Skip to content


… in questo mondo di cyberpoliziotti noi vogliamo esplorare il nostro universo immaginario, i nostri desideri e sogni di potere. Vogliamo disegnare l’avvenire a nostra immagine…

Due mesi fa a Perugia si scriveva una delle pagine più buie e inquietanti
della storia recente della città. Il centro storico pieno di polizia in
borghese sembrava un carcere a cielo aperto, chi ci capitava, capitava
dentro.

Noi ci siamo capitat*: noi con questo vizio di uscire il sabato sera a far due
chiacchiere con gli amici, noi con questa pretesa di berci una birra in piazza
in compagnia, noi con questa mania di stupirci per una richiesta di
identificazione da parte di ignoti, noi con questa cattiva educazione
di chiedere spiegazioni, noi con questa inspiegabile insofferenza per
l’ingiustizia di una manetta scattata senza motivo, noi con questo
insano sentimento di intolleranza verso la prevaricazione, noi con
questa cattiva abitudine di non stare zitt* di fronte agli abusi, noi
con questa voglia di giustizia.

Domani alle ore 9 c’è l’ultima udienza del processo a Michela, Lorenzo e Riccardo.
Di un processo a noi. Noi siamo solo noi. Vogliamo un presente in cui poter vivere e un futuro in cui poterci specchiare.

"…in questo mondo di cyberpoliziotti noi vogliamo esplorare il nostro
universo immaginario, i nostri desideri e sogni di potere. Vogliamo
disegnare l’avvenire a nostra immagine…" r.b.

Posted in 10 Aprile a Perugia. Storia di arresti e deliri securitari.