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Studente? No, prodotto universitario.

la situazione che si va delineando, per come è stata e descritta e prevista dalle personalità universitarie e industriali, somiglia fortemente a quella che descrivevamo qui e qui. ciò significa, come ampiamente detto nei precedenti documenti, che la futura università sarà costruita secondo le esigenze di confindustria e gli/le studenti saranno, appunto, solo un prodotto, senza esigenze e senza una volontà da tenere in considerazione. qui trovi la rassegna stampa dell’incontro.

Lunedì 11 gennaio si è svolto presso il caffè 110 l’incontro “Università, quali risorse?”, promosso dall’associazione Università per l’Umbria. Sul palco sedevano il prof. Mannarino, quale moderatore, i rettori delle due Università perugine, alcuni rappresentanti degli industriali umbri ed il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali.

Un po’ per curiosità (o, forse, per buona volontà) noi di Onda Perugia ci siamo recati all’incontro. Curiosi di sentire dalla viva voce delle “istituzioni” quali ricette e quali prospettive ci fossero per l’università nella regione Umbria, per i docenti e per noi studenti e precari.

I primi dubbi sono sorti sin da subito. Bistoni stava vagamente attaccando la riforma Gelmini e snocciolava cifre obsolete e poco espressive, se confrontate con l’evidente precarietà che la ‘nostra’ università vive giornalmente, e noi ci chiedevamo: “Sta parlando in qualità di rettore dell’Università di Perugia o in qualità di presidente dell’associazione Università per l’Umbria? E se la seconda alternativa è quella giusta, chi o cosa legittima questa associazione a prendere decisioni e a fare accordi con gli industriali in nome dell’Università di Perugia?”

All’intervento del rettore faceva seguito l’intervento della rettrice dell’Università per Stranieri Stefania Giannini, pieno di nebulosi riferimenti alla meritocrazia e più condiscendente verso la riforma. Seguivano altri interventi, ma a noi qualcosa non quadrava… Ma certo! La parola ‘studente’ era stata pronunciata solo in un’occasione, legata alla parola ‘tasse’ e con scoramento, vista l’impossibilità di aumentarle il prossimo anno! La parola ‘precario’ invece non era stata proprio contemplata.

Ma a saperlo ascoltare e interpretare, in realtà, un intervento con oggetto gli studenti ed i precari c’è stato, un intervento di quelli che vanno considerati autorevoli dato lo spessore, non certo culturale, di chi lo ha fatto, ovvero il presidente degli industriali umbri Bernardini.

Questo signore ha esordito esibendo la sua soddisfazione di vedere l’università alle prese con bilanci e debiti, come una qualsiasi azienda, plaudendo dunque alle controriforme della Gelmini.
“Sarà il privato contento di vedere il pubblico parassitario finalmente alle prese con il dio mercato”, qualcuno avrà pensato. Ed, invece, no. Eccolo dire apertamente che le aziende già da tempo usufruiscono delle ‘consulenze’ degli universitari ed affermare che l’università d’ora in poi dovrà fornire alle aziende solo i prodotti che il mercato richiede.

Un’industria della ceramica produce tazze del water. L’università produrrà studenti e precari. Con soldi in parte pubblici, ma con profitti interamente dei privati che potranno avvalersi a prezzi competitivi (per usare un eufemismo) dei servigi degli studenti e dei precari della ricerca.
Addio libertà di ricerca, libertà del sapere. Ogni azione di precari e studenti verrà subordinata al criterio dell’azienda: dovrà essere un buon prodotto, un buon tassello che l’università inserirà nel fantastico mondo di Confindustria.

Ci è parso anche di capire, a partire dalle dichiarazioni finali di Bistoni, la ragion d’essere dell’associazione Università per l’Umbria: il magnifico ha infatti fatto trapelare una sua eventuale disposizione non sfavorevole ad una futura università privatizzata.

ondaperugia.noblogs.org

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