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Liberi tutti, subito…per riprenderci il nostro futuro!

Contro ogni rewind, rewave! torino

28 / 10 / 2010

Negli stessi giorni in cui le università sono attraversate da nuove e diffuse mobilitazioni contro il governo dei tagli, mentre le assemblee gremite e le indisponibilità dei ricercatori disegnano un nuovo quadro di radicale possibilità di trasformazione della realtà che ci vogliono imporre, poche settimane dopo lo slittamento del ddl Gelmini e le forti mobilitazioni contro la crisi, ecco ritornare insopportabili gli attacchi di chi ha paura della forza del dissenso, del conflitto sociale, del desiderio di cambiamento.

Poco più di un anno fa migliaia di studenti dell’Onda assediavano l’illeggittimo G8 University Summit a Torino: noi c’eravamo, e con tutti abbiamo resistito alle cariche che difendevano l’inviolabilità di quell’insostenibile evento che pretendeva di ratificare le politiche di smantellamento e dequalificazione dell’università. Eravamo lì, così come eravamo nelle facoltà e nelle strade per mesi con migliaia di altri studenti, così come ci siamo in tanti oggi mentre i tagli stanno determinando il collasso finanziario degli atenei e ipotecando il nostro futuro.

Gli arresti del luglio 2009, la cosiddetta Operazione Rewind, coordinata da Caselli e Sparagna, trovò un’immediata e forte risposta: decine di rettorati occupati, cortei e manifestazioni in diverse università e città italiane :insieme ad affermare che dietro quello scudo c’eravamo tutti, per richiedere libertà per tutti i nostri compagni e per ribadire che i percorsi di conflitto contro le politiche sulla formazione non possono essere fermati né da poliziotti e magistrati né dalle retoriche violente, quelle sì, del governo.

Oggi arrivano inaccettabili le notizie dal tribunale: sette condanne, due assoluzioni e diciassette rinvii a giudizio. Dei nove studenti che avevano chiesto il rito abbreviato: uno è stato condannato a due mesi; un altro a un anno ed un mese, cinque ad un anno, tutti accusati di lesioni e resistenza aggravata; due sono stati assolti. Gli altri diciassette sono stati rinviati a giudizio, non avendo optato per il rito abbreviato.

Nel paese dei Marchionne e dei Tremonti, dei codardi e dei razzisti al governo, della precarietà come condizione comune di una generazione esclusa da qualunque forma di welfare, i desideri di cambiamento e le pratiche di conflitto diventano immediatamente problemi da reprimere e criminalizzare: in questo paese governato da vecchiburattini il terrore del dissenso abita i sonni dei poliziotti, dei ministri, finanche dei rettori e degli imprenditori. Ci vorrebbero soli, impauriti, deboli, ricattati: ma oggi gli studenti con coraggio, rabbia e desiderio continuano ad opporsi alle politiche di gestione della crisi, all’attacco ai diritti, al ricatto della precarietà, ed è questa la migliore risposta a chi per colpire le espressioni di conflitto, le istanze di libertà, di dissenso e immaginazione di un’altra università, di un’altra società.

Per questo con tutta la nostra indignazione, ma anche con un pieno di desiderio di riprenderci il nostro futuro, non solo esprimiamo agli imputati tutta la nostra solidarietà  ma affermiamo inoltre che nessuno deve sentirsi più solo perché la sfida comune di riprenderci quello che ci spetta riguarda tutti: ed è questa la migliore risposta ai Caselli, ai ministri e ai governi che pensano di fermarci o di impaurirci con le gravissime e inaccettabili condanne, i procedimenti giudiziari e le operazioni poliziesche. Non ci fermerete così!

Liberi tutti, subito…per riprenderci assieme il nostro futuro!

Noi alimentiamo un sogno
e quanto abbiamo già mosso

nelle strade del mondo cospiriamo fitto
vedi che si guadagna a non rigare dritto:

che è nostro il cielo e il mondo intero
chi riuscirà mai a metterci un freno?

(Assalti Frontali, Un’intesa perfetta)

Uniriot Network – Studenti e studentesse delle facoltà ribelli di Roma, Padova, Bologna, Torino, Pisa, Perugia, Venezia, Napoli, Palermo, Genova.

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