei corpi disciplinari … sapendo però che nessuna risposta è mai definitiva, che i prodotti della ricerca non sono mai acquisiti in maniera definitiva, che ogni contenuto disciplinare è rivedibile. Solo così si dà spazio al pensiero critico e si aiutano bambini e giovani a non avere paura delle proprie idee, anzi a saperle esprimere liberamente, a saper accettare il confronto, senza presunzione, ma anche senza timidezza e ad essere pronti a recedere dalle proprie certezze a fronte di nuove conoscenze e scoperte. Quarto: l’educazione di bambini e adolescenti deve sviluppare le intelligenze di diversa natura e saper far ricorso anche all’emotività, senza che questa sopravanzi alla riflessione. Nel caso specifico di eventi bellici o drammatici, ricordo quanta delicatezza essi pongono se riportati a bambini di età infantile (ai bambini si deve parlare degli eventi drammatici, ma con messaggi di vita e di speranza, non di morte o di violenza non dominabile , come benissimo ha indicato Benigni nel suo film “La vita è bella”) Quinto: chi pretende di dettare alle scuole i contenuti della didattica e le modalità di utilizzo del personale; chi impone strumenti rigidi per la programmazione – verifica – valutazione; chi pretende di stabilire dall’esterno per i docenti regole minuziose di comportamento non solo viola l’autonomia di pensiero e la libertà di insegnamento, ma punta a fare delle scuole luoghi di educazione autoritaria e di costruzione del consenso (per arrivare ad una scuola di regime ci vuole poco!). Sesto: nessun dirigente o docente vuole insegnare a politici ed amministratori il loro mestiere. Altrettanto rispetto pretendiamo nei confronti del nostro lavoro di docenti e dirigenti scolastici: sappiamo noi quanto sia delicato il compito di educare che la società ci affida.
Pretendiamo, come i nostri politici ed amministratori, di essere giudicati, con onestà intellettuale e con sguardo attento ai contesti e non general – generico sui risultati che otteniamo.
I nostri risultati venite a vederli nella scuole che criticate.
La scuola primaria è scuola complessivamente di eccellenza, come riconosciuto a livello internazionale. La “I. Masih, nello specifico, esprime un’offerta formativa di qualità riconosciuta anche da tanti soggetti esterni e sarebbe proprio strano che qualcuno intendesse punirla nelle persone della sottoscritta e dei docenti!!
I vostri risultati, amministratori e politici li valutiamo quotidianamente, quando, di fronte ai nuovi bisogni educativi della società , ci proponete solo tagli al personale, agli orari, ai curricola scolastici, all’obbligo scolastico, ai finanziamenti, ai servizi di pulizia, di trasporto, di assistenza… e ci private dei tempi della ricerca, del confronto fra adulti, della relazione con gli studenti, della didattica operativa, dell’aggiornamento professionale.


* Dirigente scolastica della scuola “Iqbal Masih” di Roma

Posted in Scuola.