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Ricercatori sul piede di guerra “Pronti al blocco della didattica”

Hanno già aderito in 372 alla protesta contro la riforma Gelmini del sistema universitario, si attendono le risposte delle Facoltà di Giurisprudenza, Medicina e Scienze politiche. “Azioni dimostrative e il coinvolgimento di studenti e professori associati e ordinari”

Ricercatori sul piede di guerra "Pronti al blocco della didattica" L’assemblea dei ricercatori

Nelle aule di via Belmeloro erano in 150, ma garantiscono di avere dalla loro l’adesione di altri 222 colleghi: in totale sono 372 i ricercatori (sui 1130 dell’ateneo) che hanno comunicato l’indisponibilità a svolgere attività didattica, per l’anno accademico che sta per iniziare, come forma di protesta contro il decreto Gelmini di riforma del sistema universitario.

Fra una settimana i numeri verranno aggiornati, con l’adesione o meno delle Facoltà che non si sono ancora espresse sullo sciopero bianco della didattica. In luglio furono quasi il doppio i ricercatori che avevano dichiarato di aderire alla protesta, ma allo stato attuale mancano ancora le risposte di Facoltà di peso come Giurisprudenza, Medicina e Scienze politiche (dove, riferisce un ricercatore, prima dell’estate si registrava un’adesione alla protesta vicina al 50%).

Ad Agraria hanno già aderito al blocco della didattica 55 ricercatori su 87, a Chimica industriale 27 su 36, ad Economia 32 su 55, a Lingue 24 su 26, a Lettere 40 su 98, a Veterinaria 30 su 50, a Scienze della formazione 35 su 53, a Scienze motorie 15 su 21, a Scienze statistiche 10 su 20, alla Scuola superiore di interpreti 16 su 22, a Scienze fisiche, chimiche e naturali 71 su 148.

Queste prime adesioni sono il punto di partenza per coinvolgere gli studenti e i docenti associati e ordinari. Nel frattempo, venerdì a Roma si svolgerà un’assemblea nazionale mentre a Bologna si promettono “azioni dimostrative per sensibilizzare” il mondo accademico e non solo, come spiega Loris Giorgini, rappresentante dei ricercatori nel cda dell’Ateneo. Un’occasione sarà il 24 settembre con la “Notte dei ricercatori”, in piazza Verdi, a cui parteciperanno anche il comico Enrico Bertolino e Patrizio Bianchi, assessore regionale all’Università e alla Ricerca

Per Francesca Ruocco, della Rete ricercatori precari, “la rinuncia alla didattica è lo strumento di maggior peso che hanno i ricercatori”. La possibilità di creare sensibili disagi negli Atenei è assicurata, infatti, ma Ruocco riferisce che a Bologna il rettore sta già pensando a come correre ai ripari: “Ci ha fatto sapere che è pronto a fare dei bandi di docenza a contratto per coprire i corsi che eventualmente resteranno scoperti, cosa che gli costerebbe intorno ai 3,5 milioni di euro” (per Giorgini, pero’, ai piani alti di via Zamboni questa ipotesi sarebbe già tramontata). Questo pomeriggio l’incontro dei ricercatori con Ivano Dionigi, al quale chiederanno di posticipare di quindici giorni l’inizio delle lezioni. (fonte: Dire)

Posted in Rassegna Stampa.