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Sapienza in rosso buco da 70 milioni

da repubblica.it La Sapienza

I rettori in rivolta contro i tagli: "Così si blocca tutto". A piazzale Moro sono a rischio anche i pagamenti degli stipendi. Il magnifico Frati: "A marzo possibile l’arrivo del commissario"

di Viola Giannoli

UNIVERSITÀ al verde e bilanci in rosso. Da 2 a 70 milioni di euro. A tanto ammontano i deficit degli atenei romani: La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre. E anche chi ha chiuso i bilanci in pareggio lo ha fatto risparmiando su spese e servizi. Colpa soprattutto dei tagli al Fondo ordinario e dall’incertezza circa la ripartizione dei finanziamenti ripristinati dalla Finanziaria che prevede ossigeno per 400 milioni di euro da spalmare tra tutte le università pubbliche italiane. Continued…

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Voi Rewind, noi Fast Forward! Presidio davanti al Palagiustizia di Torino

da infoaut.org

AGGIORNAMENTO h 13: Si è appena concluso il presidio davanti al Palagiustizia di Torino che ha accompagnato la prima udienza preliminare (poi rinviata per un vizio di forma al 1 aprile) per il processo Rewind. In tanti, studenti e studentesse dell’Onda, con delegazioni da ogni parte di Italia, si sono dati appuntamento questa mattina a Torino, non solo per dimostrare solidarietà agli imputati, ma soprattutto per ribadire che è il movimento tutto ad essere sotto accusa oggi, dal momento che tutto in quella, come nelle altre giornate dell’Onda, era stato deciso e agito insieme. Un’assemblea nazionale aveva sancito la volontà di non accettare la zona rossa nella giornata del 19 maggio, un’altra assemblea nazionale a termine del corteo aveva poi assunto l’intera giornata come una scommessa vinta. Molti sono stati gli interventi al microfono, tutti volti da una parte a rivendicare la ricchezza espressa in quelle giornate di maggio, dall’altra a denunciare le misure cautelari di allora e di oggi. 28 sono gli studenti attualmente imputati nel processo Rewind, di cui quasi tutti, ad una distanza di otto mesi, ancora oggi sottoposti a restrizioni della libertà personale, quali obbligo di firma (in alcuni casi ancora giornaliere). Misure che risultano a tutt’oggi davvero inaccettabili, tanto più se rapportate ad un impianto accusatorio basato su prove e riconoscimenti discutibili ed inconsistenti, che si è dovuto far forza della figura di un Giancarlo Caselli per supportare agli occhi dell’opinione pubblica le deliranti tesi lì avanzate.  L’Onda ha dimostrato ancora una volta di esserci e di essere oggi come ieri unita. Se con questa operazione, che assume sempre più una connotazione tutta politica, hanno tentato di dividerci, proponendo(ci) una fittizia quanto comoda (per loro!) divisione tra buoni e cattivi, oggi, sia davanti al tribunale, sia con le iniziative in contemporanea dislocate nelle diverse città, da Roma a Genova, da Bologna a Palermo, abbiamo per l’ennesima volta palesato che il loro intento è miseramente fallito… voi rewind, noi fast forward!

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Voi Rewind, noi… Fast Forward!

da infoaut.org

leggi anche L’onda non si processa, dietro quello scudo c’eravamo tutt*!

Onda di maggio, onda perfetta! – Riflessioni su Onda, giornate del g8 e operazione Rewind

L’Onda del maggio per molti era una scommessa. Non era automatico, almeno per noi che da Torino lanciavamo l’appuntamento, che la tenuta dell’Onda fosse ancora così forte, così autentica, così reale. Noi stessi probabilmente non ci rendevamo conto di quanto il movimento dell’autunno, con le sue grandi mareggiate, avesse fatto nascere e crescere in molti studenti e studentesse un livello di consapevolezza e coscienza di sé e dei propri obiettivi così radicato e qualitativamente elevato. Consapevolezza di quello che siamo, massa cognitaria sfruttata e precaria, con un futuro che ci corre incontro sotto forma di debito, dove insopportabile è la sproporzione tra l’enormità della ricchezza sociale collettivamente prodotta e la violenza di un’appropriazione che beneficia pochi. Consapevolezza di qual era (ed è) la posta in gioco, lo smantellamento dell’università pubblica come bene comune, dell’urgenza dei nostri obiettivi e dei nostri bi-sogni e di quali erano, e sono, i nostri avversari. A Torino i nostri avversari erano rinchiusi dentro il Castello del Valentino, protetti dalle forze dell’ordine, a produrre un fumoso quanto banale documento sulla sostenibilità ambientale. Continued…

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L’uso ideologico della scuola

da l’altronline

di Simonetta Salacone*

Torno sul tema della “giornata del ricordo” che nella scuola che dirigo (come in moltissime, forse la maggioranza) delle scuole elementari del Paese non è stata celebrata, per dare alcuni chiarimenti a chi la scuola non la conosce e a chi non fa il mestiere dell’insegnante.

Primo: la scuola non è luogo di celebrazioni, ma di educazione attraverso lo studio e l’approfondimento culturale dei fatti. Secondo: i contenuti della programmazione sono scelti dai docenti, all’interno di “indicazioni programmatiche” e vengono opportunamente adeguati alle età e alle capacità degli alunni, alle situazioni e ai contesti. Continued…

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Cosa ne sarà delle scuole superiori, de* insegnant* e de* student*? La situazione in umbria e in italia

Documenti tratti da coordinapg.altervista.org

Primi documenti sulle superiori, ma ancora niente regolamenti

I soldi per l’attività didattica alternativa alla religione ci sono

Il punto della situazione sul tema disabilità

Nuovo status giuridico de* insegnant*

Buoni scuola, ma solo per famiglie: il pd e la politica del mulino bianco

Buono scuola in umbria

Il testo della legge

Legge sulla famiglia, perchè è sbagliata di MariaRosaria Marella

da Liberazione

Scuola, per sapere che cosa sarà

da Repubblica

Superiori ancora senza regole Iscrizioni al buio per 500mila

 

 

 

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Superiori ancora senza regole Iscrizioni al buio per 500mila

di Salvo Intravia

da repubblica.it

I regolamenti che traducono la riforma non sono ancora stati pubblicati. Dura la Cgil
Non è chiaro come studieranno gli studenti, cosa e dove insegneranno i docenti

Scelta al buio per un milione e mezzo di studenti italiani. Le iscrizioni al primo e agli anni successivi delle scuole superiori targate Gelmini inizieranno il 26 febbraio, ma i Regolamenti che giustificano la riforma, definita "epocale" dallo stesso ministro dell’Istruzione, misteriosamente non sono ancora stati pubblicati. E senza Regolamenti, gli studenti non sapranno cosa e come studieranno, gli insegnanti non sapranno cosa e dove insegneranno, le scuole e gli enti locali (le province e le regioni) non potranno formulare i loro piani dell’offerta formativa. Si va avanti in questi giorni a forza di bozze non ufficiali, che possono cambiare da un momento all’altro, di voci provenienti dalla capitale e di indiscrezioni. Ma di certo c’è poco, solo una circolare sulle iscrizioni che la Flc Cgil definisce piena di "contraddizioni". Continued…

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L’università senza condizione di J. Derrida e P.A. Rovatti. Recensione di Donatella Di Cesare

da anobii

Un singolare volume sul destino delle nostre università in un
momento in cui l’idea di università appare snaturata. Il nucleo
insopprimibile di questa idea è per Derrida l’"incondizionatezza", la
libertà intrinseca alla professione dell’insegnare. Rovatti è d’accordo
ma a condizione di guardare con attenzione a quel che accade in casa
nostra, dove il fantasma dell’azienda sembra restringere gli spazi e
togliere slancio all’università stessa.  

da filosofia.it

di Donatella Di Cesare

Senza dubbio una università senza condizione – qual è quella delineata da Derrida nel testo di una lezione tenuta in tante http://www.lafeltrinelli.it/static/images-1/m/198/1856198.jpgparti del mondo e ripresa criticamente da Rovatti – una università che si vede riconosciuta, oltre alla tradizionale libertà accademica, una libertà incondizionata di interrogazione e di proposizione, una libertà incondizionata di ricerca, e soprattutto di ricerca della verità, in Italia oggi non esiste.
Non esiste anzitutto perché l’attuale governo, sin dall’inizio, anziché aumentare gli incentivi, indispensabili per mettere in atto la riforma varata in precedenza, ha tagliato tutti i fondi all’università. L’ha fatto – occorre dirlo – in un modo drastico e violento al punto da far pensare a un attacco deliberato contro il luogo pubblico – forse l’ultimo? – di "resistenza critica". Prima ancora di poter parlare di libertà incondizionata si è costretti a parlare di diritto allo studio. Perciò Rovatti mette un titolo eloquente al suo contributo: A condizione – che vuol dire rilanciare come compito l’università senza condizione a condizione che le effettive condizioni lo permettano. Si calcola – ma è solo un esempio – che dal prossimo ottobre le tasse aumenteranno del venti per cento. L’università va avanti grazie alla volontà degli studenti e dei docenti e all’arte tutta italiana di arrangiarsi improvvisando. Ma quest’arte funziona per poco e il peggio deve ancora venire. Continued…

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Una ikea di università. Alla prova dei fatti

da newto.it

Il Ministro Gelmini ha detto che la nostra università è una macchina rotta, e che darle altra benzina sarebbe uno sperpero.

Una ikea di università. Alla prova dei fatti

Questo Ministro vuole staccare la spina, ma il coma l’ha prodotto il Ministro Berlinguer con la riforma del 1998. Una riforma che ha abbassato drasticamente la qualità e in cui un vago populismo – dare l¹università a tutti – si mescolava alla convenienza di aprire insegnamenti inutili e assurdi per accrescere il proprio potere. Questo Ferraris lo vedeva in tempi non sospetti, in Una Ikea di università, uscito nel 2001, che viene ora riproposto in una nuova edizione. Ciò che otto anni fa poteva sembrare una satira si è rivelato una realtà con cui bisogna fare i conti, se si amano la cultura e l’università, e soprattutto se non si vuole che si avveri la sentenza di Platone, secondo cui la democrazia è l’antefatto della tirannide. Continued…

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Gli atenei in profondo rosso “Qui rischiamo la bancarotta”

di Laura Montanari Gli atenei in profondo rosso "Qui rischiamo la bancarotta"

da repubblica.it

L’INCHIESTA/ L’allarme dei rettori: se confermano i tagli, chiudiamo
In futuro a rischio anche i bilanci che oggi sono in pareggio, come a Torino e Bologna

Bilanci fragili, atenei che pareggiano a fatica i conti, altri costretti a vendere pezzi di patrimonio immobiliare, case e palazzi per saldare le spese, le rate dei mutui e le bollette. Sono diverse le università in rosso e l’iniezione di 400 milioni di euro promessi come una tantum e aggiunti in "zona cesarini" in Finanziaria saranno solo un po’ di ossigeno. Per il 2011 il presidente della Crui, la conferenza dei rettori, Enrico De Cleva, lancia l’allarme: "Non siamo in grado di subire per il prossimo anno un taglio del 18-20% rispetto alle risorse del 2008, sarebbe il collasso dell’intero sistema universitario. Nessuno riuscirebbe a chiudere i bilanci". Del resto già ora la navigazione, per molti, è difficile. A Siena ogni mese si chiedono se ce la faranno a pagare gli stipendi del personale e il deficit di 32 milioni di euro sul 2010 è niente a confronto della montagna dei debiti pregressi valutata in oltre 100 milioni (su questo indaga pure la magistratura). Alla Federico II di Napoli il bilancio di previsione 2010 non l’hanno nemmeno approvato preferendo la gestione provvisoria. Lo stesso alla Sapienza di Roma dove lo sbilanciamento fra entrate e uscite è saldamente a due cifre con il segno meno davanti. A Bari e a Palermo idem. Genova, come altri atenei, ha chiuso il 2009 frugando fra le riserve messe da parte in cassaforte. La Statale di Milano approderà al pareggio quest’anno, "ma con tagli insopportabili se non dovessero arrivare i fondi promessi dal governo" spiega lo stesso rettore De Cleva. Continued…

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Università, immatricolazioni in calo fanno eccezione gli atenei del Nord

di Salvo Intravaia

da repubblica.it

Nell’anno accademico in corso il calo complessivo è stato del 2,3 per cento
Nel settentrione c’è stato un aumento di un punto e mezzo percentuale

In calo le immatricolazioni negli atenei italiani, ma solo al Centro e al Sud. Nelle regioni settentrionali le new entry nel sistema Università, immatricolazioni in calo fanno eccezione gli atenei del Norduniversitario sono in continuo aumento. Ancora una volta, i dati relativi alla formazione dei giovani mostrano un’Italia spaccata in due. Ma quella del Belpaese sembra anche un’università sempre più per soli ricchi. Gli ultimi dati sembrano confermare proprio questa linea. Anche perché non è un segreto che le tasse universitarie (e tutte le altre spese connesse allo studio) sono in continuo aumento e la spendibilità del titolo finale è sempre minore.

Come spiega lo stesso ministero dell’Università i dati sono ancora provvisori, ma comunque ufficiali e con tanto di confronto con l’anno precedente. Nell’anno accademico in corso, il 2009/2010, gli immatricolati (cioè coloro che si sono iscritti per la prima volta a un corso universitario) sono in calo del 2,3 per cento: 304 mila e 600 neo universitari contro gli oltre 312 mila dello scorso anno. Un dato che sommato a quello del 2008/2009 porta a una perdita secca del 5 per cento in un solo biennio.   Continued…

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