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Torino: studenti universitari vs ministro Sacconi

Questo pomeriggio il rettorato dell’università di Torino è stato presentato, per l’ennesima volta, per l’ennesima passerella, come fortino inespugnabile… Polizia e carabinieri hanno protetto la sortita del ministro del lavoro Sacconi, decine di camionette e cordoni delle forze dell’ordine hanno fatto quadrato attorno alla sede dell’università per proteggere il “ministro della precarietà” dalle contestazioni.

Almeno 200 persone, studenti precari e lavoratori, hanno riempito il presidio dinnanzi al rettorato militarizzato. Un blocco stradale nella centralissima via Po è diventato presidio, fronteggiando per circa 2 ore lo schieramento spropositato di polizia in assetto anti-sommossa e transenne montate ad hoc, mandando in tilt la viabilità metropolitana del centro.

Studenti e lavoratori hanno preso parola contro la presenza sgradita del ministro del lavoro, denunciando il ruolo complice del rettore Pelizzetti quindi la militarizzazione asfisiante della zona. Inaccettabile è stata la difesa di una sede universitaria dalla presenza degli studenti, così come inaccettabile è stato bollato l’invito al ministro del governo Berlusconi, fatto per di più in una fase nella quale il governo Berlusconi si appresta a dare un’altra e ulteriore mazzata all’università, tramite la riforma Gelmini, e al lavoro, con la messa in discussione dei diritti collettivi conquistati con le lotte.

Gli studenti, tornando in corteo selvaggio verso Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, si sono dati appuntamento non solamente alle assemblee di facoltà che si stanno tenendo in questi giorni, ma anche all’assemblea d’ateneo dell’11 novembre e al corteo studentesco del 17 novembre. Durante gli interventi dall’impianto più volte è stato ripreso quanto successo questa mattina a Brescia, con la polizia che ha sgomberato il presidio sotto la gru, mandando la solidarietà della piazza ai migranti in lotta.

Segue il volantino distribuito in piazza del Collettivo Universitario Autonomo di Torino:

Sacconi ministro della precarietà,
ospite non gradito all’università!

Ai piani alti del governo Berlusconi, così come dell’università di Torino, pensano di poter proseguire indisturbati nella rappresentazione dell’irreale, di un mondo che non c’è, credendo di poter governare attraverso i meccanismi della spettacolarizzazione, della narrazione propagandistica di realtà. Questo è un gioco usurato, inflazionato e oramai, per noi, insopportabile: oggi l’università di Torino ripropone l’ennesima vetrina per invitati iper-selezionati, somministrando un dibattito unidirezionale, escludendo gli unici soggetti che dovrebbero avere voce in capitolo… fuori studenti lavoratori e precari, dentro ministri baroni e industriali! L’iniziativa “I ministri del Lavoro raccontano” è pienamente addentro queste logiche: il rettore Ezio Pelizzetti, invece di provare ad avere un sussulto di dignità e protesta dinnanzi alla distruzione dell’università ordita dal ministro Mariastella Gelmini si preoccupa di fare gli “onori di casa” al ministro del lavoro Maurizio Sacconi, facendolo salire in cattedra per concedergli parola su lavoro e giovani, università e produttività!

Sacconi, il ministro della precarietà, crede di poter serenamente sopraggiungere per impartirci lezioni sul come dove e perchè lavorare?! Sacconi, il ministro del collegato lavoro, pensa di poter sproloquiare ancora a ruota libera mentre istituzionalizza la precarietà assoluta e permanente?! Sacconi, il ministro del Patto sociale, rintuzzato dalle pretese di Confindustria, si spinge fin dentro la nostra università per proporre un protocollo di governance sociale che, nell’epoca della crisi, trova il consenso solo di gialli sindacalisti, crumiri professionisti e disciplinati servi?! Noi studenti e studentesse dell’università di Torino, pretendiamo di andare da un’altra parte, vogliamo spingerci altrove, e crediamo che tutto ciò non possa che avvenire a partire dal luogo che viviamo quotidianamente, l’università, dove lavoriamo usando l’arma del sapere per prendere posizione e per immaginare un’altra università, dove cooperiamo contro chi pretende di ammaestrarci militaristicamente, contro chi pensa di poter spadroneggiare sulle nostre teste con comando sordo e univoco. Se Sacconi oggi pensa di poter gonfiare il petto sulla cattedra dell’accademia, incassando solo applausi e pacche sulle spalle, si sbaglia di grosso!

Ministro Sacconi, con quale faccia viene fin qui per disquisire sulla storia del lavoro e sul suo operato ministeriale?! Con quale presuntuosità viene a parlare di giovani e lavoro in uno dei templi del precarietà, come è l’università, fabbrica sociale costruita dentro le maglie e gli interessi del mercato, dentro la quale gli studenti devono svolgere la ritualità accademica nella turbina dell’esamificio nozionistico confezionato da altezzosi baroni e rampanti industriali, nell’assoluzione di impellenti e spropositati costi di un sistema in crisi, nell’educazione impartita sotto i dogmi della disciplina e dell’acriticità, del lavoro e della produttività! Nella battaglia contro la riforma dell’università targata Gelmini crediamo sia necessario e giusto, quest’oggi, contestare un ospite non gradito. L’organizzazione del ciclo “I ministri del Lavoro raccontano”, la presenza del ministro Sacconi, le riteniamo mosse provocatorie e indisponenti. Ospitare un esponente di un governo Berlusconi che si prepara a mettere la ciliegina sulla torta nella distruzione della scuola e dell’università del nostro paese, ospitare un ministro del lavoro che ha fatto sua la bandiera della devastazione dei diritti collettivi di lavoro, dell’istituzionalizzazione progressiva della precarietà, quindi la proposta di una pace sociale attraverso un Patto che superi irriducibili antagonismi tra sfruttatori e sfruttati, riteniamo sia irricevibile!

Ministro Sacconi, ministro della precarietà, fuori dalla nostra università!
Nessun patto sociale con chi pensa di riuscire a scappare dalla nostra conflittualità!
Collettivo Universitario Autonomo

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