Luogo comune ormai consolidato voleva che in Italia, a differenza di quanto accaduto in Francia come in Grecia o inInghilterra, il ruggito della piazza fosse un lontano ricordo. Ma non si era fatto i conti con Mister Starve, come lo chiamavano gli inglesi durante la rivolta di Brixton del 1981, ovvero la fame intesa come quel generale in grado di disporre come e quando la rivolta sarebbe scoppiata.
Quello che è accaduto in Italia ha una dinamica semplice quanto molto moderna. Mister Starve nelle settimane scorse ha fatto vedere agli italiani quanto stesse accadendo a Parigi, ad Atene e a Londra. Dove è stata persino assediata l’auto di Carlo e Camilla. E, quando dagli schermi televisivi trapelano le lingue delle fiamme, statene certi: prima o poi Mister Starve colpirà anche nella nazione da dove si guarda placidamente lo spettacolo in tv. It’s only a matter of time, è solo questione di tempo direbbero gli inglesi.
E così mentre il parlamento dava luminoso spettacolo di corruzione e vanagloria si sono accesi gli incidenti nella piazza romana. Il più stizzito di tutti il noto quotidiano di disinformazione del centrosinistra, La Repubblica. Ha parlato di black bloc in azione. Con quasi dieci anni di ritardo dallo scioglimenti dei blocchi neri. Ma non c’è da stupirsi. La stessa Repubblica parlava di “autonomi” negli anni ’80 e ’90 ogni volta che spuntava un incidente e sempre molti anni dopo lo scioglimento dell’area dell’autonomia. Per il quotidiano romano sincronizzarsi con la realtà storica è sempre stato difficoltoso se non impossibile. Figuriamoci oggi dove, per il tetro mondo del centrosinistra, la rappresentazione dello spettacolo deve essere: si vota in parlamento ed un popolo sconfitto al massimo può indignarsi compostamente nella speranza che le carte bollate risolvano il problema Berlusconi (come no..). Ma questa rappresentazione al massimo può andare bene a Concita De Gregorio, direttrice di un giornale che a suo tempo le masse le ha combattute aspramente, quando occhiegga a Bocchino nei talk show nella speranza di contribuire a chissà quale orrore di governo. Il popolo, si sa, quando fa sentire la sua non lo fa usando il linguaggio pretesco e moralistico dell’indignazione sterile o quello dei pettegolezzi di teatro. Il popolo quando parla tuona, di qui l’atavico timore dei potenti.
Ecco quindi che, all’arrivo di Mister Starve, proprio Repubblica si è data alla disinformazione: nel newswire ha parlato di black bloc che tirano sassi ai passanti, di studenti dell’asilo che fuggono terrorizzati per colpa degli incidenti. La solita creazione di panico. Ma il punto è che è proprio il panico che nutre Mister Starve. Più lo alimenti più le truppe di Mister Starve ingrossano le fila. Già, ma chi sono le truppe del generale che cresce naturalmente in proporzione allo spettacolo della boria e della corruzione delle classi dirigenti?
Sempre Repubblica, è il progressismo che corre in soccorso del padrone nei momenti difficili, ha sentenziato: “nella mattina manifestazione pacifica di universitari, studenti medi, Fiom, terremotati dell’Aquila”. E nel pomeriggio chi c’era, secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro? Gli alieni?
Si tranquillizzino tutti. Mister Starve recluta tra gli umani. Recluta tra gli studenti, i precari, come tra lavoratori con il mutuo. E’ una leva composita la sua: non fa questioni di età, di sesso ma recluta tra i motivati a non farsi prendere in giro dallo spettacolo delle feste dei potenti nei momenti in cui il popolo rischia la fame. E le truppe di questo generale trovano i più invisibili dei fiancheggiatori: l’edicolante stanco di vedere tutti i giorni i potenti che sfrecciano davanti all’edicola con le macchine rombanti, la signora che al mercato comincia a imprecare contro la crisi, il pensionato che un tempo ha fatto l’autunno caldo. E più queste figure si rendono conto che Mister Starve è arrivato meno terrà un’opposizione fatta tutta per venire in soccorso al Cavaliere.
Nonostante lo spettacolo alle camere, la piazza ha già sfiduciato Berlusconi. Che può ben cavarsela con Fini. Ma l’avversario più insidioso, quando precipita la crisi, è proprio Mister Starve. E se questo signore decide di soggiornare in Italia, non ci saranno Minzolini, ballerine o spettacoli che terranno. Il popolo, come sa Maria Antonietta, non lo si contenta con le brioches.
Quello che è accaduto in Italia ha una dinamica semplice quanto molto moderna. Mister Starve nelle settimane scorse ha fatto vedere agli italiani quanto stesse accadendo a Parigi, ad Atene e a Londra. Dove è stata persino assediata l’auto di Carlo e Camilla. E, quando dagli schermi televisivi trapelano le lingue delle fiamme, statene certi: prima o poi Mister Starve colpirà anche nella nazione da dove si guarda placidamente lo spettacolo in tv. It’s only a matter of time, è solo questione di tempo direbbero gli inglesi.
E così mentre il parlamento dava luminoso spettacolo di corruzione e vanagloria si sono accesi gli incidenti nella piazza romana. Il più stizzito di tutti il noto quotidiano di disinformazione del centrosinistra, La Repubblica. Ha parlato di black bloc in azione. Con quasi dieci anni di ritardo dallo scioglimenti dei blocchi neri. Ma non c’è da stupirsi. La stessa Repubblica parlava di “autonomi” negli anni ’80 e ’90 ogni volta che spuntava un incidente e sempre molti anni dopo lo scioglimento dell’area dell’autonomia. Per il quotidiano romano sincronizzarsi con la realtà storica è sempre stato difficoltoso se non impossibile. Figuriamoci oggi dove, per il tetro mondo del centrosinistra, la rappresentazione dello spettacolo deve essere: si vota in parlamento ed un popolo sconfitto al massimo può indignarsi compostamente nella speranza che le carte bollate risolvano il problema Berlusconi (come no..). Ma questa rappresentazione al massimo può andare bene a Concita De Gregorio, direttrice di un giornale che a suo tempo le masse le ha combattute aspramente, quando occhiegga a Bocchino nei talk show nella speranza di contribuire a chissà quale orrore di governo. Il popolo, si sa, quando fa sentire la sua non lo fa usando il linguaggio pretesco e moralistico dell’indignazione sterile o quello dei pettegolezzi di teatro. Il popolo quando parla tuona, di qui l’atavico timore dei potenti.
Ecco quindi che, all’arrivo di Mister Starve, proprio Repubblica si è data alla disinformazione: nel newswire ha parlato di black bloc che tirano sassi ai passanti, di studenti dell’asilo che fuggono terrorizzati per colpa degli incidenti. La solita creazione di panico. Ma il punto è che è proprio il panico che nutre Mister Starve. Più lo alimenti più le truppe di Mister Starve ingrossano le fila. Già, ma chi sono le truppe del generale che cresce naturalmente in proporzione allo spettacolo della boria e della corruzione delle classi dirigenti?
Sempre Repubblica, è il progressismo che corre in soccorso del padrone nei momenti difficili, ha sentenziato: “nella mattina manifestazione pacifica di universitari, studenti medi, Fiom, terremotati dell’Aquila”. E nel pomeriggio chi c’era, secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro? Gli alieni?
Si tranquillizzino tutti. Mister Starve recluta tra gli umani. Recluta tra gli studenti, i precari, come tra lavoratori con il mutuo. E’ una leva composita la sua: non fa questioni di età, di sesso ma recluta tra i motivati a non farsi prendere in giro dallo spettacolo delle feste dei potenti nei momenti in cui il popolo rischia la fame. E le truppe di questo generale trovano i più invisibili dei fiancheggiatori: l’edicolante stanco di vedere tutti i giorni i potenti che sfrecciano davanti all’edicola con le macchine rombanti, la signora che al mercato comincia a imprecare contro la crisi, il pensionato che un tempo ha fatto l’autunno caldo. E più queste figure si rendono conto che Mister Starve è arrivato meno terrà un’opposizione fatta tutta per venire in soccorso al Cavaliere.
Nonostante lo spettacolo alle camere, la piazza ha già sfiduciato Berlusconi. Che può ben cavarsela con Fini. Ma l’avversario più insidioso, quando precipita la crisi, è proprio Mister Starve. E se questo signore decide di soggiornare in Italia, non ci saranno Minzolini, ballerine o spettacoli che terranno. Il popolo, come sa Maria Antonietta, non lo si contenta con le brioches.
per Senza Soste, nique la police