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COMUNICATO STAMPA DEL SIT-IN CPS DEL 6 NOVEMBRE DAVANTI ALLE SEDI REGIONALI RAI

Il CPS Coordinamento Precari Scuola indice per venerdì 6 novembre un sit-in contemporaneo in tutta Italia davanti alle sedi regionali della RAI per protestare contro l’oscuramento mediatico di cui siamo stati vittime.
Da più di un anno, i precari di tutta Italia si sono mobilitati per protestare contro i tagli all’istruzione. In realtà, la nostra lotta per la difesa della scuola pubblica statale e del nostro posto di lavoro dura da più di un anno, da quando, cioè, si è palesato il progetto del governo di smantellare il sistema pubblico di istruzione, formazione e ricerca. Lo scempio che ora è sotto gli occhi di tutti era prevedibile fin da allora, da quando, con la Legge 133, si è deciso di tagliare 8 miliardi di euro alla scuola, con conseguente riduzione dell’organico di 87.000 docenti e 43.000 ATA in tre anni. Il destino di noi precari, da allora, è segnato: una parte consistente di noi verrà estromessa definitivamente dal mondo della scuola.
La drammaticità della nostra situazione, però, è stata taciuta dai mezzi di informazione. Per rompere il muro di silenzio che per lungo tempo ha circondato le nostre mobilitazioni, abbiamo dovuto mettere in atto le forme più eclatanti di protesta, dalle occupazioni dei provveditorati ai presìdi permanenti, dagli incatenamenti agli scioperi della fame. Siamo dovuti ricorrere a forme di mobilitazione ad alto impatto mediatico, per avere i riflettori puntati su di noi per qualche giorno. Ma, passati i momenti più “caldi”, è calato nuovamente il sipario sul precariato scolastico. Persino la nostra manifestazione nazionale del 3 ottobre, salvo rare eccezioni, è passata sotto silenzio ed è stata completamente oscurata proprio dalla manifestazione per la libertà d’informazione. Certo, non sono mancate interviste, foto, riprese, ma di tutto questo materiale ben poco è stato effettivamente mandato in onda dalle televisioni o pubblicato sui giornali. Se si è parlato di scuola, lo si è fatto per lo più facendo sentire una sola campana, quella del governo e del ministro dell’istruzione, che mistificano la realtà e presentano come provvidenziali provvedimenti che in realtà distruggono la scuola.
Se i mezzi d’informazione si occupassero di come la scuola primaria sta vivendo il primo anno con il maestro unico e di quali scenari si prospettano con i nuovi Licei e i nuovi istituti Tecnici e professionali, con inchieste ed analisi precise, raccontando ciò che veramente sta accadendo, dietro i grembiulini, il voto in condotta e il “salvaprecari”, non avremmo bisogno di salire sui tetti o di metterci in mutande davanti ai provveditorati.
Chiediamo, dunque, alla stampa e ai mezzi d’informazione di raccontare il paese reale, non quello delle “escort” e dei festini, ma quello delle lotte sociali e delle mobilitazioni dei lavoratori. Noi continueremo la nostra battaglia per il ritiro dei tagli, per la difesa del diritto al lavoro e del diritto allo studio sanciti dalla Costituzione, e lo faremo mettendo in campo tutte le forme di mobilitazione che riterremo opportune. Chiediamo dunque che, diversamente da quanto accaduto sino ad ora, i mezzi d’informazione diano adeguato spazio alla voce dei precari ed invitiamo ad aderire e partecipare al sit-in non solo il mondo della scuola, ma anche la società civile e tutte quelle forze che hanno a cuore la difesa della democrazia, della Costituzione e della scuola pubblica statale. La scuola pubblica statale è un patrimonio inestimabile di tutta la società e costituisce, forse, l’ultimo baluardo di democrazia nel nostro paese. La sua difesa, pertanto, è interesse di tutti, non solo dei precari, ed è per questo che i media hanno il dovere di informare.

Coordinamento Precari Scuola

A Perugia:
venerdì 6 novembre alle ore 15.30
via Fanti (accanto sede RAI)

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Adesione Onda a presidio indetto da Cps per venerdi 6 alle ore 15: 30 sotto la sede della rai di perugia

Onda Perugia aderisce al presidio sotto la sede Rai di Perugia indetto dal Coordinamento de* precar* della scuola per Venerdi 6 novembre alle ore 15:30.

Precar* della scuola, studenti e studentesse medi e universitari sono uniti dal terrificante attacco portato al sistema dell’istruzione nel suo complesso da Tremonti e dalla Gelmini ma soprattutto dalla volontà di lottare per un sistema formativo che sia migliore di quello esistente e diverso da quello che ci viene prospettato dalle attuali contro- riforme.

L’attacco che Scuola e Università subiscono è palesemente finalizzato allo smantellamento di ogni comunità intellettuale, di ricerca e di produzione scientifica e comporta una gravissima lesione del diritto allo studio che dovrebbe essere garantito, secondo il dettato costituzionale, a tutti e tutte.

Le due Istituzioni in oggetto sono poi sottoposte ad un processo di distruzione dei funzionamenti democratici in esse presenti. Se per quanto riguarda la scuola possiamo citare la riorganizzazione accentratrice derivante dal progetto Aprea per l’Università vediamo che è già in atto uno svuotamento di senso degli organi decisionali in funzione dell’accentramento di potere da parte dei Rettori, processo che subisce un’accelerazione in conseguenza del nuovo Disegno di Legge Gelmini.

Ma ciò che più ci interessa sono le soggettività che dalle contro- riforme in atto rischiano di essere annullate. L’attacco a scuola ed università pubbliche è solo un aspetto dell’attacco allo stato sociale nel suo complesso e, dunque, ai diritti sociali di tutt*. Il diffondersi pervasivo di un’ideologia che legge tutto il pubblico come parassitario, perché destinatario di sussidi, sembra mirato al disconoscimento del pubblico stesso, ma, in realtà, ha come obiettivo espropriare le persone, nel nostro caso student*, precar*, docenti, del valore sociale (ed economico) che producono.

La precarietà che vivono i/le precar* della scuola è la medesima degli/delle universitar* e dei/delle precar* dell’università. La Scuola e l’Università contro- riformate avranno bisogno di pochi docenti sfruttati e malpagati e, soprattutto, di pochi cervelli pensanti in modo autonomo. I precari di oggi rischiano di non raggiungere mai l’agognato contratto a tempo indeterminato. Gli/Le student*, che oggi stanno progettando i loro studi sulla base della passione e della prospettiva di diventare maestri e maestre, professori e professoresse, diventeranno i precari di domani, con prospettive ancora peggiori di quelle attuali.

Lo smantellamento dell’Università e della Scuola pubbliche, intesi come luoghi di socialità, non possono che farci presagire un futuro dove saranno accentuati i processi di rottura dei legami sociali e di atomizzazione che sono già in atto. Ci dovremo rassegnare a individui completamente distaccati dal reale, che in esso non si situano e che di esso non sanno prendere coscienza?

Protestiamo con voi per garantire la sopravvivenza della scuola e dell’università pubbliche e per i nostri diritti, al reddito e allo studio, e per i diritti di chi verrà dopo di noi.

Invitiamo tutti i cittadini e le citttadine a parteciapare al presidio del 6 novembre perché la fine della scuola e delle università pubbliche non riguarda solo chi lì studia e lavora ma tutti quanti.

Pretendiamo visibilità perché la salvaguardia dell’istruzione riguarda tutti e tutte.

Onda Perugia

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Onda Perugia aderisce al presidio di domani sotto la sede Rai di Perugia indetto dal Coordinamento de* precar* della scuola

Precar* della scuola, studenti e studentesse medi e universitari sono uniti dal terrificante attacco portato al sistema dell’istruzione nel suo complesso da Tremonti e dalla Gelmini ma soprattutto dalla volontà di lottare per un sistema formativo che sia migliore di quello esistente e diverso da quello che ci viene prospettato dalle attuali contro- riforme.

L’attacco che Scuola e Università subiscono è palesemente finalizzato allo smantellamento di ogni comunità intellettuale, di ricerca e di produzione scientifica e comporta una gravissima lesione del diritto allo studio che dovrebbe essere garantito, secondo il dettato costituzionale, a tutti e tutte.

Le due Istituzioni in oggetto sono poi sottoposte ad un processo di distruzione dei funzionamenti democratici in esse presenti. Se per quanto riguarda la scuola possiamo citare la riorganizzazione accentratrice derivante dal progetto Aprea per l’Università vediamo che è già in atto uno svuotamento di senso degli organi decisionali in funzione dell’accentramento di potere da parte dei Rettori, processo che subisce un’accelerazione in conseguenza del nuovo Disegno di Legge Gelmini. Continued…

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La controriforma Gelmini- Diari d’Onda, puntata n.2

Il 26 ottobre 2009 il governo, nel
silenzio-assenso di tutte le componenti politiche o sindacali e della
gente, ha dato via libera al disegno di legge
Gelmini, ennesima contro-riforma dell’università  pubblica a costo zero.
A nessuno interessa la formazione ed il futuro di student*,
precar* e ricercatori.

Eppure a Perugia tutt* gli/le iscritt* (e
le loro famiglie) quest’anno hanno capito cosa vuol dire una
università  pubblica nell’era Gelmini-Tremonti: più tasse, meno borse
di studio, meno possibilità  di scelta dei corsi da seguire, meno
servizi, zero trasparenza nella gestione dell’ateneo, passaggio alla
fondazione di diritto privato sempre più vicino.

Ascolta la seconda puntata di Diari d’Onda:Il nuovo DDL Gelmini e l’Università di Perugia

http://noblogs.org/flash/mp3player/mp3player.swf

 

 

 

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Roma 20 novembre assemblea nazionale – Riprendere la parola, rilanciare il movimento

Appello per un’assemblea nazionale a Roma a “La Sapienza” venerdì 20 Novembre. Il Disegno di legge per la riforma dell’Università, da poco approvato in Consiglio dei ministri (28.10), ci impone di riprendere la parola. E’ passato un anno, infatti, da quel movimento straordinario che ha congelato ogni ipotesi di riforma organica dell’università, invadendo le piazze di tutta Italia. Un movimento, quello dell’Onda, che ha saputo reinventare il conflitto in un Paese trafitto dalle destre e privo di opposizione. Un movimento che, partito nelle università, è dilagato nelle scuole e ha coinvolto anche noi, precari della ricerca, già protagonisti delle lotte contro il Ddl Moratti nell’autunno del 2005.

La forza dell’Onda ha in buona parte fermato l’iniziativa governativa (ricordiamo che al seguito dell’approvazione del Dl 137 sulla scuola – 29 ottobre del 2008, la Gelmini aveva promesso un decreto legge anche per l’università), ma non è riuscito ad ottenere l’annullamento dei tagli finanziari alla formazione, massicciamente introdotti dalla Legge 133 (8 miliardi di euro in meno per la scuola, 1.5 miliardi di euro per l’università). Oggi, nel pieno di un autunno sempre più carico di disoccupazione e di precarietà, indubbiamente ancora debole sul piano del conflitto, il governo ha ripreso l’offensiva. Continued…

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Scuola e università: al medesimo attacco dobbiamo dare la medesima risposta!

documento pubblicato sotto licenza creative commons
 

Coordinamento universitario in difesa dell’istruzione pubblica di Perugia,

Perugia 13/10/’09

La Scuola e l’Università pubbliche da molti anni sono oggetto di attacchi bipartisan e le leggi 133/08 e 137/08 non hanno fatto che confermare questa tendenza.

Nelle logiche economicistiche e funzionali al profitto che sono alla base delle contro- riforme in questione ci pare evidente la volontà governativa di togliere due voci di spesa dal bilancio dello stato. Scuola e università pubbliche sono improduttive (in senso capitalistico) e vanno chiuse. La formazione così diventa competenza dei privati e diritto di pochi.
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La fine dell’universita’ pubblica

Riportiamo il testo dell’intervento di Alessandro Somma “La fine dell’universita’ pubblica” comparso su Nuova Ferrara del 31 ottobre 2009:

L’anno passato una legge aveva accordato alle universita’ la facolta’ di trasformarsi in fondazioni private, dirette da un consiglio di amministrazione eventualmente controllato da privati, e finanziate dallo Stato nella misura in cui sarebbero state capaci di attirare fondi esterni.
La legge venne avversata da un ampio movimento, che se non altro determino’ la sua mancata applicazione. Non fu tuttavia una vittoria definitiva: la riforma dell’universita’ appena varata dall’esecutivo non dispone la formale privatizzazione degli atenei, ma realizza nei fatti il medesimo risultato. Continued…

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Ddl Gelmini – le dichiarazioni della Crui

Sapevamo benissimo che i rettori non si sarebbero mobilitati mai contro la riforma, immobilizzati dai loro stessi interessi e clientele, ma ora hanno preso esplicitamente le parti della gelmini. Hanno così confermato la nostra interpretazione: non sono altro che la cinghia di trasmissione dei tagli che vengono operati dal governo e scaricati su student* e precar*. I rettori hanno deciso da che parte stare. Anche noi (Onda Perugia)

da Corriereuniv.it

A seguito dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Disegno di legge sull’Università presentato dal Ministro Gelmini, il Presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università italiane), prof. Enrico Decleva, Rettore dell‘Università degli Studi di Milano ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“La proposta di legge del Ministro Gelmini approvata oggi dal Consiglio dei Ministri, per l’ampiezza del suo impianto e la valenza riformatrice degli interventi previsti, rappresenta un’occasione fondamentale e per molti versi irripetibile per chi ha davvero a cuore il recupero e il rilancio dell’università italiana. Rispetto ad alcune soluzioni potranno essere opportuni ulteriori approfondimenti. Ma è essenziale che, a questo punto, anche nel nostro Paese si siano determinate le condizioni per affrontare in un’ottica coerente e di ampio raggio urgenze e criticità altrove superate da tempo.

E’ ora necessario che il confronto parlamentare si sviluppi concentrandosi sul merito delle varie questioni. Così come è indispensabile, e per più aspetti pregiudiziale, che all’avvio del processo riformatore, e a garanzia della sua credibilità, corrisponda una disponibilità adeguata di risorse. A partire da quanto sarà garantito al finanziamento degli atenei per il 2010”.

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Il re(ttore) forse ridurrà l’aumento delle tasse. Ma non ci permetterà mai di controllare i bilanci

Perugia – Due giorni di mobilitazione studentesca erano stati indetti in previsione della seduta del Senato Accademico del 27 ottobre e della seduta del Consiglio di Amministrazione del 28 ottobre.

Il 27 ottobre il sindacato studentesco UDU ha organizzato un presidio vicino all’aula del rettorato in cui era riunito il Senato Accademico. Erano presenti al presidio 20-30 attivisti dell’UDU, alcuni ragazzi dei giovani comunisti e poco più di dieci persone di Onda Perugia. L’UDU ha mandato al Senato Accademico una delegazione composta da tre dei propri iscritti per consegnare le firme raccolte in questo ultimo mese contro l’aumento delle tasse. Da questa delegazione sono stati volutamente esclusi i ragazzi di Onda Perugia, che si son sentiti dire “E’ una manifestazione dell’UDU!”.

Dopo un’ora e più di attesa i delegati sono tornati accolti da urla festose e da uno spiegamento di bandiere UDU! Il capodelegazione con malcelato orgoglio ha annunciato che la Commissione sulle tasse si riunirà entro dicembre per ridiscutere l’importo della seconda e la terza rata.

Se questi sono i fatti, l’analisi è semplice: festa assolutamente immotivata. Continued…

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Perché il Ddl Gelmini non ci merita

Editoriale a cura di Gigi Roggero.

 Chi volesse intraprendere la certo non avvincente lettura del gelminiano “Disegno di legge in materia di organizzazione e qualità del sistema universitario, di personale accademico e di diritto allo studio”, che verrà presentato a breve, può tranquillamente cominciare dalla fine (art. 15, comma 6): “Dall’attuazione delle disposizioni della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Ecco la cosa importante: la strategia del governo sull’università consiste di tagli e dismissione, punto e basta. A partire da qui, si possono leggere a cuor leggero le trenta cavillose e confuse pagine del Ddl certi di averne afferrato il senso. Non è un caso, del resto, che nonostante si premetta che ogniqualvolta si parli di “Ministero” ci si riferisca a quello dell’istruzione, dell’università e della ricerca, in realtà l’altro Ministero – cioè dell’economia e delle finanze – è citato in ugual misura e puntualmente a proposito delle questioni di centrale rilevanza. Continued…

Posted in Rassegna Stampa.