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Bologna – “Te ne sei andata ma la nostra rabbia rimane”

da infoaut.org
Cronaca della mobilitazione contro Gelmini e precarietà

All’inizio sembra poca gente, quella che viene bloccata in via Indipendenza qualche minuto prima delle otto e mezza. Carichi di fischietti, pentole, striscioni e cartelli, viene loro impedito di raggiungere le scalinate del Pincio, luogo dove invece sono stati fatti arrivare i precari della scuola, l’assemblea genitori insegnanti, il popolo Viola e altri singoli partecipanti.

Le forze dell’ordine impediscono ai due tronconi di congiungersi come avevano in programma di fare . La festa del PDL è in corso, la Gelmini non vi prenderà parte ma l’obiettivo è quello di eliminare proteste vigorose e determinate. Il rumore è assordante, la situazione rimane in stallo per qualche decina di minuti quando poi i manifestanti decidono di aggirare le forze dell’ordine. I cori sono “La Gelmini dov’è??” “Que se vayan todos!”, “Gelmini e Bonanni fate solo danni!”, “Gelmini non viene mai!”

Fanno finta di andarsene in corteo verso la zona universitaria, aggirano il parco della Montagnola e raggiungono dall’altra parte del blocco il resto della contestazione, che accoglie con grande gioia i “rinforzi” (nel costante aumento di intensità della protesta le persone iniziano a diventare diverse centinaia, sebbene tutti i principali organi di informazione -leggendo le rassegna stampa odierna- scrivano di meno di cento persone. Guardando i video si capisce..) e partono a contestare lo spettacolo indecente alle spalle dei poliziotti che ancora una volta si trovan di fronte. Il PDL ha fatto militarizzare la città per donare l’agibilità di piazza XX Settembre a quindici-venti persone al massimo, vigorosamente contestate dai partecipanti richiamati dal tam tam lanciato dalla pagina Facebook Maria Gelmini.

La festa del PDL è rovinata, sul palco si intravedono Berselli e Garagnani aggirarsi nervosamente, la polizia capisce di essere stata beffata ed effettua una carica per disperdere i manifestanti, mentre sul palco in maniera surreale danzano colorate ballerine brasiliane. La piazza resiste al tentativo della polizia senza scomporsi e prosegue la contestazione, indirizzata verso quello spettacolo indecente e contro i ministri e le politiche del Governo Berlusconi.

Quando ormai il teatrino del Pdl volge al termine, ricordando lo slogan sempre attuale ai tempi dei blocchi metropolitani dell’Onda, di “bloccare la città”, i manifestanti si rimuovono in corteo, effettuando prima un blocco metropolitano all’altezza dell’incrocio tra i viali e ponte Matteotti, e poi andandosene per i viali stessi a bloccare il traffico urlando “Que se vayan todos!”, “Che se ne vadano via tutti!”.

Il corteo improvvisato svolta a quel punto verso il centro, attraversando la zona universitaria e concludendosi in piazza Verdi, dove tra cori e fumogeni viene annunciata al megafono la soddisfazione per un inizio di anno politico dove il mondo della formazione vuole tornare con forza a prendere parola.

Posted in Rassegna Stampa.