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Gli studenti: «Vorremmo iniziare delle lezioni vere»

05/11/2010 – ARCHITETTURA, DOPO LA RINUNCIA DEI RICERCATORI

“I docenti reclutati non sanno cosa
ci devono insegnare”

C'è confusione per il futuro dell'anno accademico

da lastampa.it

ANDREA CIATTAGLIA
TORINO

«Spettatori del fallimento del Politecnico in appalto». Altro che fine delle proteste e inizio dell’anno accademico con lezioni regolari. Gli studenti dei corsi di design puntano i riflettori sull’«avvio difficile» delle lezioni alle facoltà di Architettura (I e II), le ultime a partire, martedì 2 novembre. Il motivo dello slittamento è noto. Le due facoltà con sede al castello del Valentino sono state più colpite di Ingegneria dalla protesta dei ricercatori contro il disegno di legge Gelmini: l’adesione del 90% e la rinuncia alla titolarità delle cattedre ha costretto a posticipare l’avvio dei corsi di due mesi, assegnandoli a docenti esterni reclutati attraverso bando.
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Torino: studenti universitari vs ministro Sacconi

Questo pomeriggio il rettorato dell’università di Torino è stato presentato, per l’ennesima volta, per l’ennesima passerella, come fortino inespugnabile… Polizia e carabinieri hanno protetto la sortita del ministro del lavoro Sacconi, decine di camionette e cordoni delle forze dell’ordine hanno fatto quadrato attorno alla sede dell’università per proteggere il “ministro della precarietà” dalle contestazioni.

Almeno 200 persone, studenti precari e lavoratori, hanno riempito il presidio dinnanzi al rettorato militarizzato. Un blocco stradale nella centralissima via Po è diventato presidio, fronteggiando per circa 2 ore lo schieramento spropositato di polizia in assetto anti-sommossa e transenne montate ad hoc, mandando in tilt la viabilità metropolitana del centro.

Studenti e lavoratori hanno preso parola contro la presenza sgradita del ministro del lavoro, denunciando il ruolo complice del rettore Pelizzetti quindi la militarizzazione asfisiante della zona. Inaccettabile è stata la difesa di una sede universitaria dalla presenza degli studenti, così come inaccettabile è stato bollato l’invito al ministro del governo Berlusconi, fatto per di più in una fase nella quale il governo Berlusconi si appresta a dare un’altra e ulteriore mazzata all’università, tramite la riforma Gelmini, e al lavoro, con la messa in discussione dei diritti collettivi conquistati con le lotte. Continued…

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Irlanda in crisi: scontri a Dublino tra studenti e polizia

Dublin, Ireland 04.11.10 – 20.000 Students in Dublin were demonstrating yesterday againstmassive fees and cuts in Dublin, Ireland. Police were beating up students in front of the Department of Finance,some   officers on horses were galloping through the tight crowds.

L’annuncio del ministro delle finanze irlandese, Brian Lenihan, di nuovi tagli alla spesa pubblica e di altri aumenti delle tasse sta generando tensioni nel corpo sociale d’Irlanda.I primi a mobilitarsi contro la crisi ed i provvedimenti governativi sono stati gli studenti universitari: il centro di Dublino come terreno di scontro tra dimostranti e polizia. Decine di migliaia di studenti hanno manifestato, nel particolare, contro il previsto ulteriore aumento delle tasse universitarie da 1500 a 2500 euro all’anno. Centinaia di studenti sono poi andati ad occupare il ministero delle finanze, fino a quando la polizia in anti-sommossa li ha poi sgomberati. Diversi studenti sono rimasti feriti, altri arrestati. Ancora oggi, dopo gli scontri di ieri, le strade della capitale sono presidiate dai poliziotti a cavallo e dai mezzi corazzati.

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Parigi 4.11.10 – Sorbona occupata: comunicato dagli studenti

Noi studenti stiamo occupando la Sorbona per contestare la riforma delle pensioni, e anche, più generalmente, la precarietà e l’inasprimento delle nostre condizioni di vita : i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.Condanniamo con forza, inoltre, la repressione poliziesca, giudiziaria e amministrativa che si abbatte sugli scioperanti. Riteniamo che delle alternative alla politica ultra-liberale di questo governo ci siano, e esortiamo alla moltiplicazione delle iniziative, all’amplificazione delle mobilitazioni dei liceali, degli universitari, dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, fino allo sciopero generale da costruire attraverso l’autogestione dei conflitti.

Oggi nulla è finito, la mobilitazione va avanti più determinata che mai : Riprendiamoci il futuro.

http://www.7septembre2010.fr/

[english version]

As students, we are occupying Sorbona to oppose the reform of retirement, and then, more extensively, the precarity and the worsening of our life’s condition: higher-ups become richer, and lower classes poorer.

We strongly condamn, moreover, the repression of police, amministration and judiciary that hit the strikers.

We think that there are alternative to the super liberal politics of thi government, and we urge to multiplicate iniziatives, diffusing the mobilizations of students in high schools, universities, workers, unemployed, retired, unitl the general strike that we build up thorugh the selfmanagement of conflicts.

Today nothing is finished, the mobilization goes on more determined than ever: take back the future!

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We want t(w)o win – editoriale Uniriot

L’anno accademico si è aperto con il tentativo da parte del governo di far approvare nel silenzio la riforma Gelmini. Ormai da questa data ci separa un mese di intense mobilitazioni che si sono alternate in tutti gli atenei italiani e che hanno condotto ad un rinvio della discussione parlamentare della riforma. Infatti sia la protesta dei ricercatori, la cui indisponibilità ad assumere incarichi gratuiti ha determinato il blocco della programmazione didattica in molte facoltà, sia l’incisività dell’azione di blocco messa in campo dagli studenti, hanno evidenziato l’insostenibilità della linea del governo in materia di università determinando in questo modo lo slittamento del DDL, complici anche alcune favorevoli geometrie parlamentari.

Gli studenti ed i ricercatori non possono però fare a lungo affidamento sul soccorso delle forze politiche, dai rettori fino ai partiti, in quanto tutti, aldilà delle perplessità con cui hanno accolto la prima stesura di questa legge, risultano uniti nel chiedere una riforma verticista e senza investimenti dell’università italiana. E’ di questi giorni infatti la notizia che il ddl Gelmini è stato ricalendarizzato alla camera a partire dal 18 Novembre. Le forze di governo sperano in un iter fulmineo, che porti all’approvazione entro il 25 e sul cui percorso non si presenteranno più gli ostacoli trovati dalla prima versione. Solo da chi non ha nulla da perdere e produce ogni giorno sapere nelle nostre università può arrivare una risposta di blocco reale. Continued…

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MARTEDI 9 NOVEMBRE 0RE 16 ASSEMBLEA ORGANIZZATIVA presso l’Aula i/2 di Matematica

MARTEDI 9 NOVEMBRE 0RE 16 ASSEMBLEA ORGANIZZATIVA presso l’Aula i/2 di Matematica (parleremo delle inziative da intraprendere per quanto riguarda borse di studio, proteste di ricercator* e precar*, autoformazione, discussione del ddl gelmini che si svolgerà nella settimana dal 18 al 25 novembre, etc…)

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Il Tesoro taglia meno e promette un miliardo

All’università un miliardo di euro e al governo la speranza di durare un giorno in più.

da ilmanifesto.it

di Roberto Ciccarelli

All’università un miliardo di euro e al governo la speranza di durare un giorno in più. Il colpo di teatro che il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha riservato ieri alla fine del consiglio dei ministri permetterà una rapida approvazione alla Camera della riforma Gelmini venerdì 26 novembre. Il profilo «riformista» del governo verrà così rispolverato, dimenticando i recenti capitomboli del disegno di legge nella commissione cultura di Montecitorio. Continued…

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Taglio delle borse di studio e dei dottorati: ci tagliano il presente e il futuro. Rassegna stampa

l’attacco ai nostri diritti, nostr* in quanto precar* in generale e giovan* in particolare, ormai si approfondisce e si aggrava. dopo l’aumento delle tasse unviersitarie e dei costi della mobilità, ecco arrivare la diminuzione drastica delle borse di studio e la cancellazione delle provvidenze speciali (sussidi per student* che non usufruiscono delle borse di studio) a ciò si aggiunga la diminuzione verticale delle borse di dottorato che significa, traducendo, che * neolaureat* che avevano cominciato gli studi magari progettando un futuro universitario, vedranno scomparire un’altra possibilità di costruirsi il loro futuro. questi sono i risultati dei tagli imposti dalle misure d’austerità locali, nazionali ed europee; contro cui bisogna mobilitarci per riprenderci ciò che è nostro, il nostro futuro.

L’agenzia per lo studio universitario costretta a tagliare 4000 borse

Ricerca, solo 16 dottorati attivati quest’anno

Borse di studio tagliate, il 35% degli studenti potrebbe lasciare entro il primo anno

E’ polemica sui tagli adisu

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Perugia – Bloccato il centro storico, Sit-in di fronte alla regione verso il 17 novembre

Oggi, giovedì 4 novembre, quello che doveva essere un incontro tra la presidente della regione ed alcuni studenti dei collegi universitari si è trasformato in breve in un presidio in cui molti studenti, dei collegi e non, hanno fatto vedere la loro voglia di lottare per i loro diritti.

Un centinaio di loro si sono messi a studiare seduto di fronte alla regione Umbria per dimostrare che la loro protesta riguarda direttamente il territorio e la ricchezza che si produce quotidianamente.  In questo modo sale la protesta nei collegi e nelle assemblee universitarie, sempre più verso una generalizzazione delle proteste e dei contenuti delle lotte.
Il 17 Novembre ci spetta, da protagonisti!

A breve video e foto

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Taglio alle borse di studio, l’Adoc: “Molti ragazzi lasceranno le universita’”

da tuttoconsumatori.it

“Con il taglio del 90% dei finanziamenti per le borse di studio si rischia che il patrimonio culturale e storico delle universita’ italiane vada perduto”. Lo denuncia l’Adoc secondo cui il 35% dei ragazzi aventi diritto alla borsa lascera’ al primo anno di corso. “Una borsa di studio di importo medio di 4000 euro l’anno copre in media il 57% delle spese sostenute da un universitario – dice Carlo Pileri, il presidente dell’Adoc – ammontanti a circa 700 euro al mese solo per affitti (450 euro al mese, con un’incidenza del 64% sulla spesa), trasporti (36,50 euro/mese), vitto (150 euro/mese) e libri di testo (66 euro al mese). Eliminare i fondi per le borse di studio significa privare l’80% degli aventi diritto di un sostegno fondamentale per lo studio. I ragazzi meritevoli dovranno fare affidamento sulle proprie famiglie, che dovranno sopportare un taglio del 50% delle entrate solo per coprire le spese universitarie, considerando che il reddito familiare massimo per avere diritto alla borsa e’ di 17mila euro al mese. E chi non ha la possibilita’ di un sostegno familiare molto probabilmente dovra’ abbandonare gli studi”.
Secondo l’Adoc il 35% degli aventi diritto sara’ costretto a lasciare i corsi al primo anno, una percentuale che sale al 60% al secondo anno. “Per questa situazione critica l’unica soluzione possibile sembra essere l’universita’ online, che prevede un costo medio di 4000 euro l’anno comprese tasse, trasporti e libri di testo. Senza nulla togliere a questo tipo di struttura universitaria e’ evidente il rischio di un grave deperimento del patrimonio culturale e storico delle universita’ italiane. In Italia da centinaia di anni universita’ come quella di Bologna, di Padova o di Pisa sono la culla della civilta’, e’ fondamentale non perdere questo patrimonio ma, al contrario, tutelarlo con tutti i mezzi possibili”, conclude Pileri.

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