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Scintille nella palude: alcuni spunti sui movimenti a venire

http://www.infoaut.org/img/gallery/img_0926-4c8b5d0d0bfe7.jpgEditoriale uniriot.org 11.09.10 – Dalla giornata di protesta di ieri e dai giorni precedenti la contestazione è possibile trarre qualche indicazione parzialmente generalizzabile sull’attuale stato del rapporto fra movimenti, metodi di lotta e forme di comunicazione.  Lasciandoci alle spalle una stagione carsica in termini di attivazione di dinamiche di conflittualità nei territori, è possibile ipotizzare una tendenza per cui sarà ancora il mondo della formazione a riaccendere la miccia dell’opposizione sociale. Se l’Onda del rimane il primo movimento ad aver attraversato le strade dell’attuale crisi con dimensioni massificate, radicalità e prospettive di generalizzazione, è ancora dalle scuole e dalle facoltà che è legittimo attendersi una ripresa delle lotte.

Rispetto allo scoppio della crisi nel 2008, ci troviamo in un contesto decisamente mutato: a partire dal definitivo tramonto del progetto riformistico obamiano di soft governance che lascia spazio ad un mondo in costante tensione, passando per un quadro istituzionale italiano che, dopo anni di crisi della rappresentanza, inizia a prefigurare una crisi della forma della democrazia liberale stessa sempre più acuta.
Di fronte ad un fronte padronale che inizia a prefigurare la propria exit strategy, seguendo i progetti di cui si è erto a portavoce Marchionne, e a politiche che tentano l’assalto definitivo ai residui diritti e forme welfaristiche da tempo sgretolantisi, si iniziano tuttavia ad intravvedere nel fondo dell’attuale palude alcune scintille. Alcune di quelle parti sociali (che furono anche la forza trainante anche dell’Onda) che nell’anno passato avevano trovato espressione in mobilitazioni coloured ed in forme di lotta spesso disperate o vittimistiche, iniziano a darsi passaggi di radicalizzazione e prospettive che escono definitivamente dall’alveo della dialettica politica istituzionale, cercando percorsi altri.

Lo slogan che veniva gridato dai manifestanti ieri, quel “Vadano via tutti!”, che echeggia il “Que se vayan todos” gridato dalle piazze dell’Argentina sprofondata nella crisi di qualche anno fa, può essere un’indicazione importante su una strada potenzialmente ricompositiva delle molteplicità attualmente in movimento.

La scia contestativa che ha attraversato l’Italia in queste settimane (dalla rabbia contro il ministro Maroni nella Bergamo feudo padano, alla cacciata di Dell’Utri nella provincia lombarda, passando per Bonanni alla festa del Pd di Torino), ha avuto un corrispettivo anche nel conflitto sul mondo della formazione. La vivacità della piazza bolognese di ieri e il fatto che a partire da essa siano già fioriti molti altri appuntamenti di contestazione alla Gelmini non è che un esempio. Non si può infatti non menzionare la contestazione dei precari a Franceschini, e più in generale un importante segmento di mobilitazione che insegnanti e precari di tutto il paese stanno portando avanti con determinazione, che bisogna sostenere e valorizzare.

Tutte indicazioni che impongono allo scenario politico un dato da tenere in forte considerazione nei mesi a venire. Sul piano comunicativo, vediamo sempre più imporsi il contro-utilizzo dei social network e della rete più in generale come luogo di comunicazione virale e di possibile innesco di forme mobilitative. La capacità di saper cogliere in maniera intelligente le potenzialità della rete, intesa non come luogo neutro ma come ambiente politico tout court, è una delle sfide che i movimenti devono iniziare ad affrontare nel pratico. La forte solidarietà raggiunta nell’indizione della contestazione anti-Gelmini e la grande risposta (moltiplicativa, anche a livello di convocazioni di ulteriori appuntamenti di contestazione!) del “popolo di Facebook” è un dato da non sottovalutare.

In conclusione, senza perdersi nella retorica spesso retriva e depotenziante sugli autunni caldi, si vedono emersioni e strutturazioni di soggettività ed iniziamo ad attraversare un periodo dove i campi di forze sono in costante oscillazione. La capacità di posizionamento dentro e contro queste nuove dinamiche, può iniziare a prefigurare quell’oltre possibile di cui si sente tanto bisogno.

Collettivo universitario autonomo

BOLOGNA

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