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Scuola, nomine in ritardo «Senza prof 50mila cattedre»

da repubblica.it

I calcoli del sindacato. Ma il ministero: ce la faremo

ROMA – Una corsa contro il tempo. Manca poco più di una settimana all’inizio della scuola, si comincia il 9 settembre anche se nelle maggior parte delle Regioni si parte il 13. E quest’anno le operazioni sono più complicate del solito. Soprattutto per le supplenze annuali, non un dettaglio visto che riguardano 116 mila posti dalle materne alle superiori, oltre il 13% dell’intero personale scolastico. «Vista la lentezza delle procedure — avverte Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, il sindacato più rappresentativo nel settore — molti posti rischiano di essere scoperti all’inizio delle lezioni. Le cattedre che potrebbero rimanere vuote sono 50 mila. Si aggiungerebbe caos a caos». Che cosa è successo? La nomina dei supplenti annuali è sempre stata un’operazione complicata e ogni anno capita che qualche casella resti vacante.

Ma finora siamo rimasti sempre attorno a valori fisiologici, sotto il 5% nel giro di pochi giorni. Quest’anno la macchina si è messa in moto più tardi e la causa è in realtà extrascolastica. Tutto comincia con la manovra economica di metà anno, decisa dal governo per rimettere a posto i conti pubblici. Quella norma ha bloccato le assunzioni nella pubblica amministrazione ed in un primo momento doveva riguardare anche l’istruzione. Alla fine non è andata così, la scuola è stata salvata almeno in parte. Ma per esserne sicuri si è dovuto attendere il testo definitivo ed il via libera del Palamento arrivato a fine luglio. Solo dopo il ministero ha fatto partire le procedure per le immissioni in ruolo. Quest’anno a conquistare finalmente un contratto a tempo indeterminato sono stati in 16.500, 10 mila insegnanti e 6.500 amministrativi. L’operazione deve essere fatta necessariamente prima di calcolare i posti per le supplenze annuali ma non era possibile procedere prima di sapere se la legge l’avrebbe consentito oppure no. Le immissioni in ruolo dovrebbero essere concluse oggi e adesso si potrà mettere mano alle supplenze. Dal ministero dell’Istruzione assicurano che le nomine saranno completate nei tempi previsti e che il primo giorno di scuola tutti i supplenti annuali saranno regolarmente in cattedra, se non per qualche limitato caso fisiologico. Per il 6 settembre è stata convocata una riunione a Roma con i responsabili di tutti gli uffici scolastici regionali per fare il punto della situazione e trovare gli eventuali correttivi. Solo allora si saprà se la corsa contro il tempo è riuscita davvero oppure no.

Ma perché tutto è stato così complicato? Di quei 116 mila posti solo una piccola parte è lasciata scoperta da insegnanti in malattia o in maternità. Le altre, in realtà, sono assenze strutturali. Sono le nomine legate ai cosiddetti posti di sostegno in deroga (per potenziare l’assistenza ai portatori di handicap), oppure agli spezzoni di cattedra (insegnanti che si dividono tra più istituti) o ancora i cosiddetti comandi, cioè maestri o professori autorizzati a fare un altro lavoro e che hanno diritto a conservare il posto. Il numero dei posti da assegnare è sempre lo stesso, l’anno scorso erano 2 mila in più, anche le procedure sono sempre uguali. Ma quest’anno, oltre alla manovra economica e al ritardo delle immissioni in ruolo, a complicare le cose ci sono stati altri fattori. Hanno lasciato la scuola 30 mila insegnanti. Una cifra record per gli ultimi anni che è riuscita ad ammortizzare la seconda tranche dei tagli previsti dalla Finanziaria del 2008, 25 mila cattedre in meno, 15 mila posti in meno per il personale amministrativo. Bisogna poi considerare i circa 10 mila soprannumerari, insegnanti di ruolo che l’anno scorso avevano un cattedra e che adesso, sempre per effetto dei tagli, sono stati ricollocati su una casella libera. La nomina dei supplenti annuali, insomma, è l’ultima mossa dopo una serie di movimenti ad incastro. Movimenti che hanno lasciato ancora fuori un gran numero di precari in lista d’attesa, più di 270 mila insegnanti e 70 mila amministrativi.

L. Sal.

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