da romatoday.it
L’anno accademico 2010/2011 della Sapienza, la più grande università europea, è a rischio. I presidi delle 21 facoltà hanno firmato un documento in cui dichiarono l’impossibilità di sostenere l’offerta formativa con i tagli previsti dal governo
I ricercatori della Sapienza, il più grande ateneo d’Europa, avevano già protestato contro i tagli del Governo lo scorso martedì con la notte bianca della ricerca e gli appelli di esame tenuti di notte, a sostenere la loro battaglia sono stati però anche i presidi delle 21 facoltà dell’ateneo. Nella seduta proprio del 13 luglio del Senato Accademico hanno approvato un documento in cui esprimono tutta la loro preoccupazione per i provvedimenti previsti dai ministri Tremonti e Gelmini e hanno espressamente dichiarato che a tali condizioni l’anno accademico 2010/2011 non è sostenibile e non è possibile far fronte all’offerta formativa.
Nel documento approvato dai presidi si legge tutta la preoccupazione dei presidi per la sopravvivenza dell’Università pubblica: “I sottoscritti Presidi di Facoltà della Sapienza hanno valutato la situazione risultante dalla manovra finanziaria approvata dal Governo e da alcuni aspetti del DDL 1905 in esame in Parlamento, oltre che da precedenti disposizioni legislative, e manifestano il proprio forte disagio nei confronti di interventi normativi, che colpiscono duramente l’intera Università, quasi che essa fosse, in quanto parte del settore pubblico, tra i principali responsabili delle attuali difficoltà economiche”.
“Le pesanti misure del dispositivo finanziario, destinate a trovare attuazione entro un quadro normativo già restrittivo sul piano dei finanziamenti, pongono in discussione la stessa sopravvivenza dell’Università pubblica. La manovra riduce le risorse destinate all’Università, e quindi alla ricerca e alla formazione, fondamentali per lo sviluppo del Paese”.
I presidi inoltre appoggiano la protesta dei ricercatori e dichiarano formalmente l’impossibilità di attivare l’anno accademico 2010/2011:“La giustificata protesta dei ricercatori universitari, che nella grande maggioranza non hanno dato la loro disponibilità a sostenere incarichi didattici, priva le Facoltà di un contributo essenziale per lo svolgimento dei corsi. In queste difficili condizioni, i Presidi della Sapienza dichiarano che non è possibile sostenere l’offerta formativa prevista per il prossimo anno accademico 2010-11, con grave danno per gli studenti, per le loro famiglie e per il Paese tutto. Prevedono che nei prossimi anni verranno soppressi numerosi corsi di studio e saranno fortemente ridotte le possibilità di accesso all’Università pubblica”.
Per i presidi delle facoltà della Sapienza il rischio però non è solo per il prossimo anno accademico, ma per il futuro dei giovani: ” Il nuovo modello di Università, che deriva da una drastica riduzione delle risorse, precluderà a larga parte delle nuove generazioni l’accesso all’istruzione universitaria. Così si arriverà anche alla chiusura di uffici, biblioteche e laboratori per carenza di personale tecnico-amministrativo”.
La richiesta al governo è quella di eliminare il taglio di 1.3 miliardi di euro al fondo di finanziamento ordinario e attivare le procedure di reclutamento per il ricambio del corpo docente e la richiesta che venga riconosciuto ai ricercatori lo status di docenza al momento di fatto, ma senza nessuna copertura giuridica.