"La ricerca è di base", ho sentito dire da Margherita Hack.
Lo condivido.
Solo quando l’orizzonte delle possibilità di approfondimento e confronto è massimo
si possono avere risultati interessanti, che aumentano davvero le nostre conoscenze,
e che possono avere conseguenze non solo pratiche/materiali; la ricerca di base,
però, può contare solo o quasi sui finanziamenti statali, in Italia.
La cosiddetta "ricerca applicata" ne è una conseguenza, ma se partissimo da quest’ultima,
che è quella che non a caso trova più facilmente finanziatori privati, ci ridurremmo solo alla
ricerca di scoperte da brevettare per farle fruttare in campo commerciale e/o militare.
Se non contrastiamo la privatizzazione dell’istruzione (l’attacco alla scuola pubblica
statale è a tutti i livelli, non solo a quello universitario), per me è come se dicessimo,
implicitamente, che accettiamo che le scuole e gli atenei diventino come le squadre di basket,
il cui nome, ormai, è stato sostituito da quello dello sponsor… vogliamo l’uni(pg)credit?
Che la lotta non paga viene ripetuto da anni come un mantra [aggiungo qui che per
qualcuno la lotta è addirittura negativa, visto che parla, per contrasto, di
"mobilitazione positiva"]; penso che quella frase, oltre a non essere vera, abbia conseguenze
autoriduttive, perché implica il dover sempre "inseguire" le proposte che vengono fatte dalla
controparte.
Per questa controparte, che nel nostro caso è il Ministero, la cosiddetta "concertazione"
(che fa pensare ad una consonanza, ovvero al suonare la stessa musica…)
spesso significa solo che rinuncia a qualcosina nell’elenco di quanto intendeva fare,
senza che, dalla nostra parte, ci sia spazio per proposte e contributi sostanziali.
Propongo di chiederci, quindi, se è vero che la non lotta paga: a giudicare dall’adesione
al blocco degli scrutini alle scuole medie ed alle superiori, molto maggiore della
percentuale di iscritti/militanti del sindacato di base che li aveva indetti, direi che anche
questa seconda affermazione è falsa.
Senza dimenticare che, se dalla "manovra Tremonti" (decreto legge 78 del 31/5/2010)
verrà davvero stralciato il blocco degli scatti di anzianità per i docenti della Scuola,
forse quei 25.000 scrutini posticipati grazie al blocco avranno avuto il loro peso, su
quella decisione.
Mi ha fatto piacere sentire alcuni ricercatori, in particolare uno di Economia, che hanno
allargato il discorso a tutta l’istruzione scolastica, includendo quindi anche i docenti
dei gradi che precedono l’università; ha persino fatto il numero dei tagli degli
insegnanti precari del prossimo anno (25.000: come se chiudessero 5 Fiat/Pomigliano)!
Si è deciso di proporre consigli di Facoltà straordinari dedicati solo alla votazione
di un documento simile a quello già votato ad Agraria, nel quale i ricercatori dichiarano
la propria non disponibilità ad effettuare la didattica (carico di lavoro che viene loro
affidato informalmente ma, ormai, in modo quasi scontato/sottinteso, pur non
essendo un loro incarico ufficiale) o a ridurla al minimo, mettendo così in difficoltà
un sistema che conta sul loro lavoro molto più di quanto appaia all’esterno.
Non so se verranno effettivamente realizzati, e, se sì, quanto riusciranno a coinvolgere
tutti i ricercatori ed i docenti che non erano presenti all’assemblea.
Mi sembra importante, comunque, poter vedere, insieme agli studenti dell’Onda,
che come avanguardie da due anni fanno approfondimenti e denunciano l’impoverimento
e lo svilimento dell’università in vari atenei italiani, che anche i "lavoratori cognitivi"
dell’università, facciano essi ricerca e/o didattica, si stanno (forse) svegliando dal
torpore.
qui il volantino dei cobas sull’Università di Terni