Skip to content


L’atteso imprevisto: panic in the streets of London

Cinquantamila, tra studenti, ricercatori e professori, non sono affatto pochi, soprattutto se le più rosee aspettative dei sindacati studenteschi davano al massimo settemila persone in piazza per lo scorso dieci novembre: giorno della più grande e radicale manifestazione di opposizione sociale dagli anni Novanta che il Regno Unito abbia vissuto.

Di fronte alla radicalità espressa durante il corteo, i vari portavoce dei sindacati studenteschi hanno avuto un bel dire sostenendo che le azioni dirette sono state opera di una piccola minoranza che ha occupato il quartier generale dei Tory, il partito conservatore oggi al governo. Per chi era presente quel pomeriggio è stato chiaro come l’unico gruppo minoritario in quella manifestazione fosse proprio il sindacato! Davvero paradossale per una manifestazione organizzata a tutti gli effetti dalle potenti union studentesche.

Eppure il lungo corteo che ha assediato il parlamento inglese era composto da giovani e giovanissimi di cui molti di loro alla prima manifestazione politica: matricole che si vedranno triplicare le tasse con gli anni, oltre che molti studenti stranieri i quali, già oggi, pagano cifre da capogiro per studiare nelle università anglosassoni. Chi mascherato da Spiderman, chi indossando il costume di un altro supereroe, le migliaia di studenti provenienti da tutto il Regno Unito hanno stravolto la composizione del corteo, eccedendo quella sindacale. Segno, quest’ultimo, che qualcosa sta cambiando e che le potenti lobby studentesche sono state messe alle corde. O, almeno, questo è quanto si percepiva dagli stizziti commenti dei portavoce ai «disordini» accaduti durante la manifestazione.

Leggendo i quotidiani e tabloid del giorno dopo emerge non solo il fatto che nessuno si aspettasse una così grande manifestazione, davvero imprevista; ciò che colpisce è la preoccupazione e curiosità con cui molti giornalisti hanno raccontato come ciò che è successo sia stato compiuto da appartenenti della middle class. E` forse questo che ha incuriosito e forse spaventato più di tutti, imbarazzando i responsabili dell`ordine pubblico. Se fossero stati semplicemente gli «anarchici», i poveri dell`East London, gli esclusi delle scuole professionali ad aver appiccato il fuoco, lanciato qualche estintore e spaccato qualche vetrina, tutto sarebbe stato più semplice e più confortante, più leggibile e meno scioccante.

E invece sono stati i giovani ben educati e così radicali della classe media, gli studenti di Cambridge, puliti e determinati, così numerosi e gioiosi ad assediare il Parlamento e urlare «tory scum!» («tory feccia!»). Attraverso il loro inaspettato volto Londra ha toccato la crisi che sta vivendo, attraverso la rabbia di una generazione che reclama il proprio futuro l`Inghilterra ha scoperto la violenza dei tagli messi in campo dal governo.

L`aumento delle tasse non è altro che il tentativo di intervenire su un debito pubblico che in questi anni è cresciuto a dismisura tra la guerra in Afghanistan e i salvataggi delle banche; per non parlare dei bonus regalati ai manager della city finanziaria. Ciò che sta avvenendo è infatti il tentativo di trasferire questo debito nel settore privato: la maggior possibilità di indebitamento degli studenti stessi, con cui si sta pensando di sostenere il previsto aumento delle tasse, è la via attraverso cui il deficit spending statale verrà dirottato, da qua ai prossimi anni, proprio nel settore privato.

In questo scenario l’università di massa, per come l`abbiamo conosciuta fino ad ora, cambierà radicalmente, così come lo studente full time scomparirà laddove formazione continua, part time di studio combinato a forme di lavoro temporaneo saranno il nuovo volto della figura dello studente/lavoratore delle università anglosassoni.
Dopo il successo della giornata del 10 novembre si è proclamata per il 24 di questo stesso mese una nuova giornata nazionale di protesta dislocata nelle differenti città universitarie e campus del Regno Unito. La scorsa settimana è avvenuta la più grande manifestazione studentesca dalla metà degli anni Ottanta e una nuova ondata di proteste è rumorosamente appena iniziata.

Dalla settimana prossima sono molti gli incontri in programma per capire come organizzarsi e proseguire le giornate di mobilitazione. Anche le maggiori sigle sindacali del settore pubblico, sulla scia delle lotte studentesche che sembrano essere le uniche, oggi, ad avere la forza di affermare una nuova stagione di lotte, hanno annunciato una grande giornata di sciopero nella perfida Albione in programma per la primavera. Non è altro che l`inizio!

Paolo Do – Uniriot Roma

Posted in Rassegna Stampa.