Skip to content


Scuola e università: al medesimo attacco dobbiamo dare la medesima risposta!

documento pubblicato sotto licenza creative commons
 

Coordinamento universitario in difesa dell’istruzione pubblica di Perugia,

Perugia 13/10/’09

La Scuola e l’Università pubbliche da molti anni sono oggetto di attacchi bipartisan e le leggi 133/08 e 137/08 non hanno fatto che confermare questa tendenza.

Nelle logiche economicistiche e funzionali al profitto che sono alla base delle contro- riforme in questione ci pare evidente la volontà governativa di togliere due voci di spesa dal bilancio dello stato. Scuola e università pubbliche sono improduttive (in senso capitalistico) e vanno chiuse. La formazione così diventa competenza dei privati e diritto di pochi.

Il massiccio taglio dei fondi è palesemente finalizzato allo smantellamento di ogni comunità  intellettuale di ricerca e di produzione scientifica e comporta una gravissima lesione del diritto allo studio che dovrebbe essere garantito, secondo il dettato costituzionale, a tutti e tutte. Ma non solo. Tale processo porterà a lungo termine alla distruzione dei meccanismi democratici presenti all’interno di università e scuola.

Con la scusante dei tagli e del necessario razionamento delle risorse, all’Università è già in atto uno svuotamento di senso degli organi decisionali (consigli di dipartimenti, di facoltà e commissioni di area) in funzione di un accentramento di potere nelle mani dei Rettori e dei loro influenti ‘amici’. Non a caso anche qui a Perugia si parla già di accorpamenti di dipartimenti e facoltà. Il temibile DDL Aprea che a breve potrebbe abbattersi sulla scuola pubblica potrebbe reintrodurre una scuola classista, facendo distinzione tra licei e scuole simili al vecchio avviamento alla professione, e potrebbe conferire ai presidi (managers) la possibilità di chiamare personalmente gli insegnanti senza seguire una graduatoria. In una scuola del genere quale effettivo ruolo potrebbe ricoprire un collegio dei docenti?

Ma ciò che più ci interessa sono le soggettività che dalle contro- riforme in atto rischiano di essere annullate. L’attacco a scuola ed università pubbliche è solo un aspetto dell’attacco allo stato sociale nel suo complesso e, dunque, ai diritti sociali di tutt*. Il diffondersi pervasivo di un’ideologia che legge tutto il pubblico come parassitario, perché destinatario di sussidi, sembra mirato al disconoscimento del pubblico stesso, ma, in realtà, ha come obiettivo espropriare le persone, nel nostro caso student*, precar*, docenti, del valore sociale (ed economico) che producono.

 
La precarietà che vivono i/le precar* della scuola è la medesima degli/delle universitar* e dei/delle precar* dell’università. La Scuola e l’Università contro- riformate avranno bisogno di poch* docenti sfruttati e malpagati e, soprattutto, di pochi cervelli pensanti in modo autonomo. I precari di oggi rischiano di non raggiungere mai l’agognato contratto a tempo indeterminato. Gli/Le student*, che oggi stanno progettando i loro studi sulla base della passione e della prospettiva di diventare maestri e maestre, professori e professoresse, diventeranno i precari di domani, con prospettive ancora peggiori di quelle attuali.

Lo smantellamento dell’Università  e della Scuola pubbliche, intesi come luoghi di socialità, non possono che farci presagire un futuro dove saranno accentuati i processi di rottura dei legami sociali e di atomizzazione che sono già in atto. Ci dovremo rassegnare a individui completamente distaccati dal reale, che in esso non si situano e che di esso non sanno prendere coscienza? 

Posted in Approfondimenti e Analisi.