Nella Napoli delle eccedenze, dagli spazi riappropriati nel centro storico alle insorgenze per la difesa del territorio come bene comune tra Terzigno e Chiaiano, trova terreno fertile pure la protesta dei precari della conoscenza, in particolare di quelli della docenza scolastica. Nel pomeriggio del 30 ottobre 2010, la manifestazione nazionale dei precari della scuola sfila cosìper il Corso Umberto del capoluogo partenopeo, arrivando fino a Piazza del Gesù nel cuore antico della città. Là c’è il palco sul quale per tutto il pomeriggio si susseguono gli interventi degli stessi docenti precari ma anche delle altre soggettivitàscese in piazza componendo il flusso umano di 5000 persone che, con parole scritte ed urlate, hanno animato il sabato napoletano fino a notte fonda.
Non è difatti solo il corteo di una categoria in lotta ma una tappa del processo di ricomposizione sociale della rivolta comune, quella di una pluralità subalterna che oggi coinvolge dagli strati della societàche una volta erano delle piccole borghesie fino a quelli che erano propri del sottoproletariato urbano (disoccupati e “senza-status”), passando ovviamente per le fasce sociali degli operai e della manodopera dipendente in generale.