da uniriot.org report da Londra a cura di Shendi Veli, Uniriot Network – Il 10 novembre a Londra non c’è stata una giornata anomala solo dal punto di vista metereologico. Oltre ad un inaspettato sole si è data infatti una grande e radicale giornata di protesta del mondo della formazione come da anni non se ne vedevano. I tagli del governo inglese nelle settimane precedenti avevano suscitato numerosi dibattiti e perplessitá. La drastica riduzione del welfare di base, che colpisce in misura preoccupante i sussidi alla disoccupazione, gli house-benefit e i sussidi per la maternita’, sembra minare le stesse possibilitá di sopravvivenza delle fasce basse della popolazione, lasciando piú o meno intatto il livello dei servizi accessibili a quell’ ampio e variegato mondo che compone la middle class inglese. La storia peró non è cosí semplice. La riduzione del 40% dei fondi all’istruzione pubblica colpisce infatti proprio le possibilitá di riproduzione della classe media.
Le universitá dichiarano di essere costrette a raddoppiare, se non triplicare, le rette per continuare a garantire gli standard di insegnamento. L’implicito incentivo di questi tagli draconiani sembra essere quello di avviare un percorso che porta alla completa privatizzazione dell’istruzione. Gli effetti sono piuttosto prevedibili: tagliare fuori dal mondo della formazione una consistente parte della popolazione giovanile, o in alternativa, costringerla a indebitarsi e a vedere di conseguenza ridotta la loro possibilitá di raggiungere certi livelli di ricchezza. Se la middle class sembrava risparmiata nell’immediato presente, un breve sguardo al futuro ci parla di tutt’altro.
E se qualcuno sperava di occultare quest’operazione di “ingegneria sociale” e di frammentare l’oppisizione con qualche battuta retorica sulla condizione privilegiata degli studenti rispetto a chi “è povero davvero”, la giornata di ieri ci mostra che l’inganno non ha funzionato.
Oltre 50.000 studenti provenienti da tutto il regno unito hanno invaso il centro di Londra. Indetto dai sindacati studenteschi, l’appuntamento ha raccolto l’adesione di tantissimi collettivi e organizzazioni studentesche e soprattutto ha visto una partecipazione che eccedeva di gan lunga la la presenza degli attivisti. Il colpo d’occhio sulla manifestazione regalava un quadro entusiasmante: tanti, giovanissimi e determinati hanno marciato da Trafalgar Square fino ad assediare il Parlamento inglese.
Proprio nei pressi di Westminster si trova la Millbank Tower, sede di numerosi uffici tra cui quelli del partito Tory, compagine governativa che ha fortemente voluto i tagli all’istruzione. Quando il corteo è passato davanti a questa sede la rabbia è esplosa. Se ad iniziare l’azione è stato un gruppo di studenti che ha fatto irruzione nella sede ed è salito sul tetto della torre, in poco tempo una folla di manifestanti ha occupato l’edificio e all’esterno altri hanno dato fuoco a un cumulo di manifesti riproducendo una dinamica di manif sauvage che richiama fortemente le proteste del mondo della formazione che si sono date recentemente in tutta Europa.
La comunanza con le proteste europee, oltretutto, non si limita all’aspetto delle pratiche. La difesa dell’istruzione pubblica e la rivendicazione del valore sociale della conoscenza compongono a livello transnazionale il discorso politico che emerge dalle lotte del mondo della formazione.
Compaiono allo stesso tempo delle specificitá: la diversa strutturazione dell’istruzione pubblica inlgese, da anni improntata su criteri meritocratici, pone l’accento della protesta immediatamente sugli elementi discriminatori di questi tagli: “Knowledge? Too rich for my blood” , uno degli slogan che meglio esprimono le preoccupazioni degli studenti inglesi.
Ancora, come in tutta Europa, i movimenti studenteschi costituiscono la prima risposta di massa alle politiche di Austerity. La manifestazione di ieri è stata preceduta da una serie di scioperi dei lavoratori dei tasporti e dei vigili del fuoco, che giá prima dei tagli avevano subito misure di compressione salariale e aumento degli orari di lavoro.
Ma ora lo scenario si trasforma e apre a nuove possibilitá, seppur nient’affatto scontate, e ci lascia con un interrogativo: se la giornata di ieri possa dar vita non solo ad un processo di ricomposizione sociale ma anche alla strutturazione di un percorso di lotta all’interno dello stesso mondo della formazione.
Se il 10 novembre possa rompere il lungo letargo dei conflitti sociali che la Gran Bretagna vive dagli anni del tatcherismo, è la questione che rimane aperta . La cosa che di sicuro sappiamo è che la frase pronunciata, forse con ingenuitá, da un anonimo professore prima della manifestazione “Go and get them all,kids!!”, è stata presa alla lettera dagli studenti inglesi.
da Londra – Shendi Veli, Uniriot Network