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Al vostro fianco! Lettera alle ricercatrici e ai ricercatori universitari di Perugia e di tutte le Università

Esprimiamo solidarietà ai ricercatori in mobilitazione in tutte le Università.

L’attacco cui siete sottoposti in questo momento non è differente da quello che colpisce gli studenti e le studentesse universitarie, i/le precar* della scuola e in generale il mondo della conoscenza. Un attacco caratterizzato dalla subordinazione del sistema formativo alla cosiddetta razionalizzazione economica.

I suoi effetti, ormai dispiegati, sono quelli di una totale dismissione di scuola e università e dei diritti di chi le vive e le fa vivere. Tale “razionalizzazione” non ha solo determinato una diminuzione delle risorse per stipendi, attività e borse ma ha anche rafforzato il potere delle gerarchie universitarie e la loro forza di ricatto.

Il caso dei ricercatori “precettati” di Bologna lo dimostra in pieno.

Il fatto che in molte università vengano aumentate le tasse e vengano diminuite offerta formativa e borse di studio, assegni e dottorati di ricerca dimostra che siamo tutt* all’interno del medesimo processo di graduale smantellamento del sistema di istruzione e ricerca pubblico.

Crediamo che stia a noi tutti costruire forme di protesta e di proposta che sappiano respingere con forza la logica dei tagli al comparto dell’istruzione e che siano comunicative della necessità di una ridefinizione delle strutture universitarie a partire dalle esperienze e dalle esigenze di coloro che l’università la vivono e la fanno vivere.

In questo contesto pensiamo che non valgano certi argomenti, troppo simili a quelli utilizzati recentemente in fabbrica. Argomenti secondo cui una forma di protesta, come il blocco della didattica, sarebbe una lesione dei diritti dei molti per far valere i diritti di pochi.

Se i ricercator* decidono di bloccare la didattica, la colpa e la responsabilità di questa forma di protesta vanno ascritte a chi lede i diritti dei ricercatori e pensa di poterli sfruttare ad oltranza. Va poi ricordato che i ricercatori non sono obbligati, da contratto, a tenere corsi.

Per questo appoggiamo ogni forma di protesta e lotta che vorrete mettere in campo, invitando ad esprimervi con coraggio rispetto a questo scacco al sistema della formazione che voi, in quanto ricercator*, e noi precar*, studenti e studentesse dell’ateneo perugino viviamo come una minaccia sulle nostre stesse vite.

Crediamo che le mobilitazioni, le loro forme e i loro contenuti vadano discussi collettivamente, pena il rischio del vertenzialismo. Vi chiediamo perciò la possibilità di incontrarci in un momento assembleare unico in cui condividere analisi del presente, costruzione di mobilitazioni e prospettive per il futuro di un’istruzione e di una ricerca libere e accessibili a tutti e tutte.

Verso la manifestazione nazionale della Fiom del 16 Ottobre e l’assemblea generale dei movimenti e delle lotte sociali all’Università La Sapienza di Roma il giorno 17 ottobre

Studenti, studentesse e precar* dell’Onda Perugia


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