“I docenti reclutati non sanno cosa
ci devono insegnare”

da lastampa.it
«Spettatori del fallimento del Politecnico in appalto». Altro che fine delle proteste e inizio dell’anno accademico con lezioni regolari. Gli studenti dei corsi di design puntano i riflettori sull’«avvio difficile» delle lezioni alle facoltà di Architettura (I e II), le ultime a partire, martedì 2 novembre. Il motivo dello slittamento è noto. Le due facoltà con sede al castello del Valentino sono state più colpite di Ingegneria dalla protesta dei ricercatori contro il disegno di legge Gelmini: l’adesione del 90% e la rinuncia alla titolarità delle cattedre ha costretto a posticipare l’avvio dei corsi di due mesi, assegnandoli a docenti esterni reclutati attraverso bando.
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Noi studenti stiamo occupando la Sorbona per contestare la riforma delle pensioni, e anche, più generalmente, la precarietà e l’inasprimento delle nostre condizioni di vita : i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.Condanniamo con forza, inoltre, la repressione poliziesca, giudiziaria e amministrativa che si abbatte sugli scioperanti. Riteniamo che delle alternative alla politica ultra-liberale di questo governo ci siano, e esortiamo alla moltiplicazione delle iniziative, all’amplificazione delle mobilitazioni dei liceali, degli universitari, dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, fino allo sciopero generale da costruire attraverso l’autogestione dei conflitti.
L’anno accademico si è aperto con il tentativo da parte del governo di far approvare nel silenzio la riforma Gelmini. Ormai da questa data ci separa un mese di intense mobilitazioni che si sono alternate in tutti gli atenei italiani e che hanno condotto ad un rinvio della discussione parlamentare della riforma. Infatti sia la protesta dei ricercatori, la cui indisponibilità ad assumere incarichi gratuiti ha determinato il blocco della programmazione didattica in molte facoltà, sia l’incisività dell’azione di blocco messa in campo dagli studenti, hanno evidenziato l’insostenibilità della linea del governo in materia di università determinando in questo modo lo slittamento del DDL, complici anche alcune favorevoli geometrie parlamentari.


