Davanti alla Camera anche una delegazione dalla Sicilia. Arrivata l’adesione della Flc-Cgil: “In serata ci sposteremo davanti al Miur”. Il Cps: “In piazza per evitare qualsiasi tentativo di soluzione localistica e assistenziale”
Continuano le iniziative di protesta dei precari della scuola contro i tagli agli organici: un sit-in si sta tenendo nella Capitale, davanti Palazzo Montecitorio, dove è arrivata anche una delegazione di precari dalla Sicilia, docenti e personale Ata. Protestano contro i tagli degli organici previsti dalla riforma Gelmini. Ieri, una manifestazione è stata organizzata a Palermo in piazza Politeama, trasformata in un “cimitero”, con tanto di tombe finte, fiori e lumini, per simboleggiare la morte della scuola pubblica.
All’iniziativa romana partecipa anche Giacomo Russo, uno dei precari palermitani in sciopero della fame dal 17 agosto: “La mia – ha affermato – non è una battaglia dei precari della scuola, ma devo resistere per la scuola e il futuro dell’istruzione pubblica, perché questo governo non è capace di investire sulla conoscenza”. L’operazione prevista dalla legge 133 “non ha alcun senso pedagogico. Si sono stabiliti dei tagli e i decreti successivi – ha aggiunto – sono serviti a sostenere quelle cifre. Ma perché si continua a finanziare la scuola privata?” Russo ha anche espresso la sua amarezza perché il sottosegretario all’Istruzione, Giuseppe Pizza, presente ieri a Palermo, “non si è degnato di chiederci di sospendere lo sciopero della fame”. A questa forma di protesta estrema dell’astensione dal cibo ha aderito anche un’altra insegnante siciliana, Caterina Altamore, docente precaria delle elementari da 14 anni.
In piazza, nella Capitale, ci sono varie sigle sindacali: oggi, in particolare, è arrivata l’adesione dell’Rdb-Usb scuola. Ma soprattutto è presente la Flc-Cgil, l’organizzazione che nella scuola vanta il maggior numero di tessere. Il sindacato dei Lavoratori della conoscenza ha anche annunciato che “in serata la protesta si sposterà sotto la sede del Miur”.
A Montecitorio il sit-in è animato anche da diverse associazioni e movimenti di settore, tra cui il coordinamento precari scuola di Roma: il Cps spiega che è in piazza “per evitare qualsiasi tentativo di soluzione localistica e assistenziale: non accettiamo elemosine (il riferimento è al decreto salva-precari che dovrebbe garantire circa metà dello stipendio ad almeno 20mila precari non confermati ndr) che servano a tirare a campare ancora un anno nel precariato, ma vogliamo l’assunzione a tempo indeterminato e il ritiro dei tagli”.
Nel pomeriggio si riunisce l’Osservatorio permanente dei precari della scuola, per fare il punto della situazione e decidere ulteriori forme di lotta: l’obiettivo è anche organizzare un’attività di monitoraggio alle prossime convocazioni, per garantire la regolarità delle procedure, la trasparenza delle disponibilità e la non assegnazione di incarichi eccedenti le 18 ore previste dal contratto nazionale.
Secondo Francesco Cori, del Cps, a livello nazionale “sono a rischio più di 20 mila precari: per questo ci riuniamo, per verificare la regolarità delle convocazioni e fare pressioni sull’ufficio scolastico. Siamo pronti a rioccupare via Pianciani”, dove sono collocati l’ufficio scolastico regionale e provinciale.
Intanto, prosegue la protesta a Palermo. Da oltre dieci giorni docenti e collaboratori scolastici stanno dando vita a un sit-in in via Praga, dove ha sede l’ufficio scolastico regionale. Manifestazioni e mobilitazioni anche a Catania, Trapani e Messina.
E a Pisa stamani c’è stato un blitz della Rete dei precari della scuola al liceo scientifico ‘Ulisse Dini’ di Pisa durante le nomine per le supplenze annuali. Davanti a circa 200 persone Andrea Moneta, rappresentante dei precari, ha interrotto le operazioni e srotolato uno striscione con la scritta “Scuola pubblica, bene comune”. Per alcuni minuti ha poi illustrato i motivi della protesta per i tagli alla scuola pubblica ricordando che “sono stati cancellati 25.600 posti di docenti e 15 mila di Ata da aggiungere ai 42.100 docenti e 15 mila Ata già tagliati lo scorso anno”.