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Padova – Piu di 2000 alla contestazione di Berlusconi, Bossi e Bertolaso

Nella tarda serata di ieri è arrivata la notizia della visita di Berlusconi, Bossi e Bertolaso nei Comuni veneti colpiti dalle alluvioni, tra cui Padova. In poche ore la voce è circolata in città e questa mattina studenti, precari e cittadini si sono dati appuntamento in piazza Capitaniato per arrivare assieme sotto la Prefettura, luogo che avrebbe ospitato i tre sgraditi personaggi.

Da molto tempo ormai, come studenti, ci stiamo mobilitando contro il DDL Gelmini, ma non solo: sappiamo bene che questo provvedimento che riguarda l’università non è altro che uno dei tasselli che compongono un disegno politico volto a smantellare il sistema dei diritti. Il nostro Paese sta vivendo una pericolosissima fase di regressione sul piano dell’accesso ai beni comuni, che siano l’acqua, i territori o il sapere. E quando, l’indomani il crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei, ci troviamo a dover sentire un Ministro che dichiara che prima vanno finanziati i Comuni veneti alluvionati e poi il resto, diventa evidente a tutti che la situazione sta rapidamente degenerando.

Per questo, ritenendo la visita propagandistica del Premier un’offesa a chi ogni giorno costruisce solidarietà nei propri territori, siamo scesi in piazza questa mattina.

A pochi metri dalla Prefettura, il corteo si è trasformato in blocco stradale mentre si attendeva l’arrivo di Berlusconi. La polizia ha intimato ai manifestanti di allontanarsi e poi ha caricato indiscriminatamente il presidio che stava ingrossandosi raggiungendo le 2000 persone. La violenza di queste ripetute cariche ha causato il ferimento di alcuni manifestanti e anche di alcuni passanti, ma il tentativo delle forze dell’ordine di sciogliere la manifestazione è fallito e il presidio, con determinazione, si è ricompattato sotto la Prefettura per proseguire la contestazione.

Attraverso gli slogan si è voluta dare l’idea di una mobilitazione che, partendo dalle singole istanze, tenesse conto di quanto sta accadendo nel Paese, in particolare molti sono stati i riferimenti a quanto sta accadendo a Brescia, dove un gruppo di immigrati da dieci giorni è salito sopra una gru per chiedere una sanatoria contro il reato di clandestinità.

Il presidio si è poi sciolto dopo aver contestato ancora una volta Berlusconi&Co. all’uscita dal palazzo della Prefettura.

La mobilitazione di oggi è stata un segnale importante sia perché, da una parte, i cittadini, gli studenti e i precari confluiti in piazza hanno dimostrato una grande determinazione, una volontà e un desiderio di riprendersi la parola attraversando strade e piazze di questa città, sia perché abbiamo vissuto un momento comune in cui le diverse proteste, già presenti nei territori, hanno avuto l’opportunità di confluire in un unico momento di contestazione alle scelte politiche del Governo e alla crisi.

In un momento in cui il Governo vacilla sotto i colpi di scoop giornalistici a sfondo sessuale, di divisioni interne e di un’imbarazzante incapacità di affrontare

i problemi reali dell’Italia, è importante riconoscere il denominatore comune delle lotte che si stanno dando in tutto il Paese, l’abbiamo visto a Terzigno, a Brescia, a L’Aquila e in molti altri contesti; noi chiediamo finanziamenti per il mondo della formazione e della ricerca e invece vengono stanziati milioni di euro per equipaggiare i caccia militari; diversi territori necessitano di una maggiore tutela ambientale e la risposta è una graduatoria che vorrebbe abbandonare a sé stesso il Sud; precari e migranti chiedono diritti e si risponde con la polizia. Gli esempi sono tanti, la risposta è una sola: le scelte di allocazione delle risorse economiche non possono essere quelle messe in atto fino ad oggi.

Lo stiamo dicendo da molto tempo, noi la crisi non vogliamo pagarla!

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