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Università, incubo test “Il nostro futuro in 2 ore”

da repubblica.it

di ADELE BRUNETTI

“Superare i quiz di accesso a Medicina significa uscire da un incubo per chi desidera da sempre indossare il camice bianco. Il futuro si decide in due ore, una selezione brutale e approssimativa che non considera le effettive capacità dei ragazzi”. Gli studenti della Sun e della Federico II denunciano “le troppe carenze di una strategia di ammissione profondamente ingiusta”, mentre scatta il conto alla rovescia per i seimila aspiranti medici, attesi domani alla prova dei quiz

Università, incubo test "Il nostro futuro in 2 ore"

“Entrare a Medicina equivale a risvegliarsi da un incubo, la paura di non riuscire a superare lo scoglio dei test accompagna per anni i ragazzi che sognano di abbracciare questa professione sin da piccoli. E quando finalmente sei lì, la matita in mano e il foglio di carta pieno di domande assurde, il tuo futuro si decide in due ore e le qualità restano nell’ombra. La bocciatura è uno shock perché i quiz promuovono una selezione equilibrata ma brutale, ed affronti la prova, consapevole di non poter rendere al meglio delle tue possibilità”. Maurizio Romano, rappresentante degli studenti alla facoltà di Medicina della Sun descrive così quella parentesi angosciante che domani coinvolgerà circa seimila studenti distribuiti tra Monte Sant’Angelo e la Mostra d’oltremare. “Io passai l’esame, per fortuna. Ma ogni settembre il problema si ripropone per migliaia di aspiranti medici che subiscono l’ingiustizia di non essere vagliati secondo le proprie specificità”.

Un’opinione equilibrata da Nicola Giorgio, direttore della rivista studentesca “Il raglio” della Sun. “I quiz costituiscono un metodo obiettivo, una tutela contro le raccomandazioni, bilanciando le capacità logiche e critiche con le conoscenze culturali. E il numero chiuso, nonostante riduca al minimo le opportunità di accesso, salvaguarda gli orizzonti della professione. Aggiungerei tra i parametri di giudizio soltanto il curriculum scolastico”. Le qualità umane non ne escono trascurate? “Emergono durante la carriera universitaria. Il carico di lavoro è pesante e le situazioni da fronteggiare complesse, se manca la stoffa si comprende nel giro di un pugno di mesi”.

La polemica si riaccende alla Federico II. “Troppe le domande di logica e cultura generale che stonano con la natura della professione e nessuna considerazione verso aspetti importanti come l’amore per il prossimo e lo spirito di sacrificio, sondabili attraverso l’introduzione di quesiti psico-attitudinali” rincalza Giovanni Grillo, presidente della commissione didattica di Ateneo. “Valido il modello francese, che valuta gli studenti al secondo anno. Perché solo l’esperienza diretta in ospedale aiuta a capire se è il caso di voltare pagina. Adesso, ad esempio, il primo anno si svolge interamente accanto al reparto di rianimazione, quotidianamente si è costretti ad impattare con drammi tali che se non hai la tempra, getti immediatamente la spugna”

Posted in Rassegna Stampa.